Oggi torniamo a parlare di un genere letterario amato in tutto il mondo, ovvero, l’universo degli amatissimi manga giapponesi. In particolare, quello di cui andremo a parlare in questo articolo è un manga ancora giovane, ma che sta spopolando sempre di più sia in Giappone che all’estero per via di un tema trattato in maniera a dir poco sublime. Stiamo ovviamente parlando di Wind Breaker, il manga shonen che ha rotto gli stereotipi mostrando una nuova visione legata alla comunità LGBTQ+ e manga; una rottura di stereotipi che si cercava ormai da tantissimo tempo.
Wind Breaker è un manga shonen di genere battle con temi che spaziano tra le rivalità tra gang e combattimenti con arti marziali, scritto e disegnato da Satoru Nii. La serializzazione è iniziata a gennaio 2021 e ad agosto 2024 conta 18 volumi, 153 capitoli e una prima stagione anime andata in onda tra aprile e giugno del 2024. Sebbene il genere abbia spinto molti a credere che il manga fosse simile ad un altro successo di questo genere – Tokyo Revengers – in realtà i due manga sono molto distanti l’uno dall’altro.
Di cosa parla Wind Breaker?
Se Tokyo Revengers si basava principalmente sui viaggi nel tempo che il protagonista intraprendeva per risolvere le rivalità tra le gang che in futuro avrebbero abbracciato la criminalità organizzata, portando poi alla morte della ragazza amata, Wind Breaker si concentra su tutt’altro. La trama ruota attorno a Sakura Haruka, il protagonista, che si iscrive al liceo Furin – scuola nota per essere frequentata da delinquenti – con lo scopo di diventare il più forte tra loro ed essere considerato il numero uno.
Quando però arriva lì, si rende conto che i ragazzi del liceo sono in realtà i protettori della città e che passano il tempo ad aiutare le persone in difficoltà. Per di più, inizia a scoprire pian piano quanto sia importante avere alle spalle degli amici che credono in lui e lo sostengano, poiché per arrivare in cima bisogna prima di tutto avere la stima, la fiducia e l’affetto degli amici.
La rappresentazione della comunità LGBTQ+ nei manga nel corso degli anni
Il tema della comunità LGBTQ+ e manga ha una storia lunghissima alle proprie spalle. Basti pensare, infatti, che la comunità queer è entrata a far parte del fumetto giapponese già tra gli anni ’60 e ’70. In particolare, fu coniato un vero e proprio genere specifico che prende il nome di shonen ‘ai – cioè, amore tra ragazzi – che esploravano le storie d’amore tra ragazzi dello stesso sesso. Da questo momento in poi iniziò a svilupparsi un mercato attorno ai manga che esploravano le relazioni omosessuali da un punto di vista romantico.
Successivamente, si arrivò negli anni ’80 anche a coniare il termine yaoi, utilizzato per identificare i manga che esplorano maggiormente la relazione sessuale da un punto di vista fisico, a differenza degli shonen ‘ai che sono più innocenti e romantici. Il termine yaoi indica i manga le cui relazioni omosessuali riguardano due ragazzi, mentre il genere yuri identifica i manga in cui le relazioni omosessuali interessano due ragazze.
Ma se esistono manga inerenti alla comunità queer fin dagli anni ’70, allora perché diciamo che Wind Breaker sta rompendo gli stereotipi riguardo la comunità LGBTQ+ e manga? La risposta è piuttosto semplice. La comunità queer fa parte dei generi yaoi, yuri e shonen ‘ai poiché ne è la piena protagonista, ma se ci spostiamo sugli shonen classici, allora la prospettiva cambia.
Rappresentazione LGBTQ+ negli shonen classici
Infatti, all’interno degli shonen classici, la comunità queer non è rappresentata così spesso, e fino a qualche anno se ciò avveniva, i personaggi che la rappresentavano erano soggetti a caricature o ad un’eccessiva rappresentazione anche semplicemente nel design dei personaggi. Nel corso degli anni la situazione è ovviamente cambiata, ma risultano ancora oggi davvero pochissimi i manga shonen in cui la comunità queer ha un proprio spazio.
Comunità LGBTQ+ e manga è un tema quindi molto variegato. Se non vi è la completa assenza di personaggi queer all’interno della storia, allora gli viene relegata una minima parte, quasi di contorno per certi versi. Per citare il manga dei record, ad esempio – One Piece – in questo caso la comunità queer è presente in alcuni personaggi dell’opera di Oda. Basti pensare al personaggio di Ivankov e alla sua intera isola costituita da uomini transgender, o ancora, al personaggio di Bon Clay o a quello di Kiku e di Yamato.
