The Departed – il bene e il male (film) | Recensione
The Departed è un film del 2006 diretto da Martin Scorsese, con Leonardo DiCaprio, Jack Nicholson, Mark Wahlberg e Alec Baldwin, considerato uno dei capolavori di Martin Scorsese, che puntò sul remake di un film esemplare: Infernal Affairs (2002), di Keung Lau Wai e Siu Fai Mak.
Si nota subito all’interno del film che non esiste una chiara visione di bene e male, l’una si ritorce contro l’altra per il volere di Scorsese, il quale si rifà a questa concezione doppia della realtà che non prende una strada chiara ma si mescola continuamente. Infatti uno dei punti cruciali della storia è proprio la mancanza di un eroe, quindi l’ammissione del non voler essere ingabbiati nella scomoda prigione della vittoria che si porta dietro sempre il retrogusto dell’ingiustizia.
La storia complessa di The Departed prevede una figura centrale, quella del Boss irlandese Frank Costello (Jack Nicholson) e il suo figlioccio Colin Sullivan (Matt Damon) che viene infiltrato nella polizia, dove invece ne esce Billy Costigan (Leonardo DiCaprio) per infiltrarsi a sua volta nella mafia irlandese. In questo film ritroviamo di tutto, il rapporto padre-figlio, il peso delle origini, le etichette che ti appiccica la comunità addosso e l’aspetto più destabilizzante è che non si capisce dove sia il bene e dove sia il male. Durante i 149 minuti di questo lungometraggio sembra non accadere nulla, ma il livello di tensione è sempre altissimo grazie al modo particolarmente realistico in cui viviamo la storia.
Troviamo delle interpretazioni meravigliose, una su tutte è quella di Leonardo DiCaprio, che recita alla perfezione l’enorme disagio interiore di cui soffre il suo personaggio, sempre con il viso corrucciato ed una personalità tormentata dal suo passato che si mescola con un presente agli antipodi rispetto alla degradante storia criminale della sua famiglia. Al suo stesso livello giganteggia anche Jack Nicholson, il quale è super convincente nei panni del cattivo atipico ma credibilissimo. Ottima interpretazione anche di Matt Damon, molto coerente nel suo ruolo, senza dimenticarci anche delle interpretazioni di livello anche da parte di Vera Farmiga, Mark Wahlberg e Alec Baldwin.
In questo film il bene e il male si mescolano, diventano quasi la stessa cosa, ma scavando nel profondo riusciamo ad intravedere una leggera linea divisoria, ad esempio grazie alla presenza di Mark Wahlberg nel ruolo del sergente Dignam, che ci svela quelle poche note di fiducia e lealtà difficili da trovare in quella Boston, che allo stesso tempo ci fa capire quanto sia complicato far emergere dalla nostra natura solo il positivo, solo la parte che fa prevalere il bene.
Torniamo ai due personaggi principali interpretati da DiCaprio e Damon, i quali sono la metafora perfetta di questo film, e di ciò che The Departed ci vuole dire. Due uomini infiltrati in due mondi agli antipodi, DiCaprio nella mafia e Damon nella polizia. La loro progressiva perdita d’identità è ciò che vuole mettere al centro del film Scorsese, un progressivo scivolamento di quell’identità dentro la nuova, che a tratti sembra fagocitare tutto. Stiamo parlando quindi del costante senso di colpa che i due infiltrati provano per via delle costanti menzogne che sono costretti a portare avanti nei confronti di chi si fida di loro e di chi dipende dalle loro azioni. La claustrofobia che prova DiCaprio è spettacolare, tutto il passato di una famiglia criminale che si porta dietro è un fardello pesante che gli mette un disagio palpabile quanto per sopravvivere deve mentire a Frank Costello, colui che rappresenta in qualche modo le origini della sua famiglia. Allo stesso tempo vediamo in Matt Damon la stessa criticità, esposta diversamente, quando si ritrova ad affrontare la lealtà e l’accondiscendenza del sergente Dignam e del capitano Queenan, che quasi fanno da padri a Billy, a loro modo protettivi, solo che soggiogati da diversi principi etici. Possiamo dire che sembra quasi che i DiCaprio e Damon interpretino personaggi che si sentono come intrappolati in ciò che in un’altra vita non sarebbero voluti essere.
The Departed è un film che ti scuote, a tratti destabilizza con il suo modo di presentare la realtà, una realtà molto complessa da comprendere ed accettare. Ognuno di noi decide cosa è il bene e cosa è il male secondo i nostri principi morali, secondo le nostre leggi dell’anima, e in questo lungometraggio vediamo come questi due opposti si attraggono, e si mescolano in una danza dove nessuno dei due vince. Lo smarrimento dell’anima è una delle metafore di The Departed, che di conseguenza in un mondo ideale ci porta a cercare una strada precisa, quella che per noi è la più giusta, ma in questo film Scorsese ci tiene a sottolineare un aspetto, lanciando una provocazione; inutile affannarsi, nella vita qualsiasi cosa si faccia, si sia o si diventi, esiste un orizzonte comune a tutti, quello della morte.
Fonte immagine di copertina: Wikipedia