Una delle problematiche più fortemente sentite nella società odierna riguarda i costanti e sempre più diffusi discorsi d’odio online, vale a dire una serie infinita di affermazioni che hanno trovato largo spazio in rete, soprattutto con l’avvento delle più sofisticate tecnologie. Tali discorsi d’odio online si sono evoluti in un vero e proprio fenomeno sociale da combattere, tant’è che si parla addirittura di un’analisi linguistica volta a prendere in esame quali sono le gerarchie egemoni nella società e come queste vanno a colpire le categorie più deboli non in grado di difendersi.
I discorsi d’odio online vengono alimentati da coloro che, partendo da una direttiva comune e di gran lunga superiore, si ergono a giudici e decretano ciò che è giusto e ciò che è sbagliato nel mondo in cui vivono. Come già ribadito, questo fenomeno si è ampliamente rafforzato con la diffusione dei media e la nascita di social network, quali Twitter, Facebook, TikTok, che hanno generato relazioni interpersonali online in cui ogni utente ha la possibilità di commentare, reagire e condividere determinati contenuti. Tramite questi contenuti, si vengono a creare identità variegate tramite le quali ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee e farsi ascoltare. Tuttavia, non sempre si tratta di punti di vista appropriati e condivisi in quanto, il più delle volte, prevalgono opinioni negative da parte dei cosiddetti haters, cioè quelle categorie di utenti anonimi che denigrano qualsiasi prospettiva differente e generano appunto i discorsi d’odio online.
Quali sono i principali discorsi d’odio online?
Parlare di discorsi d’odio online equivale ad analizzare l’odio nelle sue forme più svariate. L’odio, infatti, ha molteplici sfumature e non sempre viene manifestato apertamente da chi lo diffonde; spesso, si cela dietro un’apparente perbenismo, nelle relazioni confidenziali, oppure si trasveste da schiettezza. Eppure, ci sono alcuni discorsi d’odio online che primeggiano su altri e che sono alla portata del giorno, non solo sul web ma anche nella realtà.
Body shaming
Tra i discorsi d’odio online emerge l’ormai globalmente noto body shaming, vale a dire ogni forma di critica, di accanimento, di derisione nei confronti di chi non rispetta determinati canoni estetici e, di conseguenza, rappresenta il “diverso” nella società. Gli odiatori non fanno che promuovere questi ideali, del tutto erronei, cercando di farsi strada nella sfera pubblica e virtuale e di ottenere quanta più approvazione possibile. Le vittime di tale odio sono costantemente sotto giudizio e vengono attaccate deplorevolmente in ogni contesto e occasione; questo fa sì che i rinomati leoni da tastiera abbiano il diritto di dire e fare ciò che vogliono, quando vogliono e come vogliono. Oggi definire una persona grassa non comporta solo un giudizio estetico, ma anche un malessere psico-fisico da parte di chi lo vive in prima persona. Infatti, tutti i soggetti grassi che si espongono liberamente combattono quotidianamente contro un mondo che impone loro di vivere e di apparire in un determinato modo, e questa loro diversità si rafforza sempre più per mezzo dei discorsi d’odio online.
Autodenigrazione contro le donne
Un altro esempio di discorsi d’odio online, ma ormai affermati da tempo anche nella realtà, riguarda la questione dell’autodenigrazione nei confronti delle donne. Da sempre le donne sono viste nella società come il sesso più debole, quelle ad essere discriminate nei diritti ma obbligate a rispettarne i doveri. Il ruolo della donna ha subito notevoli cambiamenti nel corso dei secoli ma, nonostante la loro decisiva presa di posizione e le innumerevoli lotte femministe, si continua ad assistere quotidianamente ad ogni forma di ingiustizia e di odio verso di esse, soprattutto in rete. L’odio riversato sulle donne, il più delle volte, è innescato da una cerchia ristretta di “uomini” che considerano la donna un puro oggetto nelle loro mani da sfruttare a loro libero piacimento. Per questi individui, essere una donna significa non avere nessuna voce in capitolo, non meritare nessun riconoscimento o gratificazione personale e, soprattutto, non valere nulla nella società in cui si vive. Queste orrende concezioni non solo sono alla base dei peggiori discorsi d’odio online – si leggono una lista infinita di commenti sessisti e disgustosi sotto ai post di molte donne, solo perché scelgono di mostrarsi un po’ di più – ma mettono in moto anche una serie di meccanismi misogini, riprovevoli e, in molti casi, anche pericolosi per l’incolumità di queste ultime. Non è una novità, purtroppo, leggere in rete o ascoltare in tv di quante cattiverie e di quali gesti atroci sono capaci di commettere questi soggetti nei confronti del genere femminile.
Attualmente non c’è un modo adeguato per tenere a bada i discorsi d’odio online, nonostante siano state applicate una serie di restrizioni e punizioni contro chi li commette. Quello che bisogna cambiare è il fatto di poter credere che tutto ciò che ci circonda debba necessariamente passare sotto al nostro giudizio, che ogni cosa diversa da noi e dal nostro modo di pensare e di vedere la realtà sia da condannare inevitabilmente. L’odio si nutre di odio, sia esso virtuale che concreto e, fin quando si continuerà su questa strada, non ci potrà essere nessun miglioramento in positivo. Pertanto, occorre prendere una posizione ferma e decisa, ascoltando le ragioni di tutti e non schierandosi dalla parte di nessuno, soprattutto da chi pensa di detenere il monopolio di tutto.
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