I 6 più spietati serial killer italiani: chi sono?

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Serial killer italiani, 6 storie tristemente famose

Quando sentiamo la parola serial killer, molto spesso il nostro pensiero vola agli Stati Uniti d’America che, attraverso la sua industria cinematografica e televisiva, ha reso nota la figura dell’assassino seriale, che sia esso protagonista di eventi di fantasia, o di fatti realmente accaduti.

Anche il nostro paese ha conosciuto le malefatte di uomini e donne che hanno versato tanto sangue quanto se ne vedrebbe in film di Hollywood: l’unica differenza è che qui le vittime non sono attori, ma persone vere che nella maggior parte dei casi non ha ricevuto la giustizia che meritavano

Al giorno d’oggi è difficile con serial killer possa seminare il terrore per anni senza essere fermato, le nuove tecnologie hanno permesso agli investigatori di accorciare i tempi delle indagini, cosa che non era possibile nel periodo tra gli anni ’80 e i primi anni del 2000.

I serial killer italiani

Donato Bilancia

Donato Bilancia è probabilmente il più freddo e spietato tra i serial killer italiani. Era soprannominato “il killer dei treni”, ed è stato condannato 13 ergastoli e 28 anni per aver assassinato 17 persone tra Liguria e basso Piemonte in appena sei mesi tra il 1997 e il 1998. Le sue prime vittime furono uccise in seguito a vendette personali e rapine, e solo successivamente passò a uccidere prostitute con le quali si appartava. Furono gli ultimi omicidi, quelli avvenuti sui treni liguri, a seminar maggior preoccupazione, considerato che le vittime erano donne e scelta a caso e uccise nei bagni dei convogli. Bilancia fu incastrato per dei mancati pagamenti del pedaggio autostradale e grazie al confronto con il suo identikit fornito da Lorena Castro, unica sopravvissuta di Bilancia. La prova che condusse all’arresto fu il suo DNA rinvenuto sul corpo di una delle vittime. Muore il 17 Dicembre 2020, in seguito dello scoppio di un focolaio di COVID-19 nel carcere di Padova dov’era detenuto.

Ludwig, alias Wolfgang Abel e Marco Furlan

Entrambi provenienti da famiglia benestante, Furlan era infatti figlio del primario del Centro Ustionati dell’ospedale di Verona, dettaglio inquietante se si considera il fatto che la maggior parte delle loro vittime erano state bruciate vive. I due diciottenni cominciarono a uccidere per eliminare dal mondo ogni persona che a loro avviso risultava deviata: prostitute, tossicodipendenti, vagabondi, omosessuali, e persino preti. Furono catturati dopo aver appiccato del fuoco a un cinema a luci rosse a Milano: nel fuoco sei persone furono uccise e trentadue rimasero ferite. In meno di sette anni tra il ‘77 e l’84 uccisero un totale di ventotto persone, quindici di queste solo nel nord-Italia. I due killer usavano rivendicare i propri crimini con lettere in stile neonazista firmate Ludwig. Furlan e Abel sono stati rimessi in libertà rispettivamente nel 2010 e 2016.

Il Mostro di Firenze

Forse il più conosciuto serial killer di questa lista, con la denominazione di “Mostro di Firenze” si fa riferimento a otto casi di duplice omicidio avvenuti tra il 1968 e del 1985 nelle campagne fiorentine. La vicenda fece parecchio scalpore dato che quello del mostro era il primo caso per omicidi seriali in Italia. Le vittime erano tutte giovani coppiette in atteggiamenti intimi che si appartavano con l’auto nelle campagne intorno a Firenze. Il mostro era solito uccidere prima il ragazzo con un colpo alla testa, per poi accanirsi sulle ragazze con un coltello nelle zone del pube e del seno sinistro, parti che in alcuni casi erano state recise e asportate. I tagli sui corpi delle ragazze erano estremamente precisi, tanto che gli inquirenti era convinti fossero stati praticati da un chirurgo. Nell’ambito del caso si tende a dare al “Mostro di Firenze” il volto di Pietro Pacciani, egli fu infatti condannato, poi assolto in appello, e morto prima di una pronuncia definitiva in seguito dell’assunzione di un farmaco sconsigliato per le sue patologie. Per i quattro duplici omicidi il tribunale di Firenze condanna all’ergastolo Mario Vanni e da 26 anni di reclusione Giancarlo Lotti. A oggi il caso rimane ancora un mistero, non si conoscono infatti né il movente, né l’arma del delitto.

Maurizio Minghella

Il cosiddetto “Mostro della Valpolcevera” è stato condannato all’ergastolo per gli omicidi di dieci prostitute compiuti tra il 1997 e il 2001 a Torino. L’uomo commise i dieci omicidi quando era in semilibertà, infatti nel 1978 a Genova aveva già violentato e ucciso cinque giovani ragazze, una delle quali appena quattordicenne: per i cinque omicidi, Minghella passò in carcere diciassette anni, ottenendo nel ‘95 la semilibertà. L’uomo in poco tempo ripresa compiere omicidi portando il numero totale delle vittime a 10. Al momento si trova rinchiuso al 41-bis nel carcere di Pavia. Senza dubbio uno dei peggiori  i serial killer italiani.

Il Mostro di Udine

Con l’appellativo di “Mostro di Udine” ci si riferisce a un serial killer mai identificato ritenuto responsabile di almeno quattro omicidi tra il 1971 e il 1991, dato che solo quattro di essi siano strettamente collegati per le modalità pressoché identiche, come una profonda incisione a forma di S sul ventre eseguita con una lama simile a un bisturi, ma si sospetta che il numero di vittime possa aggirarsi intorno alle 14. Come altri casi i di omicidi seriali in questa lista, la maggior parte delle vittime erano prostitute, morte quasi sempre per strangolamento. Nel marzo del 2019 sono state riaperte le indagini nella speranza di scovare il responsabile di questi efferati delitti.

Menzioni disonorevoli di serial killer italiani
Leonarda Cianciulli

Leonarda Cianciulli era originaria dell’Irpinia, terra che fu costretta a lasciare in seguito del terremoto del 1930, per trasferirsi con il marito a Correggio. Era meglio conosciuta come la Saponificatrice di Correggio, uccise tre donne nella città emiliana, nel 1939 e nel 1940, e trasformò i loro corpi in sapone (usando soda caustica) e pasticcini.

Roberto Succo

Originario di Mestre, Succo era affetto da schizofrenia. All’età di diciannove anni, uccise a coltellate i genitori. Dichiarato infermo di mente, fu internato nell’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, da cui evase approfittando di un permesso premio. Scappò in Francia dove commise altri 5 omicidi, per poi essere arrestato nuovamente al suo rientro in Italia. Morì suicida nel carcere San Pio X di Vicenza.

Gianfranco Stevanin

Gianfranco Stevanin, noto come “Mostro di Terrazzo”, è stato condannato per l’omicidio di sei donne tra il 1993 e il 1994. Agricoltore, in uno dei suoi poderi in provincia di Verona furono ritrovati i corpi di tre donne. Il suo caso ha avuto grande risonanza sui media nazionali e ha sollevato un dibattito sulla questione dell’incapacità dei criminali di comprendere le conseguenze dei loro atti.

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Immagine di copertina sull’articolo “Serial killer italiani”: Wikipedia

A proposito di Valeria

Valeria Vacchiarino (1999), studia Lingue e Culture dell'Europa e delle Americhe a L'Orientale di Napoli, città che ormai considera la sua seconda casa. Amante dei libri, del cinema e del teatro, ha una grande passione per la musica jazz.

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