Prophecy: al cinema dal 24 al 26 marzo

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Il cinema italiano si prepara per Prophecy, l’adattamento live-action dell’omonimo manga di Tetsuya Tsutsui, in arrivo nelle sale italiane come evento speciale solo per il 24, 25 e 26 marzo. Diretto da Jacopo Rondinelli e prodotto da Brandon Box, il film è il risultato di un’ambiziosa operazione di trasposizione di un’opera giapponese in un contesto più vicino alla realtà italiana.

Damiano Gavino veste i panni di un misterioso giustiziere che diffonde i suoi messaggi attraverso video virali, denunciando ingiustizie e preannunciando punizioni per coloro che ritiene colpevoli. Prophecy non è solo un thriller, ma anche una riflessione sulle dinamiche della rete e sulla viralità dell’informazione, temi che trovano un forte parallelismo con il presente.
Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Lucca Comics & Games 2024 ed è stato anticipato da due proiezioni speciali, il 12 marzo a Milano (UCI Bicocca) e il 13 marzo a Roma (The Space Moderno), alla presenza del cast e della produzione.

La trama: chi è Paperboy?

Il cuore della storia ruota attorno a Paperboy, un enigmatico individuo che nasconde il suo volto dietro un foglio di giornale e appare in video sul web per denunciare ingiustizie e corruzione. I suoi annunci, però, non si limitano a semplici proclami: ogni volta che prevede un’azione punitiva contro qualcuno, questa si avvera con precisione inquietante.
La polizia, in particolare la tenente Erika Yoshino (nel manga), o la sua controparte adattata nel film, è incaricata di fermarlo prima che la sua escalation raggiunga livelli irreversibili. Ma come catturare un criminale che agisce nell’ombra, nascondendosi dietro l’anonimato della rete? La polizia postale è pronta per questa sfida?

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Dal manga al live-action: l’opera di Tetsuya Tsutsui

Prophecy nasce come manga seinen pubblicato tra il 2011 e il 2013 sulla rivista Jump X di Shūeisha. Composto da tre volumi, è stato successivamente pubblicato in Italia da J-Pop, trovando un pubblico affascinato dalle sue tematiche cyber-thriller.
L’autore, Tetsuya Tsutsui, è noto per la sua capacità di esplorare i lati oscuri della tecnologia e del web. Le sue opere precedenti, come Duds Hunt, Reset e Poison City, affrontano temi come la sorveglianza digitale, la censura e le conseguenze delle nuove tecnologie nella società moderna. Con Prophecy, Tsutsui porta avanti la sua critica al mondo dell’informazione digitale e ai rischi della viralità incontrollata. Il film affronta tematiche di grande attualità come il potere della viralità, la giustizia fai-da-te nell’era digitale e il crescente conflitto tra libertà di espressione e regolamentazione dei contenuti online.

La viralità online tra impatto e rilevanza

Uno dei temi centrali di Prophecy è il potere della viralità. Paperboy costruisce la sua immagine attraverso la rete, diffondendo messaggi che attirano milioni di visualizzazioni. Ma il punto non è solo ciò che dice: è il fatto che diventa virale a renderlo autorevole agli occhi del pubblico.

Oggi può essere facile raggiungere una vasta platea, se si hanno i giusti mezzi, strategie e, gran parte delle volte, la fortuna dalla propria parte. Un video, un post, un meme possono raggiungere milioni di persone in poche ore. Ma questo significa forse che sono rilevanti? Non necessariamente. Il web premia l’attenzione, non la qualità o l’affidabilità. Basta avere i numeri giusti – visualizzazioni, follower, interazioni – per essere considerati credibili da parte dei follower, indipendentemente dalla validità delle idee e delle azioni compiute.

Ed è qui che il film e la realtà si incontrano: chi ha il potere oggi? Chi ha conoscenze e competenze o chi riesce a catturare l’attenzione della massa? E cosa accade quando sussistono entrambe le condizioni, come nel caso di Paperboy? Prophecy mostra come la viralità possa trasformare una figura anonima in un’icona, con conseguenze imprevedibili.
E alla fine, la domanda scomoda resta: quanto conta la verità, quando tutti sono già troppo impegnati a condividere?

Prophecy: un adattamento che fa riflettere

Il manga si distingue per il suo realismo crudo e il taglio investigativo, simile a opere come Death Note ma senza elementi soprannaturali. La narrazione segue un equilibrio tra azione, critica sociale e tensione psicologica, rendendo l’opera perfetta per un adattamento cinematografico. Quest’ultimo, però, non ha disdegnato momento comedy per alleviare la tensione e favorire l’avvicinamento emotivo dello spettatore all’intricata narrazione.
L’adattamento italiano di Prophecy introduce alcuni elementi di attualizzazione, adattando la narrazione al contesto lavorativo e tecnologico italiano. In particolare, il film esplora il mondo dei rider, delle start-up digitali e dell’informazione online, temi che arricchiscono la storia senza tradire lo spirito originale dell’opera.

Prophecy non è solo un thriller d’azione, ma anche uno specchio della società digitale odierna. L’idea di un “giustiziere virtuale” che agisce attraverso i social media non è nuova, ma solleva interrogativi etici profondi: quanto potere può avere la rete sulla realtà? Chi stabilisce il confine tra denuncia e giustizia sommaria?

La ribellione degli invisibili: precariato e giustizia digitale in Prophecy

Paperboy è un giustiziere anonimo del web, sì, ma è anche un escluso con una grande motivazione, e questo dettaglio non è casuale. Si avvale di una squadra composta da persone estremamente competenti, talentuose, ma che nella vita reale sono rimaste ai margini. Geni della tecnologia, ma precari nella società.
Ed è qui che il film tocca un nervo scoperto dell’epoca contemporanea: quante persone hanno capacità straordinarie ma restano invisibili, schiacciate da un sistema che non offre loro spazio?

I lavoratori precari rappresentano una generazione che vive nell’ombra. Senza certezze, senza tutele, senza prospettive. Sono ovunque, eppure nessuno li vede davvero. Sono coloro che consegnano il cibo sotto la pioggia, che accettano lavoretti sottopagati, che devono sempre reinventarsi perché il mondo non offre loro un posto stabile.

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Prophecy: cosa succede quando gli invisibili decidono di farsi vedere?

In Prophecy il web diventa un megafono, un’arena, uno strumento di riscatto. Se nella vita reale sono nessuno, online possono diventare qualcuno. È un tema che riecheggia nelle dinamiche attuali della rete: quanti talenti restano in ombra mentre i riflettori si accendono su chi ha il seguito più grande?
Questa è l’epoca che premia la visibilità, ma solo per chi rispetta certe regole. Chi sta fuori da queste dinamiche, chi non ha “i numeri”, chi lavora senza certezze, rimane solo un’ombra nella folla. Eppure, proprio in quella folla di invisibili si nascondono intelligenze, talenti, idee in grado di ribaltare le regole del gioco.
Forse è per questo che Prophecy colpisce così forte. Perché, al di là degli episodi narrati, racconta delle verità che si preferisce non vedere.

Con una regia dinamica, un cast promettente composto da Damiano Gavino, Denise Tantucci, Haroun Fall, Giulio Greco, Federica Sabatini e Ninni Bruschetta e una colonna sonora coinvolgente firmata da Matteo Buzzanca, il film promette di essere uno degli eventi cinematografici più attesi del 2025.

Appuntamento nelle sale italiane il 24, 25 e 26 marzo, per scoprire se la profezia di Paperboy si avvererà anche sul grande schermo.

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