Nelle sale italiane dal 1 gennaio 2019, Suspiria di Luca Guadagnino è un film che non rispetta le convenzionali regole dell’horror, a favore di una maggior attenzione sui complessi temi della memoria e del senso di colpa. Accompagnati dalla camaleontica Tilda Swinton e l’enigmatica Dakota Johnson, lo spettatore si ritrova immerso in una narrazione che si dimostra singolare e innovativa .
Suspiria – La trama
Ambientato a Berlino negli anni della guerra fredda, la pellicola narra le oscure vicende che hanno come protagonista Susy Bannion (Dakota Johnson), ambiziosa ballerina che riesce ad entrare nella prestigiosa Markos Dance Academy gestita da Madame Blanc (Tilda Swinton). Ma le articolate coreografie e la bravura delle insegnanti non sono le uniche componenti a rendere la Markos Academy unica nel suo genere: fra le sue mura si cela un antico ed oscuro segreto legato ad un’arcaica setta e alla misteriosa scomparsa di alcune studentesse. Il dottor Kemplerer, inconsapevole di quali forze stia sfidando, cercherà di far luce sul mistero, convincendo anche l’allieva Sarah (Mia Goth) ad aiutarlo nella pericolosa indagine.
Suspiria – Non chiamatelo remake
Nonostante il film porti il titolo e lo stesso incipit narrativo della celebre pellicola del maestro dell’horror italiano Dario Argento, le due opere sono in realtà molto diverse fra loro, tanto da chiedersi se sia giusto definire l’ultimo lavoro di Guadagnino un remake. Durante lo sviluppo del film si ha l’impressione che il regista abbia realizzato un’opera che si discosta dall’originale non soltanto per un diverso sviluppo di trama, ma sopratutto per i delicati temi che vengono affrontati con l’evoluzione della storia. Se nella pellicola del 1977 il professor Milius e Sarah, interpretati da Giorgio Piazza e Stefania Caselli, hanno un ruolo marginale e di contorno, nel lungometraggio del 2019 i due personaggi assumono un’importanza maggiore, non solo per il loro coinvolgimento attivo nell’indagine ma anche per il loro background. Il regista utilizza il passato dell’anziano psicologo per mostrarci il senso di colpa di una città che avverte ancora gli effetti della dittatura nazista, che si concretizzano nella rappresentazione dell’iconico Muro e nella divisione della città in due sezioni.
Suspiria – La regia
Dopo il successo di Call me by your name Guadagnino torna al cinema con una fiaba nera dalle tinte storiche. Nonostante le differenze, è chiaro l’omaggio che il giovane regista compie ad un cult del cinema italiano, che, afferma in un intervista, l’ha affascinato fin da ragazzo. Nel film Tilda Swinton (Ave Cesare, A bigger splash), sua musa ispiratrice e già protagonista di diversi film di successo del regista, dimostra tutta la sua abilità recitativa interpretando tre ruoli diversi ma metaforicamente legati fra loro: Madame Balnc, il professor Kemplerer ed Helena Markos. Ciò è stato possibile grazie alla bravura del make up artist Mark Coulier, che trasforma la talentuosa attrice rendendola irriconoscibile. Il film dimostra inoltre il suo valore attraverso un sapiente uso del montaggio e nella realizzazione delle atmosfere, merito anche della costumista Giulia Piersanti. La pellicola si impreziosisce inoltre con la colonna sonora realizzata da Thom Yorke, cantautore e voce solista del gruppo rock Radiohead.
Capace di affermarsi tramite una propria identità, Guadagnino dimostra la sua abilità realizzando anche stavolta un film pregno di contenuti, senza tralasciare l’aspetto estetico che da sempre lo contraddistingue.
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