Sixteen Candles: l’importanza del coming of age

Sixteen Candles: l'importanza del coming of age

Sixteen Candles, conosciuto in Italia come Un compleanno da ricordare, è un film del 1984 diretto da John Hughes, il quale esordì proprio con questo film nel genere della commedia romantica adolescenziale. Sixteen Candles è uno dei tanti film anni ’80 che ha fatto sognare un’intera generazione di ragazzi.

La protagonista di Sixteen Candles è Samantha Baker detta Sam, una comune adolescente che sta per compiere 16 anni, un traguardo fondamentale per la sua vita adolescenziale che segna anche l’inizio di una nuova vita e di aspettative. Purtroppo però la sua felicità viene frenata perché nessun membro della sua famiglia sembra ricordarsi del suo compleanno, tutti così occupati nei preparativi del matrimonio di sua sorella maggiore che si sposa proprio il giorno successivo. Sam, invece di essere al settimo cielo, è avvilita, non solo per il suo compleanno ma anche perché vorrebbe essere notata dal ragazzo per cui ha una cotta, il bel Jake Ryan. L’unico ragazzo che la corteggia è Ted, soprannominato Geek, una matricola che, nonostante Sam continui a rifiutarlo, flirta continuamente con lei.

L’attrice nei panni di Sam è Molly Ringwald ma per questo ruolo fece anche il provino Ally Sheedy. John Hughes scrisse la sceneggiatura del film in pochissimi giorni perché ispirato completamente dalla Ringwald grazie ad una fotografia di quest’ultima che però non aveva ancora mai incontrato. Jake Ryan è interpretato da Michael Schoeffling mentre Ted da Anthony Michael Hall che, insieme a Molly Ringwald, li ritroviamo nel cast di un altro grande capolavoro di Hughes che è Breakfast Club.

Sixteen Candles ebbe un grande successo, incassando più di 20 milioni di dollari. Il film venne apprezzato soprattutto perché prima di allora le commedie adolescenziali americane avevano sempre parlato da un punto di vista maschile, mentre Sixteen Candles dà voce ad una comune adolescente alle prese con i problemi e paure tipici della sua età. Un dettaglio da non sottovalutare è che la Ringwald, quando interpretò Sam, aveva davvero 15 anni, di conseguenza è riuscita ad immedesimarsi e trasmettere il suo personaggio al pubblico con maggiore naturalezza.

Il film Sixteen Candles viene percepito in modo molto vicino dal pubblico perché propone delle situazioni che tutti hanno sperimentato duranti gli anni scolastici, come per esempio lo scambio dei bigliettini oppure quando si telefonava a casa della persona per cui si aveva una cotta.

Il coming of age in Sixteen Candles

Una tematica importante da osservare in Sixteen Candles è quella del coming of age cioè il raggiungimento della maggiore età che negli Stati Uniti sappiamo si raggiunge all’età di 16 anni. Diventare maggiorenni significa anche prepararsi a nuove esperienze, ma se tutte le aspettative sui 16 anni che avevamo non si realizzassero? Come per Sam che non è ancora stata notata dal ragazzo che le piace e che vorrebbe fosse il suo accompagnatore per il ballo. Dall’esterno possono sembrare delle banali frustrazioni da adolescente, però quello che fa Hughes è porre l’attenzione sulla loro vita scolastica con delicatezza e umorismo.
Se analizziamo tutto questo dal punto di vista di Sixteen Candles vediamo che Sam sta vivendo proprio una situazione del genere. La prima sventura è il fatto che la sua famiglia si sia dimenticata di un compleanno così importante, per non parlare poi della sua vita a scuola che vorrebbe che fosse diversa. Sam vorrebbe che il ragazzo per cui ha una cotta la notasse, sicura che non potrebbe mai notarla perché non si reputa all’altezza di un ragazzo così bello. Chi non si è mai sentito in questo modo?

Il regista John Hughes è stato capace di non ridurre i problemi, le paure e le prime esperienze adolescenziali a delle semplici banalità, cose che per molti non meritano di essere affrontate, ma invece si preoccupa di farlo perché ogni età attraversa momenti di crisi e non per questo quelli adolescenziali sono da meno.

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Anna Maria Teresa Colangelo

Vedi tutti gli articoli di Anna Maria Teresa Colangelo

Commenta