Da poco arrivato nelle sale italiane Your Eyes Tell (in giapponese きみの瞳めが問いかけている, Kimi no hitomi-me ga toikakete iru). È un film del 2020 diretto da Takahiro Mihi, rifacimento della pellicola coreana Always (in coreano 오직 그대만, Ojik geudaeman) del 2011, del regista Song Il-gon.
È un melodramma squisitamente giapponese che promette di ribaltare alcuni canoni classici del genere, rendendo il film più moderno e trasversale.
La trama di Your Eyes Tell
La storia segue due giovani che vivendo le loro rispettive vite con problematiche e drammi personali, finiranno per incontrarsi ed influenzare per sempre il percorso del loro destino. Rui Shinozaki (Ryusei Yokohama) è un ex pugile con un futuro brillante e promettente, mai effettivamente raggiunto, a causa del suo invischiamento in combattimenti clandestini, e Akari Kashiwagi (Yuriko Yoshitaka), un’assistente di call center diventata ipovedente dopo un incidente automobilistico che ha portato anche alla morte dei suoi genitori.
Rui, dopo aver scontato un periodo in carcere, cerca di uscire dal giro malavitoso nel quale ricopriva il ruolo di gorilla, ovvero colui che era incaricato di intimidire anche con la violenza persone in debito con la sua gang. Comincia a lavorare come guardiano in un garage pubblico e qui incontra la gentile Akari, la quale frequentava quel parcheggio una volta a settimana per guardare le puntate di una serie TV romantica con l’anziano signore che lo sorvegliava prima di Rui. I due cominceranno così una lenta e profonda conoscenza, finendo per innamorarsi e scoprire che le tragedie avvenute nelle loro vite sono più intrecciate di quanto avrebbero mai potuto immaginare.
I temi principali (contiene spoiler)
Il senso di colpa
Oltre al romanticismo, che può essere considerato scontato (eppure, nella sua rappresentazione non lo è, ma lo vedremo dopo), c’è un tema silenzioso ma portante, dall’inizio alla fine del film: il senso di colpa. Entrambi i protagonisti soffrono e, in un certo senso, si puniscono per il senso di colpa che nasce dai loro passati. Rui è orfano e finisce per lasciare la sua promettente carriera da boxer per darsi alla malavita con lo scopo di sopravvivere dove, in realtà, è stato e sarà sempre considerato un semplice scagnozzo da poter usare come asso vincente negli incontri illegali di boxe e mai una persona rilevante. A causa della sua posizione, una notte, nel pieno della sua attività da gorilla, Rui minaccia e picchia violentemente un uomo che di conseguenza, pur di liberare la propria famiglia dalle grinfie della gang, si dà fuoco e si lancia dal palazzo nel quale si trova. Rui si sentirà causa diretta di questo suicidio, anche se non è stato lui ad uccidere l’uomo materialmente, e dopo aver scontato la sua pena, decide di porre fine a quella vita e di portare il senso di colpa dentro di sé per sempre.

D’altro canto, Akari si sente responsabile dell’incidente che ha ucciso i suoi genitori, in quanto lei stessa era la persona alla guida. La ragazza perde quasi completamente la vista in seguito a questo incidente, ma si scoprirà più avanti che in realtà la sua situazione sia operabile, che potrebbe recuperare la vista, ma che lei ha deciso di portare quel fardello con lei per sempre, come una sorta di giusta punizione per aver ucciso i suoi genitori. Dunque, fino ad un certo momento del film, tutte le scelte dei protagonisti sono dettate dal senso di colpa, da quello che pensano di meritare per le loro azioni passate.
Il tempo
I tempi del film sono lenti, ma non è necessariamente un punto a suo sfavore. Qui il tempo è scandito con lo scopo di far percepire allo spettatore che questo stia passando, che la città attorno ai protagonisti ed i ragazzi stessi stanno cambiando. Il tempo culla le vicende dall’inizio alla fine, indicando come il suo scorrere stia portando i personaggi a cambiare, a riflettere e a prendere delle scelte. È insolito, soprattutto nei film romantici, percepire la quantità di tempo che passa. Spesso vediamo storie travolgenti fin dal primo momento in cui i protagonisti si conoscono, colpi di fulmine, ed in generale un innamoramento abbastanza veloce, mentre in Your Eyes Tell possiamo perfettamente percepire come i protagonisti abbiano il tempo di conoscersi, esplorarsi e decidere di concedersi di vivere una storia d’amore dolce e lieve, in netto contrasto con le loro vite dolorose. Il tempo viene scandito sia dal meteo che indica il passare delle stagioni, sia dalla tecnica della dissolvenza in nero che circoscrive blocchi narrativi precisi.
Lo sguardo in Your Eyes Tell

