Scoop | Recensione

Scoop | Recensione

Il film Scoop, diretto da Philip Martin e distribuito sulla piattaforma Netflix il 5 marzo 2024, si ispira al libro-intervista Scoops: Behind the Scenes of the Bbc’s Most Shocking Interviews, dell’avvocato penalista e autrice Sam Mcalister. La pellicola accende i riflettori su uno degli scandali più chiacchierati legati alla corona britannica: le accuse di violenza sessuale di cui è stato protagonista il Principe Andrea, Duca Di York e fratello di Re Carlo III.

La trama

Il Duca di York nel novembre 2019 decise di rilasciare un’intervista alla BBC per difendere la sua immagine e confermare la sua estraneità ai fatti. Tuttavia il Principe Andrea sembrò non aver considerato il fatto che in seguito a quell’intervista, numerosi britannici avrebbero reagito male nel sapere della sua amicizia con il noto miliardario statunitense Jeffrey Epstein, già precedentemente arrestato e condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minorenni. Nel corso di questa celebre intervista la freddezza, la scarsa empatia e l’atteggiamento superficiale con cui il Principe Andrea rispose alle domande della giornalista Emily Maitlis portarono, poi, Buckingam Palace a prendere dei provvedimenti: il Principe, infatti, dovette rinunciare a tutti i suoi titoli nobiliari ritirandosi a vita privata.

Un giornalismo tutto al femminile

All’interno del film l’incredibile performance dell’attrice inglese Gillian Anderson, volto già noto al pubblico di Netflix grazie alla serie tv Sex Education, ci mostra tutta la professionalità del ruolo di giornalista che è chiamata a svolgere. Il giornalismo investigativo proposto dalla narrazione è esclusivamente svolto da personaggi femminili, che dimostrano sin da subito di essere preparati, riflessivi, attenti e soprattutto ben decisi nel volersi portare a casa lo scoop. Attraverso l’intervista non si mira solo a mettere in cattiva luce la reputazione, ormai già abbondantemente compromessa, di una persona legata alla famiglia Reale ma si prova anche ad analizzare il contesto lavorativo in cui queste figure femminili, interpretate dalle attrici Keeley Hawes e Romola Garai, svolgono il loro efficace lavoro di squadra. Sono donne che provano a fare del loro meglio in un mondo del giornalismo da sempre gestito da una grande prevalenza di uomini e, nonostante ciò, imparano in fretta a sostenersi a vicenda senza alcuna presunzione o desiderio di primeggiare. 

Il faccia a faccia

Scoop riesce sapientemente a mettere in risalto il contrasto tra una – apparentemente –  intoccabile famiglia Reale da un lato e l’attiva opinione pubblica dall’altro. Nel corso del film a prevalere non è la suntuosità di Buckingam Palace, bensì il mondo frenetico dei vari tabloid e media che provano a raccontare la realtà dei fatti, in modo quanto più accurato possibile. Il tono molto pacato e al tempo stesso incalzante dell’intervista rispecchia alla perfezione quello reale, dandoci l’idea di un giornalismo che sembra avere urgentemente bisogno della verità. La regia concentrandosi principalmente sull’obiettivo di voler raccontare una storia molto lineare e priva di fronzoli, sembra puntare fin troppo sull’essenzialità del momento attorno al quale ruota tutta la narrazione: il faccia a faccia tra il Duca di York e la tenace giornalista della BBC, Emily Maitlis. La lunga scena clou prosegue in modo molto scorrevole, senza lasciare spazio ad alcuna forma di insicurezza o titubanza da parte della giornalista nei confronti del Principe, interpretato da Rufus Sewell. Il grande fermento del contesto storico, sulla scia di movimenti come Mee too, consente alla Maitlis, di assumere una consapevolezza in grado di contrastare, con elegante determinazione, l’arroganza e l’indifferenza di chi, grazie al titolo che ricopre, non si è mai dovuto scomodare più di tanto nel dare spiegazioni. A questo proposito altra interpretazione degna di nota è quella di Rufus Sewell che, alla fine, veste i panni di un Principe ormai solo nella sua misera condizione di uomo viscido e codardo che prova, tra una risposta impacciata e l’altra, a salvarsi la reputazione con il suo irritante self-control.

Fonte immagine: comingsoon.it

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