Un lungo viaggio nella notte | Recensione del film

Un lungo viaggio nella notte | Recensione film

Un lungo viaggio nella notte è un film del 2018 diretto dal regista cinese Bi Gan.
Presentato alla 71esima edizione del Festival di Cannes, in Italia è giunto nelle sale soltanto a luglio del 2020, distribuito da Movies Inspired.
Il film racconta un viaggio nel passato, che si confonde con le trame oniriche di un sogno che sembra sempre più reale, ma allo stesso tempo sempre più mendace e lontano dalla realtà.

Trama di Un lungo viaggio nella notte

La traduzione esatta del titolo del film sarebbe Le ultime notti sulla Terra, ma è noto ugualmente con il nome internazionale Long Day’s Journey Into Night.
Un lungo viaggio nella notte narra la storia di Luo Hongwu (interpretato da Huang Jue), che dopo la morte del padre, torna al suo paese natale. Dodici anni prima se n’era andato dopo la morte dell’amico Randagio, giovane che viveva di piccoli espedienti e furti, probabilmente coinvolto con i traffici della malavita locale.
Randagio aveva una fidanzata, Wan Qiwen (interpretata da una bellissima Tang Wei) che Luo aveva a suo tempo cercato e con la quale era nata in seguito una strana relazione.
Dopo dodici anni, Luo è di nuovo intenzionato a trovarla, attraversando posti strani, incontrando gente curiosa e non riuscendo più a distinguere la realtà dal sogno.

Il film si divide in due parti, dove il titolo della pellicola fa da netto spartiacque tra il primo e il secondo tempo: nella prima parte, Luo si mette alla ricerca di Wan Qiwen, inframezzando il suo ricordo a quello di sua madre, tendendo quasi a paragonarle, a metterle sullo stesso piano.
Luo perse sua madre da bambino, e in Wan è come se avesse voluto ritrovarla, forse inseguendo un suo pensiero egoistico, o perché intrappolato in un mondo nostalgico che non lo fa proseguire nel suo cammino.
Il colore verde predomina la scena, sul vestito di Wan, sulla vegetazione, un verde cupo, che si confonde con il buio circostante, che rievoca il sogno, la lunga notte del titolo, dando adito ad un’atmosfera puramente murakamiana.
Difatti, quasi tutte le scene di Un lungo viaggio nella notte sono ambientate, appunto, di notte o al chiuso, o con la pioggia sullo sfondo. Vi sono poche luci, poche scene di luce naturale, quasi sempre è una luce artificiale ad illuminare gli ambienti.
La seconda parte del film mette in risalto il viaggio onirico che Luo compie attraversando cunicoli stretti e bui, tunnel di pietra e improvvisati casinò all’aperto, dove i volti delle persone che Luo incontra si confondono con quelli di Wan e la madre di Randagio, dando così vita ai ricordi abbandonati in un luogo recondito della mente, mostrandosi in tutta la loro caoticità e irruenza.

Viaggio tra sogno e realtà

Un lungo viaggio nella notte accompagna lo spettatore in un viaggio bislacco, sconclusionato, seguendo alla cieca le ricerche di Luo, che nonostante si senta perso, continua a vagare tra ricordi ingannevoli e verità fiebili.
La stessa Wan Qiwen appare come un bellissimo e sensuale miraggio, con quel suo vestito verde satinato dal modello retrò e la sua figura esile, che fa da improbabile Beatrice in un viaggio dove Luo/Dante percorre il labirinto della mente, alla ricerca dei suoi ricordi, del suo amore mai assopito, di un calore che non ha mai smesso di bruciare, come le sigarette che per tutta la durata del film continua ad accendere e spegnere.

Un lungo viaggio nella notte è disponibile in streaming su Amazon Prime Video.

Fonte Immagine: Foto Promozionale Prime

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