Ma One Piece è uno dei pochissimi manga shonen in cui la comunità LGBTQ+ trova un accenno o un piccolo spazio. Nella maggior parte dei casi è invece completamente assente, mentre in altri viene resa in modo ambiguo e velato senza mai effettivamente dare conferme. Si pensi a manga come Fruit Basket, I cavalieri dello zodiaco o ad uno degli shonen più in voga degli ultimi anni – Jujutsu Kaisen – dove lo stesso autore ha rivelato che il personaggio di Mei Mei è in realtà attratta da persone dello stesso sesso, ma senza mai effettivamente approfondire la questione all’interno del manga.
La differenza in Wind Breaker
Ciò che porta Wind Breaker, invece, ad essere una rottura di stereotipi riguardo la questione comunità LGBTQ+ e manga è il modo in cui include e analizza in maniera esplicita i personaggi queer all’interno dell’opera. Dà loro uno spazio principale in alcuni archi narrativi del manga e affronta l’intero tema che li riguarda senza censurare assolutamente nulla.
Tasuku Tsubakino
Uno dei personaggi dell’opera che fa da pioniere alla rappresentazione della comunità LGBTQ+ in Wind Breaker è senza alcun dubbio Tasuku Tsubakino. Tsubakino è un componente dei 4 re del Furin, ma ciò che lo distingue fin dal primo istante dal resto dell’intera scolaresca è il modo in cui il personaggio viene presentato. Tsubakino, infatti – a differenza del resto dell’istituto – indossa un’uniforme femminile con gonna e scarpe alte col tacco. Porta i capelli lunghi, un choker al collo e la manicure impeccabile con tanto di smalto. Tsubakino ama indossare vestiti femminili, ha un carattere estremamente empatico ed è innamorato del numero uno del liceo.
Quando si affronta il suo passato non viene tralasciato nulla, a partire dal conflitto interiore che il suo personaggio si ritrova ad affrontare fin dalle elementari quando si è sforzato di essere come gli altri ragazzi, passando per il come una coppia di anziani lo abbia aiutato a lasciarsi andare e ad essere sé stesso, fino al tema del bullismo che ha vissuto alle medie a causa del suo essere e mostrarsi diverso. Il fatto stesso che venga raccontato il passato di un personaggio queer in modo così esaustivo e senza censure è uno degli stereotipi tra comunità LGBTQ+ e manga che Wind Breaker è andato a rompere.
Yamato Endo
Andando un po’ più avanti nella storia, viene introdotto il personaggio di Yamato Endo che sarà uno dei maggiori antagonisti del manga fino a questo momento. Il personaggio di Endo, man mano che viene analizzato e ci si immerge nel suo passato e a cosa lo ha portato ad essere l’antagonista di turno, ruota tutto attorno al suo essere innamorato di un ragazzo che risulta essere apatico a qualsiasi stimolo, eccetto per i combattimenti. A differenza di situazioni e vicende presenti in altri manga in cui i sentimenti di un personaggio verso qualcuno dello stesso sesso restano velati o ambigui, in Wind Breaker, invece, viene reso tutto estremamente esplicito.
Per sottolineare ancora di più l’evidenza di come il personaggio di Endo si lasci trasportare dalle emozioni allo stato puro, vi è il momento in cui dopo essere stato sconfitto dal protagonista, ammette di essersi innamorato proprio di Haruka e del suo modo di fare e di gestire la pressione e le emozioni. Nessun filtro, ma parole e discorsi espliciti.
La trasparenza, la schiettezza e il modo esplicito di Endo di esprimere i suoi sentimenti per Takiishi prima e per Haruka dopo da una parte, e il modo in cui vengono trattati il passato e i pregiudizi di Tsubakino dall’altra, sono i due esempi di come la comunità queer può essere inclusa all’interno di uno shonen classico senza bisogno di dover eccedere da una parte o lasciare che il tutto resti ambiguo dall’altra. La delicatezza nel gestire questi scenari da parte dell’autore è a dir poco sublime.
Wind Breaker sta rompendo e continuerà a rompere gli stereotipi che ruotano attorno alla questione comunità LGBTQ+ e manga per quel che riguarda la sezione degli shonen classici. Ci aspettiamo che da Wind Breaker in poi, anche altri autori e autrici possano prendere ispirazione per ampliare le tematiche trattate all’interno delle proprie opere dando finalmente spazio a tutti.
Se non l’avete ancora fatto, vi invitiamo caldamente a recuperare sia il manga che l’anime, perché Wind Breaker è una vera e propria perla che continuerà a far parlare di sé nei prossimi anni.
Fonte immagine: Wikipedia