Xenomorph: perché l’alieno di Alien ci fa così paura

Xenomorph: perché l'alieno di Alien ci fa così paura

Xenomorph è il nome della specie dell’alieno che, dal 1979, terrorizza i fan dell’horror e dello sci-fi col suo debutto in Alien, diretto da Ridley Scott e scritto da Dan O’Bannon. Da allora il franchise si è espanso e ha toccato diverse forme di intrattenimento, dai fumetti ai videogiochi, innestando saldamente nell’immaginario lo xenomorph come uno dei mostri più spaventosi della storia del cinema. Ma cosa rende gli xenomorph così inquietanti? Quali sono gli elementi narrativi e di design che rendono questa paura possibile?

Come già accennato, tutto è cominciato nel 1979 con Alien la cui trama ruota intorno ad una ciurma a bordo di una navicella, la Nostromo, di proprietà dell’azienda Weyland-Yutani, che si ritroverà a dover sopravvivere gli attacchi di un alieno a bordo. La trama, così riassunta ai suoi elementi più basilari, può sembrare alquanto scarna o derivativa di altri film precedenti ad Alien. Ma quindi cosa rende speciale questo film? La chiave sta nel genio del creature designer H. R. Giger e dei suoi lavori che hanno fornito l’ispirazione non solo per lo xenomorph, l’alieno di Alien, ma anche per le ambientazioni del film. Tutti gli elementi visivi ispirati ai lavori di H.R. Giger hanno un’innegabile connotazione sessuale inquietante che viene meglio resa esplicita nel design dell’alieno in ogni fase del suo ciclo vitale.

Il primo incontro con lo xenomorph avviene quando la ciurma sbarca su di un pianeta da cui ricevono un segnale di soccorso e uno dei membri, Kane (John Hurt), entra in contatto con un uovo coriaceo interrompendo lo stato di stasi in cui si trovava. L’uomo viene immediatamente attaccato dalla creatura che risiede nell’uovo. Si tratta del primo stadio nel ciclo vitale dello xenomorph: il facehugger (letteralmente abbracciafaccia) che rappresenta il suo stadio larvale. Kane viene portato nell’infermeria della Nostromo e riusciamo finalmente a vedere bene cosa gli sia successo. L’alieno si presenta come una sorta di ragno dalle gambe lunghe e sottili, ha un corpo simile ad un limulo e ha una lunga coda. L’attacco è alquanto violento, anche senza uno spargimento di sangue, visto che le zampe permettono di effettuare balzi impressionanti e la coda si stringe attorno il collo della vittima impedendone la rimozione. Si scopre anche che il sangue della creatura è altamente corrosivo e capace di sciogliere i metalli quanto il resto della ciurma prova ad effettuare un’incisione. Il facehugger è il primo stadio in cui l’immagine sessuale di queste creature viene resa nota ma, soprattutto, è il momento in cui il vero motivo per cui queste creature ci terrorizzano viene reso noto. Infatti, non è difficile notare la somiglianza tra le zampe dell’alieno e delle mani umane che stringono la testa di Kane, inoltre va ricordato che il motivo dell’attacco è il proseguimento del processo di crescita dello xenomorph. In effetti, il motivo per cui il facehugger si attacca al viso delle sue vittime è per poter inserire un tubo, nella cavità orale delle vittime, al fine di impiantare un embrione e fornire ossigeno alla vittima, per assicurare la sopravvivenza di quest’ultima e dell’embrione. Diventa quindi chiara la correlazione tra l’immagine creata dalla larva di xenomorph, le sue azioni e la metafora che incarna, si tratta effettivamente della rappresentazione di uno stupro.

Le sembianze delle gambe del facehugger e la chiara immagine fallica del tubo spinto nella gola di Kane diventano ovvi riferimenti ad un aggressore che viola la cavità orale della vittima. È in questo momento di realizzazione che vanno sottolineate due cose: prima tra tutte il fatto che la larva di xenomorph sta abusando di un uomo e non di una donna, che statisticamente rappresenta la maggioranza delle vittime, sfrutta le insicurezze del pubblico maschile per incrementare il suo effetto horror. La seconda cosa da notare è che questa interpretazione dei fatti che avvengono nel film è esattamente ciò che Dan O’Bannon (sceneggiatore) voleva.

