Diablo IV, rilasciato ufficialmente su PlayStation, Xbox e PC, segna il ritorno di una delle saghe videoludiche più amate a distanza di undici anni da Diablo III.
Il gioco, che già da un paio di giorni è nelle mani di content creators e giornalisti, sta ricevendo molte lodi e ottime recensioni che renderanno la Blizzard felice, soprattutto dopo la delusione e la rabbia dei fan al taglio della modalità PvE di Overwatch 2.
Il male è tornato nel momento perfetto e sta facendo molto più bene delle aspettative.
Le novità di Diablo IV
Il nuovo capitolo mantiene tutte le meccaniche che rendono Diablo uno degli action rpg più amati; l’esperienza procedurale ed estremamente parametrica dall’altissima rigiocabilità è impreziosita dal nuovo sistema di talenti che, a partire da questo nuovo capitolo, è altamente flessibile e permette di avere una build adattabile e fluida. In questo nuovo capitolo, infatti, è possibile trovare oggetti leggendari o sbloccare degli “aspetti” battendo dei dungeon che cambiano decisamente il modo di approcciare alcune abilità delle varie classi disponibili.
Una delle sorprese più grandi sta proprio nelle classi: le 5 giocabili sono barbaro, incantatore, druido, tagliagole e negromante; spicca quest’ultima, una delle figure più emblematiche del mondo di gioco di Diablo, da sempre una classe utilizzabile solo acquistando DLC esterni come in Diablo III. Avere il negromante giocabile dall’inizio del gioco è stato uno dei maggiori motivi di hype per la fanbase che non vede l’ora di evocare un esercito di scheletri per combattere orde di demoni.
Per quanto riguarda la storia, questa si presenta come il seguito 50 anni dopo la trama di Diablo III, non seguendo però le scelte del predecessore, basato su temi di politica e sovranità; prende invece spunto da quello che è l’elemento più tragico e sofferente in un contesto di guerra, ovvero la condizione del popolo soppresso e impaurito alle prese con l’eterna lotta tra bene e male.
Il protagonista, altamente modificabile cosi da renderlo più affine al gusto del giocatore, si trova infatti a dover affrontare quelle che sono le problematiche del popolo mentre combatte qualcosa decisamente più grande di lui.
L’antagonista principale è Lilith, protagonista anche della campagna pubblicitaria del titolo, che vediamo in una forma decisamente più demoniaca che succube, figlia dell’odio, resuscitata per riprendere il controllo sul mondo degli esseri umani e che vede davanti a sé un solo intralcio nell’angelo Inarius, baluardo della fede. Nella geografia del gioco abbiamo Sanctuary, area principale in cui si svolge l’intera trama, che viene presentata come una terra fredda e desolata, distrutta da anni di conflitti e di cui gran parte dei popolani è già corrotta dalla regina dei demoni; le zone popolate ancora sane, tuttavia, soffrono comunque la fame e gli effetti della costante guerra e paura del maligno. Sono veramente pochi i personaggi ancora determinati a vivere la loro vita nel combattimento; il vostro protagonista sarà in prima linea nella lotta.
Quindi, cosa sceglierete? In un mondo di morte e desolazione, sarete una mano della fede o le fauci del demonio? Aiuterete gli indifesi o darete loro la liberazione finale?
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