Valerio Mastandrea, attore eclettico del cinema d’autore

Valerio Mastandrea

Nel vasto panorama del cinema italiano spesso ci si dimentica della versatilità e del talento di  attori come Valerio Mastandrea. Nato il 14 febbraio 1972 a Roma, Mastandrea ha conquistato il pubblico, in particolare, del cinema d’autore. La sua carriera lo ha reso uno dei più talentuosi e distintivi attori della sua generazione.

Fin dai suoi esordi, Mastandrea ha manifestato un talento naturale per la recitazione. Dopo aver frequentato la Scuola Nazionale di Cinema di Roma, ha iniziato a farsi notare come opinionista grazie al Maurizio Costanzo Show. In effetti, fu proprio Maurizio Costanzo a permettergli l’accesso al mondo dello spettacolo quando Mastandrea ancora sedeva tra il pubblico del suo programma. Mastandrea si è fatto conoscere anche nel programma Quelli che…il calcio, mentre il debutto cinematografico arriva con Ladri di cinema del 1994.

Nel mondo del cinema italiano si fa notare anche con film come Palermo Milano – solo andata (1995) di Claudio Fragasso, dove ha recitato accanto a nomi destinati a diventare grandi nel panorama cinematografico italiano, tra cui Adriano Giannini e Raoul Bova. Valerio Mastandrea ha continuato a consolidare la sua carriera con ruoli rilevanti in film come La prima cosa bella (2010) di Paolo Virzì, dove ha interpretato il ruolo di Bruno Michelucci, professore di lettere di mezz’età in un istituto alberghiero di Milano, un uomo infelice e fondamentalmente insoddisfatto della sua vita, per cui Mastandrea ottenne plauso unanime dalla critica e il premio come Miglior Attore Protagonista ai David di Donatello.

Valerio Mastandrea ha fatto la sua comparsa sul grande schermo in produzioni di spicco come Romanzo di una strage (2012) di Marco Tullio Giordana e Perfetti sconosciuti (2016) di Paolo Genovese. Recentemente, ha interpretato l’ispettore Ginko nel film Diabolik dei fratelli Manetti e il tassista divorziato Loris nel celebre Siccità, sempre di Paolo Virzì. Ha anche recitato nell’acclamatissimo film di Paola Cortellesi C’è ancora domani (per il quale Mastandrea è stato nominato ai David di Donatello di quest’anno) e Adagio di Stefano Sollima, entrambi tra i migliori film italiani del 2023.

Oltre alla sua carriera cinematografica, Valerio Mastandrea si è cimentato anche nel doppiaggio, prestando la sua voce all’Armadillo, uno dei personaggi più amati delle serie animate Netflix di Zerocalcare (Strappare lungo i bordi e Questo mondo non mi renderà cattivo). L’Armadillo doppiato da Mastandrea, la cui voce conserva i tratti dialettali tipicamente ‘romaneschi’, è la perfetta “Coscienza di Zero” che ha conferito alla serie ancora più notorietà, divenendo un prodotto d’intrattenimento autentico e iconico anche nel mondo dei social. 

Uno dei tratti distintivi di Valerio Mastandrea è la sua capacità di incarnare con autenticità  ogni ruolo, mantenendo sempre una certa romanità nel suo stile recitativo, alquanto evidente nella sua spontaneità e il senso dell’umorismo, eredi di una cultura attoriale che affonda le sue radici in attori come, ad esempio, Gigi Proietti, stimato da Mastandrea, come egli ha fatto presente diverse volte in alcune interviste.

Grande tifoso della Roma, cerca di spiegare questa sua passione al figlio nella poesia “L’antiromanismo spiegato a mio figlio“, che ha avuto un interessante riscontro mediatico.

Mastandrea continua a ispirare e affascinare il pubblico italiano e internazionale. Il futuro dell’attore probabilmente risiederà anche nella regia, che lui stesso ha già avuto modo di sperimentare con alcuni cortometraggi. 

Fonte immagine: Wikipedia

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