In The Beast Within: The making of Alien, Dan O’Bannon dice: «Una cosa che disturba tutti è il sesso. Tutti vengono agitati dal sesso. Mi son detto che questo sarà il mezzo con cui attaccherò il pubblico, lo attaccherò sessualmente. E ovviamente non andrò contro le donne nel pubblico, attaccherò gli uomini. Metterò ogni immagine che mi viene in mente che so farà accavallare le gambe agli uomini nel pubblico. Uno stupro orale omosessuale.» L’asprezza della rappresentazione potrebbe essere alimentata dall’omofobia probabilmente presente tra gli spettatori maschi. Buona parte dell’omofobia coinvolge il sessismo, in vari modi, insieme alla paura di essere percepiti in uno stato femminile, sinonimo di debolezza per gli uomini in una società patriarcale come la nostra. Lo stupro tra maschi, con lo scopo di dominare l’altro, è presente in molte specie, primati inclusi, e gli esseri umani non sono un’eccezione. Sebbene spesso si usi la parola omofobia per indicare discriminazione e odio provati nei confronti di omosessuali, è curioso notare le istanze in cui questa sembra essere una manifestazione di paura, nel senso più letterale della parola, a causa dell’esistenza dello stupro maschile e del modo in cui l’argomento viene trattato dal patriarcato stesso che nutre certe azioni. Questi uomini finiscono per aver paura di altri uomini attratti dalla mascolinità perché hanno paura di diventare vittime, han paura di essere stuprati e trattati nel modo in cui trattano le donne. In quest’opera, l’uomo-stupratore è sostituito dallo xenomorph nei suoi vari stadi di crescita e il suo aspetto mostruoso non fa altro che rafforzare la paura nella mente delle vittime. È bene ricordare che la nostra società resta patriarcale e sessista nonostante i progressi fatti e va tenuto in mente che Alien è stato realizzato per un pubblico di 45 anni fa. Quando si parla di uguaglianza di genere, si tendeva ad accettare più facilmente una donna che presenti tratti mascolini piuttosto che un uomo che dimostri tratti femminili, questo perché la femminilità è considerata una debolezza, quindi meno accettabile della mascolinità. È uno dei motivi per cui il personaggio di Ripley è ancora così tanto amato anni dopo il suo debutto.

Per stupro, spesso, si intende un atto di violenza perpetrato da uomini contro donne o minoranze. Per questo motivo, il concetto di un uomo stuprato, nel patriarcato, ha la connotazione di un uomo che diventa come una donna entrando in uno stato di debolezza. Le interazioni sociali maschili includono spesso la derisione degli uomini percepiti come femminili aggiungendo uno strato di stigma sociale ad un atto già deplorevole e il cinema, come quasi ogni altro media, non è privo di vittime maschili, i cui abusi, vengono sfruttati per deriderne o per gag di dubbio gusto. La mostruosità dello xenomorph, sotto questa chiave di lettura, andrebbe anche a rappresentare il modo in cui gli uomini trattano altri uomini quando questi sono vittime di violenze sessuali.

L’alieno facehugger presente in Alien, metaforicamente uno stupratore, trae il suo potere di assalire la mente del pubblico da fenomeni sociali preesistenti. Il film è già pieno di rappresentazioni di organi sessuali, sia maschili che femminili e l’allusione allo stupro, nell’assalto della larva di xenomorph, si allinea con il tema del film di mescolare mascolinità e femminilità. Un aspetto, prima sorvolato, dell’anatomia del facehugger è l’immagine creata del lato inferiore dell’alieno stesso che nasconde una grottesca rappresentazione di una vulva, da cui proietterà il tubo con cui viola il cavo orale delle sue vittime. Con il modo in cui si mescolano maschile e femminile, ritorniamo nuovamente allo stupro di Kane. La vittima, un uomo, viene trasformata in uno stato femminile di debolezza in cui viene privata della propria autonomia e l’intera scena serve a sottolineare il tema del film.

