Star Wars: Visions | Recensione analizza la serie animata composta da due stagioni prodotta da Lucasfilm Animation e distribuita dalla piattaforma di streaming Disney+. La prima stagione, costituita da 9 episodi, è uscita nell’autunno 2021, mentre la seconda, con lo stesso numero di episodi, è disponibile dal 4 maggio 2023.
Com’è stata realizzata
Questa recensione inizia col mettere in luce la particolarità di Star Wars: Visions in quanto è il frutto della collaborazione tra Lucasfilm e diversi studi di animazione di diverse parti del mondo. Essi hanno creato storie inedite ambientate nel mondo di Guerre stellari concentrandosi su aspetti e personaggi nuovi. La prima stagione è affidata interamente a 7 studi di animazione giapponesi, mentre ogni episodio della seconda è animato da uno studio differente: si passa quindi da uno studio spagnolo ad uno irlandese, da uno francese ad uno indiano e così via. Questa scelta creativa ha fatto sì che ogni episodio avesse un’impronta propria, cosicché ogni stagione è una commistione di stili capace di catturare qualunque spettatore. Gli stili sono così diversi l’uno dall’altro che è impossibile non essere accontentati. Ad esempio, l’episodio 1 della prima stagione è animato dallo studio Kamikaze Douga, specializzato in videogiochi e sigle di apertura e chiusura degli anime, noto per essere lo studio che si è occupato di quasi tutte le sigle di apertura de Le bizzarre avventure di JoJo.
Questo episodio è peculiare e molto piacevole visivamente in quanto è tutto in bianco e nero, tranne le lame delle spade laser e i colpi di blaster che sono a colori. Un esempio completamente diverso è dato dall’episodio 4 della seconda stagione, animato da Aardman Animations, famoso per l’animazione in stop-motion e soprattutto per i film su Wallace e Gromit. Stile ancora diverso è quello dell’episodio 5 della seconda stagione, animato dallo studio sudcoreano Studio Mir, che ha usato colori brillanti. Questo studio è molto famoso per essersi occupato dell’anime La leggenda di Korra.
La trama e i temi di Star Wars: Visions
Star Wars: Visions in realtà non ha una trama orizzontale poiché è formata da episodi autoconclusivi che mostrano le avventure di un duo oppure di un gruppo di personaggi. Tuttavia, l’elemento che rende questa serie appassionante e sempre godibile è che anche se i protagonisti sono personaggi nuovi e diversi per ogni episodio, l’atmosfera già nota fa sì che lo spettatore sia immerso immediatamente nella storia e non si senta mai spaesato. Vari episodi danno voce a personaggi non approfonditi dalla storia principale, come coloro i quali estraggono i cristalli kyber che alimentano le spade laser e coloro i quali le costruiscono. Viene dato spazio a personaggi di età e pianeti diversi e anche al tema del rapporto con la natura e dello sfruttamento sregolato delle risorse.
Star Wars: Visions ha il merito di trattare temi delicati quali le storie di rinascita in cui ci si lascia alle spalle una carriera non giusta per sé e momenti in cui, nonostante le difficoltà, si sceglie di intraprendere un nuovo percorso in cui si ha davvero la possibilità di esprimersi. In altri casi invece la scelta di una nuova vita è dettata dalla necessità o dal dolore.
Sono comunque presenti a fare da collante personaggi secondari del mondo di Guerre stellari come Jabba the Hutt e i mandaloriani. È anche ripetuta in più contesti la famosa frase della serie cinematografica: “I got a bad feeling about this”.
Star Wars: Visions unisce il mondo di Guerre stellari anche alla cultura giapponese, ad esempio nell’episodio 1 della prima stagione un personaggio è chiamato in giapponese “samurai-san” e in inglese “Master Ronin”.
In conclusione, la serie animata è da non perdere sia dal punto di vista visivo che contenutistico.
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