Il Giappone è uno dei Paesi più noti per l’alto tasso di suicidi tra la popolazione: occupa il settimo posto nella statistica mondiale. Nell’opera Il manuale completo del suicidio, l’autore Wataru Tsurumi descrive la complessità della vita e propone metodi alternativi per sfuggire al dolore, indicando luoghi come la famosa Foresta dei Suicidi.
La Foresta dei Suicidi
La Foresta dei Suicidi, Aokigahara, detta anche Jukai (che in giapponese significa “mare di alberi”), si trova nella prefettura di Yamanashi, a nord-ovest del Monte Fuji. La foresta si è formata dalla fuoriuscita della lava del vulcano durante l’eruzione vulcanica dell’864. Il paesaggio è caratterizzato principalmente da rocce laviche, grotte e fitti alberi che bloccano il vento, rendendo l’ambiente particolarmente calmo e silenzioso.
Il mistero dei suicidi
Sfortunatamente, Aokigahara è nota per essere teatro di numerosi suicidi sin dagli anni ’50, con una media di 30 casi registrati all’anno. Per questo motivo, chiunque decida di passeggiare nella foresta può imbattersi in cartelli scritti in giapponese e in inglese che esortano a non commettere l’estremo gesto.
Secondo la leggenda, nella foresta vagano spiriti demoniaci, gli yūrei, che attirano le anime più fragili, persuadendole a porre fine alle proprie sofferenze. Una volta separate dal corpo, queste anime rimarrebbero intrappolate nella foresta, infondendo agli alberi un’aura sinistra, tale da farli sembrare animati.
Nel tempo sono stati istituiti gruppi di ricerca, composti da funzionari di polizia e volontari civili, incaricati di recuperare i corpi delle vittime, per lo più trovate impiccate.
Aokigahara nell’arte e nella cultura
La Foresta dei Suicidi è stata fonte di ispirazione per diversi generi artistici: dalla musica alla letteratura, fino alla produzione cinematografica.
Nel panorama musicale, la band austriaca post-black metal Harakiri for the Sky ha intitolato Aokigahara il suo secondo album, pubblicato nel 2014. La band americana metalcore Erra cita direttamente la foresta nel testo della canzone Electric Twilight, mentre il duo statunitense Suicideboys ha dedicato un brano a questo luogo.
Per quanto riguarda la produzione cinematografica, numerosi registi sono stati affascinati dall’esistenza di Aokigahara, tanto da ambientarvi le loro opere. Tra i film più noti vi sono: La foresta dei sogni (The Sea of Trees, 2015), che racconta il desiderio del protagonista di togliersi la vita dopo la tragica morte della moglie; la foresta simboleggia un percorso di riflessione che lo porterà a riscoprire la voglia di vivere; Jukai – La foresta dei suicidi (The Forest, 2016), in cui la protagonista si reca in Giappone alla ricerca della sorella gemella scomparsa, probabilmente suicidatasi ad Aokigahara; Grave Halloween (2013), film horror ambientato nella foresta la notte del 31 ottobre, in cui la protagonista, insieme al suo gruppo di amici, parte alla ricerca dello spirito della madre scomparsa nel bosco.
In conclusione, la Foresta dei Suicidi rimane un luogo angosciante per i numerosi suicidi che vi sono avvenuti; tuttavia, è anche una meta turistica, attraversata da sentieri e ricca di fauna, oltre che di scenari naturali impressionanti, come le grotte vulcaniche del Vento e del Ghiaccio, visitabili dai turisti di tutto il mondo.
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