Dopo non molto tempo il facehugger muore, Kane sembra in salute e la ciurma comincia i preparativi per poter ritornare alla loro ibernazione per poter affrontare il viaggio di ritorno verso casa. Durante un ultimo pasto celebrativo in cui tutto sembra filare liscio, Kane comincia a soffocare e ad avere un’emorragia. Tutti cercano di aiutarlo mentre si agita e ha delle convulsioni. Questo evento è frutto del facehugger che ha usato il tubo infilato nella gola di Kane per impiantare un embrione parassita nel suo torace. In pochi attimi finisce tutto e dal petto di Kane fuoriesce una nuova creatura che si è fatta strada violentemente per poter nascere, si tratta del chestburster. Le implicazioni falliche vengono rafforzate dal fatto che il tubo responsabile della “gravidanza” di Kane imita un pene che ingravida una donna. La metafora del facehugger stupratore continua nella metaforica femminilità della vittima e ci ricorda, ancora una volta, del fatto che Kane è stato completamente privato della sua autonomia durante i fatti. Ovviamente il fatto che la vittima muoia durante questo “parto” è ricco di implicazioni sugli orrori delle violenze sessuali e della necessità di dover ancora lottare per il diritto all’aborto. L’attacco ci viene mostrato come brutale, una creatura anguilliforme con caratteristiche rudimentali della sua forma adulta si fa strada perforando la gabbia toracica, incurante del corpo che l’ha ospitato fino a qualche secondo prima e creando un vero bagno di sangue. Il frutto di questo parto grottesco non è umano e la sua forma fallica incarna l’aggressività dello stupro.

Man mano che l’alieno cresce e matura, questi aspetti fallici non vengono persi nonostante assumerà una nuova forma umanoide da adulto, lo xenomorph. L’iconico alieno di Alien è basato su una delle opere surrealiste di H. R. Giger, Necronomicon IV, che combinava una figura umana con elementi fisici dalla forte immagine fallica. Nonostante il design della creatura è stato moderato per renderlo più plausibile, buona parte degli elementi psicosessuali del design sono rimasti. Basti pensare alla testa della creatura, che meglio rappresenta l’immagine fallica che Giger ha voluto infondere nelle sue creature. Le bocche della creatura espellono costantemente copiose quantità di saliva donando un aspetto umido e organico. Si parla di bocche, e non di bocca, perché uno dei tratti distintivi più iconici dello xenomorph è la sua mascella secondaria interna, con la quale è capace di penetrare crani e toraci.

Lo xenomorph è profondamente ammirato da un altro personaggio, Ash (Ian Holm), che lo descrive come l’organismo perfetto. Ash, nonostante sembri un uomo, è un robot al servizio dell’azienda Weyland-Yutani, stessa azienda che ha mandato la ciurma in missione sulla Nostromo, mandato a bordo per assicurare l’approvvigionamento di un alieno da poter portare sulla Terra ad ogni costo al fine di poterlo studiare, anche se ciò significa sacrificare il resto della ciurma. Quando Ripley (Sigourney Weaver) scopre che Weyland-Yutani li ha di fatto traditi, Ash la attacca per impedirle di rivelare la verità al resto del gruppo e sabotare la sua missione. In quel momento la intrappola chiudendo le porte e poi la colpisce facendola cadere a terra. Ash prende una rivista, la arrotola e sembra volerla infilare nella sua bocca per soffocarla. In realtà, Ian Holm (l’attore che interpreta Ash) sembra solo premerla contro le labbra di Sigourney Weaver (Ripley) perché infilare violentemente una rivista arrotolata nella bocca di qualcuno rischia di causare del dolore, ma l’assurdità dell’azione contribuisce all’horror della scena. Ripley si dimena freneticamente per qualche secondo finché Parker (Yaphel Kotto) non arriva sulla scena per salvarla colpendo Ash con un estintore. In questa scena l’androide sembra rispecchiare l’alieno e il suo attacco parallela lo stupro in un modo alquanto simile. Abbiamo di nuovo un soggetto mascolino non umano nella figura di Ash e una figura femminile in Ripley, c’è un chiaro sottotesto di aggressione sessuale visto che Ash, ammirando l’alieno, lo imita. Tuttavia, l’androide non è un uomo e, probabilmente anche se non confermato, è fisicamente incapace di poter stuprare Ripley come potrebbe un umano con organi sessuali funzionanti. Ash, quindi, usa una rivista come sostituto fallico per l’atto. Atto che in origine era solo l’adempimento di un ordine del suo padrone si trasforma in un gesto egoistico di violenza sessuale e dominazione. Alla fine della scena Ash è morto e Ripley, seppur scossa, è salva ma, per sicurezza, i resti di Ash vengono inceneriti per esser certi che l’androide corrotto venga rimosso dal mondo.

