Titanic compie 25 anni e torna nelle sale cinematografiche per festeggiare

Titanic compie 25 anni e torna nelle sale cinematografiche per festeggiare

Titanic compie 25 anni.

9 febbraio 2023. Titanic compie 25 anni di straordinario successo, e in occasione del suo anniversario di un quarto di secolo, torna nelle sale cinematografiche a far sognare e a far vibrare i cuori sulle note della meravigliosa My Heart Will Go On di Céline Dion, sia cantata che sussurrata.

Chi non conosce la bellezza di una tra le storie d’amore più intense che siano mai state raccontate sullo schermo! Chi non ha sognato di rompere le regole e gli schemi perbenisti, per seguire totalmente e incondizionatamente il proprio cuore!  Chi non ha, almeno una volta, pronunciato o recitato la dolcissima affermazione «Mi fido di te!» Quanti hanno desiderato con ardore di vivere un amore appassionato e audace come quello tra Rose De Witt Bukater (Kate Winslet) e Jack Dawson (Leonardo DiCaprio)!

La pellicola di James Cameron, campionessa d’incassi e vincitrice di ben 11 premi Oscar, è vista e rivista, conosciuta in ogni sua battuta e nel più sottile particolare. Per questo il ritorno sugli schermi cinematografici, con la restaurazione in 4K e l’adattamento in 3D, vuole essere un’occasione per sviscerare, gustare e tatuare indelebilmente la struggente trama, che fa da sfondo e contenuto al disastro del transatlantico più sfortunato della storia, dal punto di vista squisitamente e genuinamente emozionale.

Per questo motivo, da questo momento, chiedo il permesso – e mi scuso con le regole giornalistiche che la stesura di qualsiasi pezzo e/o recensione necessariamente e giustamente impone – di scrivere alternativamente in prima persona, per rendere al massimo la gioia, la bellezza, l’intensità, il dolore e tutte le prismatiche e caleidoscopiche sensazioni che Titanic, ancora a distanza di oltre due decenni, riesce a suscitare e smuovere dentro, come un terremoto adrenalinico ed emozionale.

Titanic compie 25 anni: emozioni incontenibili

Il 9 febbraio 2023 il Titanic salpa nuovamente da Southampton, e noi telespettatori con lui.

Col cuore in gola, riguardando ancora una volta una tra le pellicole più appassionanti e straordinarie della storia del cinema, si spera che il transatlantico più famoso e dannato possa finalmente raggiungere New York.

Naturalmente resta un sogno, forse legato alla fanciullezza, al cuore che ama l’amore e il lieto fine, come solo i cuori ancora vergini spesso osano. Eppure un cuore non più tanto ingenuo, né tantomeno in erba, desidera ancora fortemente che Rose e Jack possano entrambi sopravvivere al disastro, consumatosi tra le gelide acque dell’Oceano Atlantico nell’ormai lontano 15 aprile 1912.

Così decido di tuffarmi in quest’avventura, con occhi e mente diversi, più adulti ma ancora tremendamente fanciulli e sognatori, fruendone, tra l’altro, come telespettatrice al cinema per la prima volta.

E nonostante fosse ormai cucita addosso la magnifica trama del film, insieme alle battute dei protagonisti, è stato per il mio cuore uno straordinario esordio. Ogni scena trasmetteva il medesimo messaggio in maniera inedita, comunicando emozioni inedite.

Ho sofferto con Rose i suoi tormenti dell’anima, così come ho tirato un respiro di sollievo quando Jack l’ha salvata per la prima volta alla prua del transatlantico.

Mi sono divertita, ridendo di gusto, durante la loro maldestra ma già verissima conoscenza, quando, seppur estranei e lontani anni luce per cultura ed estrazione sociale, erano già così intimi e inseparabili.

Ho gioito con Rose alla festa con Jack, in cui, forse per la prima volta nella sua vita, imparava a vivere davvero e lasciarsi sedurre e contagiare dall’irrinunciabile libertà.

Mi disperavo con lei per il peso egoistico che sua madre le metteva sulle spalle, “vendendola” ad un matrimonio dorato ma privo d’amore e magia.

Ancora, ho amato con Rose, in quell’auto diretta su una stella insieme a Jack. Con lei ho ansimato ed elevato lo spirito a qualcosa di sublime, ancestrale, sconosciuto agli animi e ai cuori puritani.

E poi il dannato momento dell’impatto del Titanic con l’enorme iceberg, che risulterà ancora purtroppo fatale. Lì, in quella scena, ho continuato a pregare con il vicecapitano che la nave finalmente virasse in tempo: “Stavolta ce la fa!” Ripeto a me stessa. Ma il sogno di “fanciulla” si infrange ancora una volta, creando uno squarcio nel cuore, così come l’iceberg crea fin dentro le paratie del Titanic, sperando in una virata che non avverrà mai. E il cuore si agita, sussulta, tenta di dar consigli: “Ma cosa fai? È un film! Con una trama strutturata su un evento storico irreversibile!” Mi fa la coscienza, che saputella e consapevole mi riporta alla realtà, su quella poltrona del cinema, che spesso, durante la proiezione, ho abbandonato per unirmi ai passeggeri, alle loro storie, ai loro travagli e ai loro desideri.

