Gioco della tombola: quando e dove è nato

Gioco della tombola: quando e dove è nato

La lunga tradizione natalizia è fondata su i capi saldi presenti in ogni festività. Il Natale spesso sentito da grandi e piccini è considerata, oltre alla sacralità religiosa legata a tale festività, uno dei periodi più belli dell’anno. Il Natale con la sua tradizione culinaria è un momento di unione, tra famiglie ed amici si spende un gran numero di giorni assieme e ci si intrattiene tramite giochi di società o nello specifico: il gioco della tombola.

Tale tradizione nasce per l’appunto da momenti di unione con un gran numero di persone, ormai pieni dal pranzo o dalla cena della vigilia, giocano e si divertono. Ma cos’è la tombola e da dove nasce?
La tombola viene considerata un gioco d’azzardo poiché si rifà a quello che è il gioco del Lotto con similarità al bingo. Il gioco della tombola è italiano, precisamente partenopeo, ed è una delle tradizioni fondamentali per le famiglie italiane. Ogni partecipante è tenuto a versare una somma prestabilita per ogni cartella la quale diventerà il montepremi del partecipante vincitore.
Come detto precedentemente il gioco prevede un alto numero di giocatori, un giocatore prestabilito prende da un contenitore di vimini il numero casuale, oltre ad annunciarlo, l’origine del gioco era proprio quella di associare un numero alla smorfia napoletana. I giocatori che dispongono di una o più cartelle dovranno controllare i numeri e riscontrare l’effettiva vincita.
Essendo un gioco nato da una tradizione rustica, gli oggetti di utilizzo per il gioco era facile trovarli in cucina coma la frutta secca, bucce di arancia o spesso legumi tra cui ceci e lenticchie utili a segnare i numeri appena estratti.

Il gioco della tombola, e quindi la smorfia, nasce a Napoli, all’incirca nel 1700, periodo in cui era presente il Re Carlo terzo di Borbone il quale si ritrova ad essere consigliato di sospendere il gioco del lotto al popolo napoletano. Da suggerimento ciò viene proclamato e da questo divieto si voleva trarre non solo il beneficio economico delle entrate del regno ma allo stesso modo volevasi dare l’importanza adeguata alle festività natalizie, sotto il punto di vista cristiano. Il popolo napoletano dunque si ingegna cercando nei bassi di evitare il divieto del gioco al lotto; dunque si inizia ad associare al numero estratto un significato comune ed è così che nasce la connotazione di smorfia napoletana.

Al giorno d’oggi il gioco della tombola oltre ad essere giocato in famiglia e tra amici, sperano di essere il più fortunato; si è ripreso a giocare nei bassi, con la connotazione classica e tradizionale dalla quale si era distaccato. Vengono spesso creati eventi tra il popolo napoletano proprio nel periodo natalizio, nei quali differenti giocatori possono partecipare. Da qui nasce l’evento della tombola come smorfia scostumata, dove un oratore che estrae i numeri dal cilindro, con la sua innata simpatia e teatralità intrattiene in pubblico.
Ciò che rende il gioco della tombola così teatrale e divertente è proprio la smorfia, questo collegamento tra i numeri ed il loro significato sono entrati ormai nell’uso comune del dialetto partenopeo. Spesso vengono usate formule ormai ben note a chi conosce il dialetto ad esempio: per indicare la stupidità di una persona spesso si dice «quello è proprio un 23» che equivale allo scemo. Oppure spesso quando si sogna o si cerca di attribuirgli un particolare significato vengono spesso consultati i numeri della smorfia.

Il gioco della tombola originariamente partenopeo è divenuto ormai internazionale, in differenti sfaccettature rendendolo in tal modo una forma d’intrattenimento sempre più divertente, legata alla tradizione ma in continua evoluzione.

Fonte immagine: Freepik.com

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