“Santiago, Italia” è una storia italiana, oramai dimenticata da molti, ma quale miglior periodo storico è più adatto di questo per raccontarla nuovamente?
Dall’ultimo film uscito nel 2015 ”Mia madre”, Nanni Moretti regala agli spettatori con un documentario intitolato ”Santiago, Italia” uno degli eventi significativi della storia d’Italia, descrivendo con dignità e profondo rispetto i sentimenti e ricordi di un passato storico doloroso. Il suo intento di raccontare questo evento non è di tipo patriottico e nemmeno politico, ma è quello indiretto di ricordare, prendendo in analisi una porzione di realtà storica, quali erano le nostre radici applicando il sottile parallelismo con una società odierna tutt’altro che umana.
Le prime immagini del documentario riprendono inizialmente una parte del territorio cileno oggi visto al di sopra, lo sguardo aperto poi scende più nel dettaglio sulle persone, negli occhi di chi ha visto e vissuto la tragedia cilena in seguito al colpo di Stato da parte delle forze armate l’11 Settembre del 1973 con la seguente ascesa politica del dittatore Augusto Pinochet. Parte una narrazione chiara e dettagliata dell’evento visto da vite diverse che sembrano avere tutti in comune la commozione di una ferita ancora aperta a distanza di molti anni. Le persone intervistate, riprese a mezzo busto, hanno il loro sguardo rivolto non verso l’obiettivo ma verso l’intervistatore Moretti e questo sottintende un legame, proprio del dialogo che avviene tra persone e che sottolinea una iniziale impronta realistica come reale e vera è la storia. Il regista inoltre decide di intervistare anche i torturatori delle ex-forze militari ma Nanni Moretti, nell’approccio non riesce ad essere ”imparziale” difronte a chi ha commesso violenze.
La narrazione di “Santiago, Italia” segue una linea cronologica che parte dall’ascesa del governo progressista-socialista di Salvador Allende in Cile nel novembre del 1970
In questo periodo venne applicato un programma socialista che prima di allora era ritenuto solo un’utopia, divenuta però poi concretezza: per esempio, venne applicata la nazionalizzazione di industrie private come quella del rame, la distribuzione di energia elettrica, inoltre venne attuata la riforma agraria per le classi disagiate, vi fu poi la legge sul divorzio e l’aumento dei salari. Le persone ricordano quel periodo come la realizzazione di un paese ideale dove tutti avevano in egual modo gli stessi diritti e le stesse possibilità.
Lo scenario cambiò bruscamente l’11 Settembre 1973, quando la giunta militare bombardò il Palazzo Presidenziale e salì al potere Auguro Pinochet con una dittatura repressiva
Molte persone dell’opposizione politica furono poi catturate e sequestrate nello Stadio Nazionale che diventò un campo di concentramento dove poi furono torturate e uccise mentre alcune invece riuscirono a liberarsi. L’Italia ebbe un ruolo importante in questo scenario tremendo, perché molti cileni scavalcarono il muro dell’ambasciata italiana allora molto basso tale da avere la possibilità di entrare con facilità e questi furono benevolmente accolti da due diplomatici. Infatti alcuni ebbero la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno in Italia scampando al disastro dittatoriale in cui il Cile versava.
Commoventi le interviste mai retoriche in stile morettiano che ricordano gli anni belli in Italia, dove ognuno era riuscito a trovare un degno lavoro e una grande accoglienza da parte dei cittadini italiani: era infatti, impensabile fare distinzioni tra chi era cileno e chi era italiano, perché era sovrana l’uguaglianza, tanto che una delle intervistatrici definisce l’Italia come una ”madre generosa”.
Il significato del messaggio che si può estrapolare dalle interviste, cristallizzate in una narrazione cinematografica, è chiaro e non ha bisogno di simbolismi e giri di parole che in questo caso potrebbero risultare futili. ”Santiago, Italia” è un manifesto atto a per far capire allo spettatore che nel corso della storia si è stati diversi e naturalmente migliori, prima che il cinismo poi prendesse il sopravvento nella stragrande maggioranza della società italiana.
Negli ultimi anni Nanni Moretti è stato accusato della sua assenza su interventi in questioni politiche e sociali. Un silenzio da parte del regista e da molti altri che potrebbe essere interpretato come espressione di rassegnazione nei confronti di una società allo sfacelo sotto vari punti di vista, ideologico, politico e sociale. La rassegnazione probabilmente di essere uno dei pochi compreso da una minoranza di persone e il sentimento di incomunicabilità tra la minoranza con la massa. Tuttavia è stato importante, a mio avviso, che una figura di spessore come Nanni Moretti abbia esternato con chiarezza il suo disappunto e la sua rabbia contro l’aridità umana e l’indifferenza sempre più alimentata. ”Santiago, Italia” sembra essere un film necessario per risvegliare antichi ricordi e le virtutes come la bellezza, la sensibilità e la curiosità, grazie alle quali, una persona può davvero definirsi umana.
“Santiago, Italia”, trailer
Fonte immagine: https://www.anonimacinefili.it/2018/12/07/santiago-italia/