La dynamic architecture è la nuova frontiera dell’architettura e Dubai, città innovativa per eccellenza, accoglierà probabilmente uno dei suoi frutti: il primo grattacielo mobile della storia. Il progetto prevede la costruzione di un edificio alto quattrocento metri per l’anno 2020. La particolarità? Il grattacielo potrà cambiare forma a seconda della scelta degli abitanti.
Che cos’è la dynamic architecture?
La nuova frontiera dell’edilizia ha fatto vacillare – letteralmente – la più banale immagine di edificio. La dynamic architecture permette di pensare a un edificio che non sia immobile ma possa muoversi, per cambiare a seconda del vento o seguendo la posizione del sole e così via.
Nel 2001, a Curitiba, in Brasile è stato inaugurato Suite Vollard, un palazzo composto da quindici piani circolari, di cui undici in grado di ruotare su se stesso di 360 gradi in un’ora.
Abbiamo un primissimo esempio di dynamic architecture anche in Italia, a Mercellise, vicino Verona. Villa Girasole, una delle prime case rotanti, è stata costruita tra il 1929 e il 1935 dall’ingegner Angelo Invernizzi e dall’architetto Ettore Fagiuoli. La costruzione, a forma di V, ruotava attorno alla torretta centrale lungo binari d’acciaio che descrivono una circonferenza con diametro di 44 metri. L’edificio, che poteva muoversi di 4 mm al secondo – una rotazione completa richiedeva 9 ore circa – è da qualche anno immobile, a causa di un cedimento del terreno che ha deformato le rotaie.
L’architetto italo-israeliano David Fisher è un esperto di dynamic architecture e il suo nuovo progetto è quello di costruire a Dubai un grattacielo di cui gli abitanti possano scegliere la forma. Il risultato è una scultura mobile e mutaforme.
Il primo grattacielo mobile a Dubai
Il suo nome sarà Dyamic Tower. Il progetto prevede la costruzione di un edificio di quattrocento metri ripartiti in ottanta piani capaci di ruotare indipendentemente l’uno dall’altro di 360 gradi. Tecnologie innovative saranno necessarie per la costruzione di moduli prefabbricati che andranno a costituire le unità strutturali di ogni piano.
I piani, prodotti con processi industriali, saranno preventivamente personalizzati dai futuri abitanti. Ognuno di essi sarà portato sul luogo della costruzione del grattacielo con suddivisione di spazi e impianti già realizzati. Più che di una costruzione si tratterà di un assemblaggio sul luogo. I moduli saranno sovrapposti l’uno all’altro e agganciati alla struttura portante in cemento armato, che ospiterà tutti i meccanismi necessari alla rotazione e gli impianti centrali.
Alluminio, acciaio e fibra di carbonio: saranno questi materiali a conferire alla struttura la necessaria combinazione tra leggerezza e resistenza. Il risultato prevede buona resistenza sismica, poca manodopera, tempi di costruzione inferiori del 30%; il tutto coronato da un vantaggio economico. La somma orientativamente si aggirerebbe sui 700 milioni di dollari.
Ultima ma importante caratteristica è la presenza in ogni piano di turbine eoliche posizionate orizzontalmente e di tetti solari che garantiranno ad ogni piano la totale autonomia energetica.
Il progetto, già proposto nel 2014, potrebbe essere realizzato in occasione dell’Expo 2020.
Edifici del futuro: pro e contro della dynamic architecture
Non è da tutti poter ruotare il proprio appartamento di 270 gradi verso Est o di non dover preoccuparsi della bolletta dell’elettricità. Tuttavia, secondo Futurism, gli abitanti per avere questi vantaggi dovranno sborsare fino a 30 milioni di dollari per ogni appartamento.
L’edificio girevole di Fisher non è né il primo né l’ultimo di queste nuove costruzioni mobili che, anzi, rappresentano il futuro dell’edilizia mondiale. E non è un caso che come guida del progresso ci sia, ancora una volta, Dubai.
Tra le altre città in cui Fisher prevede di realizzare i propri spettacolari edifici ci sono Londra, Parigi, New York e Mosca. Non resta che aspettare…