Uccidi il mostro di Vincenzo Messina sarà tra i corti presentati nel corso della rassegna “NiC – Napoli in Cinema”. Il festival, organizzato da Avamat e dalla distribuzione cinematografica indipendente NiC del gruppo Avamat, ha come obiettivo principale la realizzazione di storie originali, con un’idea registica d’avanguardia. Per diffondere ulteriormente il messaggio tra i giovani, nel 2022 è nata l‘Avamat School, che mira alla preparazione di aspiranti cineasti under 25 che vogliono realizzare film. Oltre alla formazione, Avamat School dà l’opportunità di collaborare alla produzione di film sotto la supervisione di professionisti nel corso di tirocini e stage presso l’ABANA e UNISOB. Con la rassegna, Avamat e NiC portano alla luce, tra gli altri, il lavoro degli allievi con le idee più originali.
Nel corto Uccidi il Mostro, Vincenzo Messina racconta la storia di un uno sceneggiatore – interpretato dal talentuoso attore Gennaro Silvestro (I Bastardi di Pizzofalcone, serie tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni) – in crisi e pieno di vizi, la cui innata capacità di scrivere e, nel corso della storia, di adattare un libro per il cinema, è minato da una sorta di atteggiamento quasi da hikikomori, con l’eccezione che lui esce per portare a spasso il cane, l’unica creatura che sembra avere a cuore. Il suo atteggiamento che mette a repentaglio anche il suo rapporto con la famiglia e continua a procrastinare perché proprio come il suo autore, dà il meglio sotto pressione. Un incontro inaspettato cambierà la sua vita ma non faremo spoiler. In attesa di vedere il film Uccidi il Mostro, il 20 Settembre al cinema Partenio Avellino, abbiamo intervistato Vincenzo Messina.
Vincenzo Messina, il protagonista di Uccidi il mostro, appare come un re della procrastinazione, anche nella vita e negli affetti. Un male comune a tutti gli scrittori?
Non lo so, io non mi considero uno scrittore ma la metafora della procrastinazione può rifarsi a qualsiasi lavoro o semplicemente all’idea di un “Lavoro Commissionato”. C’è un tempo per pensare e un tempo per fare. In questo caso il protagonista della storia diciamo che ci ha pensato troppo.
In Uccidi il mostro, sentiemo parlare di Amarillo, un software che giudica se uno scritto è valido e commerciabile. L’Intelligenza Artificiale porterà ad avere un giudizio sterile, lineare e asciutto dei prossimi film?
Spero di no, Non credo che l’intelligenza artificiale possa sostituire il genio che sta dietro una mente umana. Certo può essere utile per organizzare il lavoro ma creare una storia fortunatamente richiede ancora delle emozioni che un software non può avere
La “creatura” del bosco potrebbe essere la metafora di una mente tormentata che arriva al limite e in qualche modo si resetta, producendo un successo?
Lo Yeti è la metafora del “riconsiderare”. Nel caso del protagonista dopo essersi trovato faccia a faccia riesce a trovare lo spunto creativo per scrivere la storia perché ci crede, ma paradossalmente non viene creduto da nessuno.
Vincenzo Messina, in merito all’ultima battuta del film Uccidi il mostro: che cos’è il Genio?
Domanda difficile, non credo esistano Geni in questo lavoro. Si può essere Geniali ma solo ogni tanto.
Immagine in evidenza e foto articolo per gentile concessione di Vincenzo Messina.