Coloni di Catan, il gioco da tavolo | Recensione

Coloni di Catan

Se vi sentite persone fortunate ed avete voglia di provare un nuovo gioco da tavolo, scoprite Coloni di Catan, il gioco di dadi e commercio che ha spopolato negli ultimi decenni.

Cos’è e come funziona

In Coloni di Catan tutti i giocatori avranno a disposizione delle pedine strada, villaggio e città che dovranno piazzare all’interno della plancia costruibile ex novo. La caratteristica principale di questa plancia, infatti, è proprio nella casualità della composizione, essendoci diciannove caselle esagonali terreno estraibili totalmente a caso e piazzate a proprio piacimento. Sulle tessere esagonali verranno poi, secondo un determinato ordine, piazzate i tasselli numero associati ad ogni singolo esagono di terreno. Ogni giocatore potrà, per iniziare, piazzare due villaggi (a patto che siano almeno a due spazi di distanza gli uni dagli altri) con due strade adiacenti piazzandoli sui vertici e sui lati degli esagoni ed ecco che entrano in gioco i dadi. Ogni turno, infatti, il giocatore dovrà lanciare i dadi che daranno un risultato riscontrabile sulle caselle numero. Per ogni villaggio o città che si affaccia su quella casella, il giocatore otterrà la materia prima corrispondente (mattone, legno, fieno, pietra, pecora). Le materie prime sono necessarie per la costruzione di ulteriori strade e villaggi, per la trasformazione di villaggi in città o per l’acquisizione di carte sviluppo. Queste ultime avranno una funzione specificata sulla carta stessa, in grado di avvantaggiarvi. Per coloro che hanno aguzzato la vista, si può notare dall’immagine in copertina che l’unico numero assente è il 7 (essendo il più probabile risultato dal lancio di due dadi). Il numero mancante è associato alla figura del Brigante che, quando chiamato in causa, viene spostato s’una casella terreno bloccandone la produzione di materie prime, oltre che, per chi l’ha lanciato, permette di rubare una carta ad uno dei giocatori che hanno costruito sul tassello esagonale bloccato.

Il commercio, i bonus e la fine del gioco

La parte più divertente ed interattiva di Coloni di Catan è proprio nel commercio delle carte materia prima. Ogni giocatore, dopo aver tirato i dadi e durante il proprio turno, può commerciare con gli avversari senza alcun limite, offrendo e ricevendo carte che servono per il raggiungimento dell’obiettivo. L’altra componente intrigante del gioco sono i due bonus ottenibili. Il primo viene assegnato al giocatore che ha la strada contigua più lunga (senza diramazioni) partendo da una base di cinque, il secondo, invece, viene assegnato a chi ha utilizzato più Cavalieri (una tipologia di carta riscontrabile nelle Carte Sviluppo che ha la stessa funzione del Brigante), partendo da una base di tre. I bonus non sono assegnati a fine partita come in molti giochi da tavolo, bensì sono assegnati durante lo svolgimento della stessa, rendendo possibile agli avversari di “rubarli”. La partita finisce quando un giocatore raggiunge i dieci punti (1 punto per villaggio, 2 per città, 2 per ogni bonus ed i Punti Vittoria singoli estraibili dalle Carte Sviluppo).

Conclusioni

Coloni di Catan è certamente un gioco basato sulla fortuna, soprattutto in comparazione con altri giochi come Azul o Ticket to Ride. La strategia, nonostante sia presente, può essere sovvertita dall’esito dei dadi. La parte più interessante di questo gioco è il commercio, col quale ci si può sbizzarrire (soprattutto se si ha l’abilità di creare qualche regola in più che non stravolga i meccanismi del gioco). La preparazione è semplice, ma la sfida può risultare snervante, in particolare quando i dadi proprio non vogliono saperne di fare uscire il numero che vi serve. Ciò nonostante, resta un ottimo gioco da tavolo, con molte espansioni e la capacità di farvi passare una bella serata.

Fonte immagine: Wikimedia Commons, Fritzmann2002

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