Strawberry box(e): intervista all’attore Mattia Ciccarelli | NiC

Strawberry box(e): intervista all’attore Mattia Ciccarelli | NiC

Strawberry box(e) è il primo cortometraggio diretto e scritto dal giovane aspirante cineasta Daniele De Falco, studente dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Nonostante la sua giovane età ha già le idee molto chiare sul suo futuro: “fare cinema” è la sua più grande ambizione. Tutta la sua passione per il mondo del cinema e dello spettacolo emerge in maniera lampante nel suo primo corto, il quale tratta un tema molto forte e attuale e lo fa senza filtri, con l’obiettivo di arrivare al cuore di tutte le famiglie “e a chi si impegna per farle funzionare”.

Daniele De Falco partecipa con il suo corto, Strawberry box(e), alla rassegna di film indipendenti “NiC-Napoli in Cinema” del gruppo AVAMAT. Il suo corto verrà proiettato al pubblico il 20 settembre, al Cinema Partenio di Napoli.

La realtà napoletana nasce nel 2019 e attualmente conta nel suo organico più di 50 cineasti. AVAMAT si differenzia dalle altre case cinematografiche per un approccio al cinema “pop” realizzando solo storie originali e con un’idea registica d’avanguardia. Inoltre, dal 2022, grazie alla convenzione di tirocinio e stage con l’ABANA e UNISOB, a tanti giovani aspirati cineasti (under 25) viene offerta l’opportunità di collaborare alla produzione di un’opera sotto la supervisione di professionisti.

Durante l’evento, al termine di ogni proiezione, i registi saranno invitati sul palco per confrontarsi con il pubblico. Questi momenti di discussione e confronto con i vari registi saranno presenti nella testata giornalistica “Quaderni di Cinema” sponsorizzata dal Corriere di Pianura. Ma per offrire un’esperienza totale allo spettatore, sarà presente anche una mostra fotografica, una mostra di quadri d’arte, esibizioni musicali, slam poetry e una serie di libri a tema che accolgono lo spettatore prima dell’ingresso in sala e al termine della visione dei film. Incluso nel costo del biglietto un drink di benvenuto, offerto dai locali più frequentati della zona.

L’intervista all’attore Mattia Ciccarelli, protagonista in Strawberry box(e)

1) Il cortometraggio tratta un tema molto forte e attuale. Potresti parlarcene tu stesso ed esprimere al contempo il tuo personale punto di vista?

Il cortometraggio tratta la vita di un ragazzo cresciuto in un contesto familiare abbastanza complicato, dove l’assenza della madre è stata sostituita con quella della nonna per ricucire una ferita aperta e la partecipazione di un padre che tiene a suo figlio, ma non riesce ad esprimere l’amore nei suoi confronti nel modo corretto, soprattutto perché a volte è deducibile l’annullamento del rapporto padre/figlio. Dal mio punto di vista, era una situazione da rappresentare assolutamente, perché di storie simili, in un contesto sociale come Napoli (o i suoi dintorni), non sono per niente rare.

2) Mi potresti parlare del rapporto tra Michele e suo padre? Che cosa rappresenta la boxe in questa relazione padre-figlio?

Il rapporto fra Michele e suo padre è contaminato dal fantasma della madre che lasciandoli li ha costretti ad un rapporto privo di comunicazione. Non vediamo mai parlare dell’accaduto e tantomeno di come ci si sentono i personaggi. L’unico mezzo utilizzato dal padre per sopperire alle escalation di ira che ha Michele sin da bambino è quello di metterlo davanti ad un sacco da Boxe, passione (o mestiere) del padre. Questa passione poi si tramuta in un “passaggio di testimone”, perché Michele cerca di essere degno di questa eredità facendo del pugilato il suo punto fisso così come il padre cerca di rivivere attraverso suo figlio i suoi sogni stroncati da un infortunio.

3) Quanto e in che modo incide l’improvviso allontanamento della madre?

L’assenza della madre ha provocato una mancanza di regolazione emotiva, che spesso viene sfogata in un eccesso di rabbia. Come già sostenuto, questo ha anche portato a una situazione di dialogo pessima fra Michele e il padre.

4) Gli unici momenti in cui Michele abbassa la guardia e apre il suo cuore sono quelli condivisi con la nonna. Perché proprio lei? Che ruolo ha in generale questo personaggio e cosa rappresenta, nello specifico, per Michele?

In questa situazione familiare l’unica persona che cerca di fare da collante (che non sia il pugilato) è la nonna paterna, che riesce a stabilire un ricordo bello nella mente di Michele, dove sono presenti sia il padre che Michele in una maniera semplice e naturale. Lei è l’unica a screditare il pugilato in vari momenti del corto ponendosi come unico riferimento di cura e sostegno di Michele.

5) Michele, il personaggio che interpreti in Strawberry box(e), alla fine sembra arrendersi all’incontro che, più di tutti, lo mette alla prova, quello con la vita e mangia il frutto a cui è allergico. Perché compie questo gesto?

La fragola, nella vita di Michele, assume dei significati diversi. Da bambino rappresenta un pericolo dal quale lui è tentato, ma ne resta terrorizzato, per poi passare per una normale allergia durante la festa. Poi ritorna nella sua mente ad essere una tentazione così forte da non resistere. La scena assume (a parer mio) tale significato: Michele libero dalla boxe (si evince dall’ultimo sguardo appagato del padre, con il quale condivide lo stesso destino e che pone fine ad entrambe le carriere) è finalmente in grado di decidere per sé stesso.

6) Com’è stato per te entrare nei panni di un personaggio apparentemente forte, ma allo stesso tempo profondamente fragile?

Ho estratto Michele da un mio periodo di vita che corrisponde all’età preadolescenziale e che molti ragazzi hanno provato, soprattutto quelle persone che sono cresciute in un contesto sociale suburbano di Napoli, dove, sin da ragazzino, pure per giocare a calcio nei vicoli si scatenavano risse; e nemmeno il contesto scolastico era diverso. Io non condividevo niente con i miei coetanei, mi piacevano i film, i fumetti e i videogiochi, ma pur di “sopravvivere” e non restare solo sviluppai una personalità dura che non aveva niente a che fare con ciò che ero davvero. Durante le riprese sono tornato indietro nel tempo e ho potuto assimilare per bene quella parte del mio passato, che ho deciso di perdonare.

7) Che messaggio vuole trasmettere Strawberry box(e)?

Io non credo di essere in grado di dare una risposta corretta al messaggio che vuole mandare il regista Daniele De Falco. A parer mio il cortometraggio vuole rappresentare uno spaccato di vita molto comune e che tutti sembrano ignorare, compreso me che mi sono sentito Michele ancor prima di interpretarlo e che ho sepolto col tempo. Quindi mi viene da dire che forse il messaggio che emerge è proprio quello di voler essere ciò che si è.

Fonte immagine dell’articolo “Strawberry box(e): intervista all’attore Mattia Ciccarelli | NiC”: fornita dall’artista

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