Gli orrori non cessano e l’alieno elimina l’equipaggio membro dopo membro, finché non restano solo Ripley e il gatto, Jonesy. Il duo prova a recarsi verso la navetta di salvataggio dopo aver avviato il processo di autodistruzione della Nostromo per eliminare lo xenomorph ma quest’ultimo gli blocca la strada. Armata di lanciafiamme, Ripley prova a scacciare il mostro mentre supplica il computer a comando della navicella di annullare il protocollo di autodistruzione. Dopo diversi tentativi a vuoto, la nostra eroina, ed unica superstite, trova pochi attimi di sollievo in cui l’alieno sembra essersi allontanato definitivamente dall’entrata della navicella di salvataggio. Sono momenti molto brevi perché il computer le ricorda che ha solo 5 minuti per poter abbandonare la nave prima che questa si autodistrugga. La fuga di Ripley e Jonesy avviene poco prima che la Nostromo esploda e sembra che tutto sia finito.

Ripley può finalmente rilassarsi credendo che il peggio sia passato. Decide di spogliarsi, rimanendo in biancheria intima, e va al pannello di controllo per effettuare alcuni controlli, solo per scoprire che la creatura si è infilata a bordo e sta riposando dietro i comandi. In questa situazione Ripley si trova in uno stato di vulnerabilità sessuale. È  quasi nuda ed ha molta pelle esposta, compresa la parte superiore delle natiche, una parte del corpo generalmente considerata oggetto di attrazione sessuale. Sta esprimendo la sua femminilità, generalmente associata alla debolezza mentre è intrappolata in uno spazio ristretto con un alieno letale che incarna il concetto di stupro. È una combinazione di elementi che crea una situazione davvero terrificante che va a far da apice ai temi del film.

Sull’orlo del panico, Ripley riesce a calmarsi per preparare un piano d’attacco. Silenziosamente, indossa una tuta spaziale per poi depressurizzare l’abitacolo per asfissiare l’alieno. Nonostante il l’attacco subito, l’alieno sembra ancora in perfetta salute e si accinge ad attaccare Ripley mentre siede sul sedile di comando. La nostra eroina riesce ad aprire velocemente il portello della capsula e lo xenomorph viene risucchiato dal vuoto del cosmo, ma l’alieno ha ancora abbastanza forza per potersi aggrappare al portello e prova a tornare a bordo. Ripley lo colpisce con una sorta di arpione ma il mostro non cede ed è qui che Ripley attiva il motore della capsula lanciando l’orrenda creatura nello spazio definitivamente.

È degno di nota il fatto che Ripley, una donna che verrebbe subito percepita come un’ovvia vittima, sia capace di uccidere il mostro stupratore mascolino. Tenendo a mente tutto questo, non sorprende che Alien venga spesso considerato un film femminista. Non succede solo perché Ripley è un’eroina/protagonista femminile, ma anche per tutte le implicazioni di una donna capace di sconfiggere aggressori maschi e simboli degli aspetti più marci del patriarcato.

Alien presenta tante allusioni al tema dello stupro, così come ai suoi temi di sesso e genere in generale. Ogni riferimento fatto a questi tabù culturali viene utilizzato espertamente per creare paura e disagio nel pubblico anche dopo tutti gli anni passati dalla prima proiezione del film nel 1979. «Nello spazio nessuno può sentirti urlare» è lo slogan del film e gli spazi claustrofobici delle ambientazioni illustrano brillantemente il panico che proverebbe ognuno degli spettatori se si ritrovasse intrappolato in uno spazio ristretto con uno stupratore omicida o due. La pellicola riesce perfettamente a sedimentare nell’inconscio del pubblico la paura degli xenomorph sfruttando tutto ciò che ha reso Alien un classico. Dal generale senso di scomodità generato da discussioni e rappresentazioni a tema sessuale, specialmente se non a seguito del proprio esplicito consenso, agli ovvi riferimenti a tabù culturali quasi universali come lo stupro e il mescolamento di tratti fisico-sociali di genere, ogni singola scena serve come commento sulla società e pugnale puntato verso gli individui responsabili di certe atrocità.

Purtroppo, nel corso della vita del franchise questi temi vengono attenuati per attrarre un pubblico più ampio ma Alien resta un franchise inquietante profondamente alieno quanto umano.

Fonte immagine: copertina del film Alien su Prime Video

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