Titanic compie 25 anni: emozioni sempre più vivide

Così ritorno sul Titanic. All’affondamento mancherà poco più di un’ora ormai, e intanto con Rose cerco disperatamente un modo per liberare Jack, vittima dell’inganno e della sopraffazione dettati dalla gelosia del ricco e tronfio fidanzato di Rose, Cal Hockley (Billy Zane).

Corro con lei, piango con lei, fermo il respiro con lei, quando, immergendosi nell’acqua gelata che, ormai invade senza tregua la nave, finalmente raggiunge Jack. Ansia, fiato sospeso. Sospiro, mentre Rose, ad occhi chiusi, guidata solo dall’amore, con un colpo d’accetta d’emergenza fortunato, riesce a liberare il suo Jack.

Sembra giungere il momento in cui Rose, raggiungendo una scialuppa, può trovare salvezza. Ma il momento è così inverosimile che il mio cuore, forse anche prima del suo, non crede possibile una tale risoluzione: Jack non è con lei! Così, restando fedele a se stessa e al suo amore, Rose balza letteralmente fuori dalla scialuppa, da quella che sarebbe stata per lei salvezza sicura, in nome di quel motto, ormai divenuto un mantra per l’amore: «Salti tu, salto io, giusto?»

La tensione ritorna, facendomi tremare con Rose e Jack, fino all’ultimo istante in cui, intrappolati dietro quel cancello chiuso a chiave, finalmente riescono a liberarsi, aggirando la morte mediante un annegamento per nulla opportuno, che non avrebbe reso giustizia a quell’amore in quella gelida notte di terrore.

Poi eccoli, vicini alla salvezza e vicini alla morte, al tempo stesso, forti solo di quell’amore che riesce ad infondere coraggio a entrambi.

Intanto avverto su di me il medesimo dolore e il medesimo senso di colpa e inadeguatezza, avvertito dal capitano della nave (Bernard Hill) – esemplare il suo ritiro nella cabina di comando, arrendendosi alla sua dipartita con enorme senso di responsabilità – e dall’ingegnere Andrews (Victor Garber). Sentimenti dialettici, rispetto alla viltà dimostrata dall’imprenditore Ismay (Jonathan Hyde), che non perde occasione per salvare se stesso, senza apparente rimorso.

Ho provato una tenerezza anni luce al di là della commozione per la coppia di anziani abbracciati sul letto, mentre aspettano di morire insieme.

Ma ho provato tanta rabbia e pena per una mamma che alla fine si arrende, trascinando nel baratro anche i suoi due piccoli figli.

Insieme ai protagonisti, e ai vari personaggi della pellicola, ho letteralmente vissuto ogni infinitesimale emozione, azione, scelta e comportamento, credendo fino alla fine che non ci fosse più una fine.

«Ce la caveremo». Queste le parole di Jack, già morente e congelato. Io ci ho creduto ancora una volta!

Ho pianto ancora nell’udire la promessa di Rose a Jack: «Non lo dimenticherò Jack. Non lo dimenticherò mai», e ho capito con una consapevolezza oltremodo maggiore l’importanza e l’autenticità di quell’amore e della gratitudine a quell’amore profondo, totale, disarmante, sconfinato, splendido, inedito, genuino, intramontabile, eterno! Con Rose ho rivissuto quell’amore, comprendendo anche tutta la delicatezza e la sensibilità estrema di cosa significhi custodire nel cuore un segreto immenso come quell’amore, l’unico capace di fare apprezzare la vita con tutta la sua incredibile miriade di sfumature. E quel segreto non ha a che fare con la menzogna, bensì con la verità, che diviene necessario tacere qualche volta, proprio per evitare di infrangerla, di violarla e sciuparla: «Ma ora sapete che c’era un uomo di nome Jack Dawson, e che lui mi ha salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata…»

La storia di Titanic è dunque una storia di salvezza, fisica emotiva e spirituale, piuttosto che di morte e naufragio. Perché la bellezza e la speranza si nutrono voracemente di quell’amore, che solo poche persone riescono davvero a sperimentare in questa vita.

E infine, con l’orologio iconico che segna l’ora esatta dell’affondamento del Titanic, ossia le 2:20, e l’ultimo bacio sognato da Rose, cala nuovamente il sipario su una delle più struggenti storie d’amore mai raccontate e su una pellicola cinematografica, ritenuta ormai a pieno titolo un cult d’eccezione.

 

Foto di: Pixabay

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