La quarta stagione di Skam Italia è giunta su Netflix il 15 maggio e in pochissimo tempo è divenuta un’amatissima serie di culto.
Skam, prodotto seriale norvegese che ha sbancato in tutto il mondo, è ormai un fenomeno di culto anche in Italia. La quarta stagione, prodotta da Tim Vision e Netflix, è stata distribuita il 15 maggio ed è già stata letteralmente presa d’assalto, divorata da migliaia di adolescenti e non solo. Skam Italia è infatti una serie estremamente interessante e godibile anche da parte chi, a quelle dinamiche giovanili cui comunque tutti abbiamo avuto a che fare, è oramai estraneo per questioni anagrafiche.
Temi quali l’omosessualità, l’integrazione, il rapporto tra le religioni, le malattie mentali, il revenge porn, spesso tabù nell’Italia contemporanea o comunque trattati con superficialità, trovano difatti ampio riscontro nelle quattro stagioni della versione italiana. Un successo strepitoso e che profila all’orizzonte, covid-19 permettendo, la produzione di una quinta versione.
Skam Italia. Uno spaccato della gioventù nostrana in tutte le sue sfaccettature
Sono in particolare due le stagioni che rispecchiano maggiormente quanto finora detto, a proposito di Skam Italia: la seconda e la quarta. Se la prima e la terza si perdono troppo facilmente negli stereotipi del teen adolescenziale e di conseguenza attecchiscono più difficilmente a un pubblico ampio, va comunque dato atto al prodotto, pur nelle sue fase iniziali, di mettere in scena un coraggio che raramente si è riscontrato in altre produzioni italiane dello stesso genere. Skam Italia, per il suo realismo, per la sua fedeltà ai fatti mostrati, per il suo essere cinico nella rappresentazione dei fatti, dovrebbe essere visto anche da chi non appartenesse a quella fascia d’età e vorrebbe capire di più sui giovani d’oggi. Specie a partire da quei genitori che con così tanta difficoltà riescono a crescere i figli nella suddetta fase e la cui assenza, o comunque presenza negativa, così tanto influisce sulla costruzione della personalità dei ragazzi.
Skam Italia è costruita come una serie quasi antologica per il suo ruotare attorno a protagonisti diversi per ciascuna stagione. Eva ed Eleonora, tipiche adolescenti romane, sono le protagoniste della prima e della terza stagione, ed in particolare al centro della vicenda vi è il loro rapporto conflittuale con gli ipotetici fidanzati, rispettivamente Giovanni ed Edoardo. Teenager “normali”, specie se confrontate rispetto ad altri coetanei della serie dalla biografia forse più complessa, avranno comunque a che fare con i loro dilemmi esistenziali, che così tanto gravosi paiono a quell’età e poi magari scemano con il tempo.
La serie è comunque preziosa per affrontare con coraggio e senso della realtà l’ambiente del liceo, troppo spesso stereotipato e trattato con superficialità nel nostro paese, perlomeno in prodotti analoghi. I sentimenti come l’amore e la paura cambiano nettamente da una generazione all’altra, così come i mezzi con cui questi vengono espressi. Prima di Skam difficilmente si era vista in Italia una serie parlare di Instagram come metodo di approccio o di Jamie XX ed Earl Sweatshirt come nuovi idoli musicali.
Ma più in generale quello che colpisce, guardando Skam Italia, è il fatto di poter ritrovare modelli positivi all’interno di categorie che normalmente paiono sempre vivere una situazione sull’orlo del baratro. La serie dimostra come, pur tra le avversità e in un paese vecchio come l’Italia, è possibile vivere in serenità appartenendo a una minoranza piuttosto che a un’altra. L’amore tra Martino, la cui sessualità è al centro della seconda stagione, e Nicolò vive di alti e bassi, ma troverà alla fine di un percorso intricato la propria sublimazione. Sana, protagonista delle quarta stagione, una musulmana praticante e sofferente per non poter godere appieno della propria giovinezza come le altre coetanee, alla fine riuscirà a trovare il proprio equilibrio.
La serie è ambientata in un ipotetico liceo romano, tuttavia Roma è solo un pretesto per raccontare una vicenda a più ampio respiro. Se magari le quattro stagioni fossero state ambientate a Milano o Napoli, Skam avrebbe parlato solo a una parte d’Italia. Va dunque dato atto agli sceneggiatori di aver avuto coraggio non solo per le tematiche trattate ma anche per le ambientazioni, tutto fuorché scontate. Martino, Eva, Eleonora e Sana hanno un marcato accento romanesco, ma sono in grado di far arrivare quanto provano a un pubblico più esteso possibile.
Affianco ai protagonisti già citati gira una ruota di personaggi ben caratterizzati e che spesso e volentieri si reincontra al termine degli splendidi finali corali, che includono svariati punti di vista. C’è Giovanni, migliore amico di Martino e fidanzato di Eva nella prima stagione e la sua combriccola, composta da Elia e Luca. C’è il già citato e controverso Nicolò, con i suoi problemi personali e di cuore che saranno al centro della seconda stagione. Ci sono Silvia e Federica, che assieme alle altre ragazze compongono il gruppo affiatato di amiche inseparabili. Rami e Malik, giovani musulmani praticanti co-protagonisti della quarta stagione. Un quadro eterogeneo e che prova, insomma, a spiegare nella maniera più dettagliata possibile cosa significhi frequentare il liceo o, per alcuni, l’inizio dell’università in una città come Roma al giorno d’oggi.
Un cast corale e che occupa pressoché interamente lo spazio e il tempo necessari a girare le quarantadue puntate di cui finora si avvale Skam. Raramente nell’arco della serie si ritrovano infatti i genitori o i professori, se non quando la loro presenza è esplicitamente richiesta dal corso degli eventi. I giovani sono gli assoluti protagonisti di Skam e con loro i sentimenti e le paure che li accompagnano.
La possibilità, sfumata dalla recente pandemia globale, di poter interagire in maniera interattiva con i protagonisti e i loro fittizi profili social è poi emblematica della direzione che sta prendendo il mondo dell’intrattenimento. Per quanto discutibile, apprezzabile o meno, è infatti quantomeno curiosa la ricerca, da parte di un prodotto di questa portata e dal successo pressoché scontato, di ricercare all’interno dei canali di comunicazione prediletti dai giovani una ragione ulteriore di differenziazione. Chissà che un giorno tutti noi, adulti, giovani o chicchessia, interagiremo realmente con i personaggi dei nostri film o serie televisive preferite, divenendo parte integrante della storia e contribuendo a espanderla o arricchendola a nostro piacimento. Un esperimento passato così sotto traccia e che ha invece ha riscosso grande successo, con migliaia di giovani a seguire i profili Instagram dei vari Martino, Giovanni ed Eva.
Skam Italia è una serie unica per il panorama seriale italiano e rientra in quella categoria di prodotti per cui può essere scontato qualche difetto di sceneggiatura, qualche banalità intrinseca messa qua e là e una stereotipizzazione alle volte eccessiva. Perché ha un gran cuore e un grande coraggio nel mettere su schermo quella fase così delicata e imprescindibile da cui ciascun essere umano è passato: l’adolescenza.
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