Il nome del film lo suggerisce già: gli occhi sono fondamentali per la storia. Oltre all’elemento evidente della giovane protagonista quasi cieca che non può guardare il volto del ragazzo che ama, il film è pieno di sguardi. Fin dal primo incontro, il giovane Rui si sofferma sul volto sorridente e gentile di Akari, restando stregato dalla sua bellezza. Ma questa è una bellezza che va oltre l’aspetto esteriore, perché attraverso lo sguardo ed un abile utilizzo del suono, il film riesce a connettersi ad uno stato più profondo di bellezza. Akari non è solo esteticamente bella, è una donna forte, indipendente, e che nonostante la tragedia che ha segnato la sua vita, ha deciso di vivere con gentilezza, di fare del bene al prossimo. Rui, dal canto suo, è un uomo di poche parole e tende ad esprimersi attraverso gesti di attenzione e, appunto, gli occhi. Infatti, sono quasi sempre le inquadrature a suggerire i suoi sentimenti per la ragazza, piuttosto che le sue parole.
La disabilità
La disabilità della protagonista è rappresentata con realismo e rispetto, e mette in luce le difficoltà che una donna vive nel momento in cui vuole avere una propria indipendenza. Akari lavora in un call center, uno dei pochi lavori che una persona ipovedente come lei riesce ad ottenere, e durante le sue giornate lavorative riceve attenzioni moleste e non richieste dal suo capo, che sfoceranno in un tentativo di stupro. Oltre a mettere in risalto quanto un uomo possa essere meschino e di bassa moralità per approfittare di una persona più debole, quest’ultimo avvenimento farà tentennare la protagonista sul lasciare il lavoro o meno. Verrà fuori una dinamica di potere becera e disperata, che prenderà completamente forma nel momento in cui Rui, dopo averla difesa, le dirà che lavorerà per entrambi così che lei possa lasciare il lavoro. Akari risponderà: «Ma non ti rendi conto che quello che dici mi rende ancora più miserabile?». Questa frase mette in luce quanto la società che la circonda non sia in grado di garantire una vita lavorativa dignitosa alla ragazza che anche di fronte ad una violenza inaudita, pur di sopravvivere, si prende del tempo per riflettere sul licenziamento.
A volte la sua cecità è anche un elemento comico, perché filtrato dal suo modo di vivere la vita e dalle interazioni con un Rui molto silenzioso crea situazioni divertenti.
I contrasti di Your Eyes Tell
La peculiarità della pellicola sta anche nei contrasti ambientali e dei personaggi. C’è un’alternanza di luci ed ombre che va a braccetto con le situazioni vissute dai personaggi: quando questi sono insieme, la luce è sempre presente e trasmette calore e calma, anche quando le vicende che li coinvolgono accadono di notte, c’è sempre una fonte di luce rassicurante. Diversamente, quando le vicende rappresentate hanno a che fare con la violenza di Rui nei suoi combattimenti, o la violenza della delinquenza della gang, o ancora nel tentativo di stupro da parte del capo di Akari su quest’ultima, l’elemento preponderante è il buio. Gli scenari tendono a perdere colore, a rinchiudersi in una cupezza triste e turbante.

Un altro contrasto interessante sono le mani. Le mani di Rui, callose e simbolo di combattimenti e quelle di Akari, delicate che amano creare oggetti in ceramica.
La riscrittura del melodramma
A partire dal protagonista, l’elemento dell’eroe viene ribaltato, in quanto Rui non è un personaggio passivo e puro, anzi, è un perfetto equilibrio tra eroe ed antieroe e questo lo rende un personaggio più umano e realistico con il quale poter empatizzare. Anche Akari, pur essendo comunque il personaggio femminile dolce e che ama incondizionatamente, non è un personaggio passivo o dipendente dall’uomo del racconto, è al contrario indipendente e dinamica con una personalità ben definita.
La musica non è eccessivamente presente ed è strategicamente ben piazzata in momenti specifici del film, e la colonna sonora portante dei BTS – Your Eyes Tell (Map Of The Soul 7) dona il tocco semplice e delicato perfetto per la storia.
Il finale è dolce amaro e non necessariamente tragico come nella maggior parte dei racconti melodrammatici.
Per concludere
Your Eyes Tell è un film che può essere apprezzato anche da un pubblico non avvezzo al genere melodrammatico giapponese proprio perché presenta degli elementi diversi che si pongono in una narrativa trasversale. Un amore delicato, complicato, che cerca di unire due persone tormentate dalle loro tragedie e peripezie personali, ed una rivincita del bene sul male.
Fonte immagine: locandina italiana (casa di distribuzione Adler Entertainment), https://www.adler-ent.com/distribuzione/catalogo/your-eyes-tell/