Dopo anni di dibattiti e controversie, il governo degli Stati Uniti ha finalmente deciso di ripristinare il principio di neutralità della rete, precedentemente abolito durante l’amministrazione Trump. Questa decisione segna un importante ritorno a una politica che impedisce ai fornitori di servizi Internet (ISP) di bloccare, rallentare o favorire specifici contenuti online a pagamento.
La neutralità della rete è il principio secondo cui Internet deve essere accessibile a tutti senza discriminazioni. Significa che gli ISP (Internet Service Provider) non possono discriminare o caricare diversamente in base al contenuto, all’utente, al sito web, alla piattaforma, all’applicazione o al metodo di comunicazione. Con la neutralità della rete, l’ISP deve trattare tutti i dati su Internet allo stesso modo, senza discriminare o addebitare diversamente per qualsiasi contenuto. Questa iniziativa creerà un precedente anche in altri paesi del mondo.
Neutralità della rete: retroscena storici
La neutralità della rete è stata introdotta negli Stati Uniti durante l’amministrazione Obama, quando la Federal Communications Commission (FCC) l’ha formalizzata come normativa nel 2015. Tuttavia, nel 2017, sotto la direzione di Ajit Pai, la FCC ha revocato queste protezioni, consentendo agli ISP di offrire “corsie preferenziali” a pagamento e di influenzare così la fruibilità dei contenuti online.
La revoca delle regole sulla neutralità della rete da parte dell’amministrazione Trump nel 2017 (non nuovo di politiche controverse riguardo la tecnologia, come il ban Huawei del 2019) ha segnato un cambiamento significativo nella regolamentazione di Internet negli USA, permettendo agli ISP di creare “internet a due velocità“. Questo ha permesso una priorità previo pagamento, dove aziende più ricche potevano assicurarsi velocità superiori. Gli ISP potevano anche bloccare o rallentare l’accesso a siti e app in concorrenza con i loro interessi o quelli di partner. Tale situazione avrebbe potuto penalizzare startup e piccole imprese, incapaci di sostenere costi elevati per garantirsi una buona visibilità online, limitando così innovazione e concorrenza. I consumatori, inoltre, avrebbero potuto trovarsi con meno scelte e indirizzati verso servizi di proprietà degli ISP.
L’Impatto del cambiamento
La rimozione della neutralità della rete aveva suscitato un acceso dibattito pubblico e preoccupazioni riguardo alla possibile creazione di un Internet a due velocità, dove solo chi può permettersi di pagare ottiene un servizio migliore. Con il suo ripristino, si prevede che tutti gli utenti avranno uguale accesso ai contenuti online, senza discriminazioni o velocità ridotte artificialmente.
In Italia si sono verificate controversie simili per quanto riguarda l’uso del 5G, per il quale alcuni gestori fornirebbero l’accesso a questa tecnologia mobile soltanto con abbonamenti dedicati o pagando un sovrapprezzo.
L’introduzione del 5G solleva questioni cruciali riguardo alla neutralità della rete, con la sua capacità di offrire network slicing che permette di creare canali preferenziali per specifici servizi o utenti. Se da un lato il 5G potrebbe rivoluzionare settori come la medicina e la mobilità autonoma con connessioni più rapide e stabili, dall’altro pone sfide regolamentari significative.
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