Tecnica del piano sequenza: 3 film ininterrotti

Tecnica del piano sequenza

La tecnica del piano sequenza ha un’abilità unica di coinvolgere emotivamente gli spettatori di un film e di creare una tensione continua alle scene girate. Apparentemente senza tagli e senza interruzioni, l’obiettivo della telecamera si muove fluidamente, o comunque riprende i suoi attori senza alcuno stacco, contribuendo alla realizzazione di una narrazione continua che segue lo scorrere del tempo reale. Guardare una scena girata con la tecnica del piano sequenza significa, dunque, sentirsi accanto ai personaggi sullo schermo, noi spettatori li seguiamo nei loro alti e bassi, nei loro momenti di gioia e di dolore, senza mai perdere di vista l’essenza della narrazione. Quella del piano sequenza è l’esperienza più trascendentale che si possa vivere a contatto con l’arte cinematografica.

Ma dietro ad ogni sequenza perfetta c’è un ingegno nascosto, un intricato “balletto” tra regista, attori e operatori di macchine da presa.

In questo articolo, prenderemo in considerazione tre pellicole, appartenenti a tre stadi diversi dell’evoluzione della cinematografia, interamente girate seguendo la tecnica del piano sequenza.

Nodo alla gola (Rope) (1948)

Nodo alla gola

La celebre pellicola di Hitchcock, nonché il primo film a colori del celebre regista britannico, costituì il primo esempio e il primo tentativo di costruzione di una narrazione filmica sfruttando interamente la tecnica del piano sequenza.

Il regista, comunque, dovette affrontare un problema non da poco: con le tecnologie a disposizione in quell’epoca, a Hitchcock erano concesse riprese di massimo 10 minuti di durata (e non oltre) prima che lo spazio sulla pellicola analogica si esaurisse. Di conseguenza, la tecnica del piano sequenza adoperata dal regista risultava essere piuttosto ingegnosa attraverso l’inserimento di tagli “fantasma”, passando attraverso i cosiddetti “angoli bui“, ad esempio, dietro le spalle di qualcuno. Tale trucco venne adoperato anche successivamente e fu inaugurato proprio da Hitchcock, sfruttando il suo potere.

Hitchcock fece costruire uno studio apposito per girare con queste strategie, dotato di pareti e porte realizzate appositamente perché la cinepresa potesse passarvi attraverso, con il fine di non spezzare il continuum che la tecnica del piano sequenza è in grado di creare.

Birdman (2014)

Birdman

Oltre che per la brillante performance recitativa del suo cast (di Edward Norton, di Emma Stone e, soprattutto, di Michael Keaton) Birdman è celebre anche per la durata delle sue scene, che sembrano scorrere in un unico e continuo piano sequenza. Alejandro González Iñárritu e il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki lavorarono duramente per creare l’illusione che regala la tecnica del piano sequenza combinando diversi long take e rendendo le transizioni il più fluide e nascoste possibile.

Lubezki ha successivamente rivelato che la maggior parte delle riprese durava circa dieci minuti, con la più lunga che arrivava fino a quindici. Anche una singola di queste riprese sarebbe dunque stata una prova impegnativa.

L’esperienza e la bravura degli addetti ai lavori furono essenziali per la riuscita della tecnica del piano sequenza. Prima delle riprese, come fece anche Hitchcock molto tempo prima, fu costruito un set di prova che ricreava i labirintici corridoi del teatro St. James, il principale scenario del film. Lì, Iñárritu e Lubezki pianificarono ogni singola ripresa, la colonna sonora del film suonava in sottofondo per aiutarli a mantenere il giusto ritmo e tono. In questo modo, il team di lavoro poteva pianificare l’uso della tecnica di ripresa ininterrotta e la sua illusione ottica, nascondendo le transizioni tra le riprese in fase di montaggio e posizionando attori e luci in modo efficace.

Anche se molte scene sono state girate senza interruzioni, per alcune riprese più complesse furono necessari effetti visivi e tecniche speciali di cinematografia per facilitare la transizione da un’inquadratura all’altra. Questo sforzo meticoloso ha contribuito a creare l’illusione di un singolo e ininterrotto piano sequenza, aggiungendo un ulteriore livello di maestria al film. Insomma, un utilizzo della tecnica del piano sequenza non indifferente!

1917 (2019)

1917_film

L’intero film sembra essere girato in un unico e continuo piano sequenza, rendendo gli spettatori protagonisti di un’intensa e spesso claustrofobica avventura attraverso i campi di battaglia del nord della Francia.

Naturalmente, il film non è stato effettivamente girato in un’unica ripresa di due ore. Invece, secondo le note di produzione, è stato creato “in una serie di lunghe, non interrotte riprese che potevano essere collegate senza soluzione di continuità per dare l’impressione di un’unica inquadratura continua”.

Il regista, Sam Mendes, ha poi ammesso che il complicato processo, con poco spazio per gli errori, lo ha portato ad interrogarsi in vari momenti della produzione del film. Mendes ha spiegato all’Hollywood Reporter di aver voluto mantenere il mistero su come fosse stata effettivamente realizzata quella magia. Mendes non voleva che le persone scrutassero il film mentre lo guardavano per la prima volta, aggiungendo che c’era il rischio che, parlando troppo del film prima della sua uscita, le persone iniziassero a prestare attenzione al lavoro della telecamera e ai dettagli tecnici. In altre parole, non voleva che le persone ci pensassero troppo.

L’effetto della tecnica del piano sequenza in questo film somiglia quasi a quella di un videogioco nel modo in cui utilizza angolazioni interessanti per inquadrare una prospettiva in terza persona costantemente in movimento, attraverso una varietà di scenari e set affascinanti. Rispetto ad altri esempi di film girati con la tecnica del piano sequenza, tra cui il già citato Birdman, il film di Sam Mendes si distingue per il suo ritmo molto più calzante e dinamico che si concentra costantemente sull’azione e sugli spostamenti dei personaggi da un luogo all’altro. Le pause per i dialoghi sono veramente poche, con l’eccezione di alcune scene sparse, come l’inizio e la fine, oltre alla scena dell’aereo e del rifugio. La scelta dell’ambientazione bellica sembra essere stata adoperata più per la sua componente scenica che per l’intenzione di trasmette messaggi sulla tragicità della guerra. Pertanto, sarebbe improprio confrontarlo con film di guerra più tradizionali, come Niente di nuovo sul fronte occidentale (2022), tratto dall’omonimo romanzo.

Conclusioni

La sfida tecnica e artistica di girare un intero film in un’unica ripresa o con apparenti continui piani sequenza richiede un’abilità straordinaria e un lavoro di coordinazione immenso da parte di tutti coloro che sono coinvolti nella produzione di un film, dall’attore al regista, dall’operatore di macchina alla troupe tecnica, regalando ogni volta effetti sorprendenti e avvincenti.

Fonti immagini: Depositphoto, Wikipedia

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