The Bear è tra le serie di cui più si è parlato negli ultimi mesi. Uscita in streaming a giugno negli Stati Uniti, è arrivata in Italia a ottobre su Disney plus. Gli otto episodi di circa mezz’ora l’uno raccontano la storia di uno chef, riuscito ad entrare molto giovane nel mondo dell’alta cucina di New York. Il protagonista Carmy deve rinunciare a quello che sembrava essere il suo sogno, per salvare un ristorante fatiscente a Chicago che il fratello maggiore gli ha lasciato in eredità dopo il suo suicidio.
La storia ripercorre tutte le imprese del giovane chef nel gestire situazioni molto lontane da quelle a cui era ormai abituato, trovando difficoltà nel ripercorrere situazioni dalle quali si era allontanato con fatica. La città pericolosa e complicata, la malavita, la famiglia e i suoi problemi erano per il protagonista, un percorso che aveva concluso e che si era lasciato alle spalle; fin quando non vi è stato catapultato nuovamente senza avere alcun potere decisionale in merito.
È una serie, The Bear, che funziona e che incalza dal primo minuto per il grande lavoro di sceneggiatura e montaggio che riesce a raccontare e trasmettere lo stesso ritmo frenetico che vivono i personaggi nelle loro storie. La percezione così tangibile dei personaggi rende estremamente semplice, per il pubblico, comprendere le tematiche portanti del filo narrativo. Le difficoltà nel dover affrontare e rivivere il traumatico e difficile vissuto in cui si nasce, nonostante gli sforzi e i sacrifici per ottenere una vita migliore, sono evidenti attraverso le inquadrature così empatiche sul giovane chef.
Il disagio e il contrasto tra due sfere dello stesso universo, quello culinario, sono una novità nel mondo della narrativa streaming che caratterizza The Bear come una delle serie più interessanti dell’ultimo anno. Con grande attenzione ai dettagli, attraverso la storia è possibile capire come realisticamente è vissuta l’esperienza dell’alta cucina. Allontanandosi completamente dalla finzione a cui siamo abituati da talent show e programmi culinari, si raccontano le ansie e le frustrazioni della ristorazione.
È interessante notare la contrapposizione tra il malessere e le pressioni del lavoro in un ristorante tra i migliori del mondo e l’angoscia della gestione di un ristorante fallimentare in un quartiere problematico e difficile.
La chiave di tutte le vicende è nella solidità dei rapporti umani, quali fiducia, speranza, rispetto e volontà. The Bear riesce a presentarli in maniera veritiera attraverso i percorsi tortuosi che ogni relazione interpersonale deve affrontare prima di riuscire a conquistare una sana stabilità, che sia familiare o lavorativa, o entrambe.
È questo il grande punto di forza della serie. L’umanità che trapela da ogni personaggio crea una connessione empatica col pubblico, il quale non riesce a biasimare nessuno nel momento in cui comprende gli spettri emotivi di ognuno.
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