Con il piano Made in China 2025, Pechino si propone di aumentare la produzione di robot in Cina al fine di utilizzarli in diversi settori. Si prevede la produzione di 100.000 robot industriali all’anno, 150 robot per 10.000 lavoratori, e l’aumento nel settore manifatturiero.
Nel 14° Piano quinquennale, la Cina si propone di diventare il polo di innovazione per l’industria robotica mondiale, includendo all’interno del piano l’iniziativa Robot+ che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo della robotica e l’automazione, con conseguente diffusione della domanda in tutto il paese.
Secondo la World Robotic 2023, che calcola la diffusione ed installazione annuale dell’ industria robotica nel mondo, la Cina è risultata la prima Nazione più automatizzata al mondo, seguita da Giappone, Stati Uniti, Repubblica di Corea e Germania.
Utilizzo dei robot in Cina:
Diversi sono gli ambiti in cui la robotica viene utilizzata nel Paese, con l’obbiettivo di aumentare l’automazione nei settori della sanità, l’agricoltura, la logistica, l’industria automobilistica, aerospaziale, e così via. Per tal motivo, i robot si distinguono in base alle loro funzioni:
1) robot collaborativi (cobot) progettati per lavorare accanto all’uomo in totale sicurezza.
2) robot autonomi per la gestione dei magazzini o anche AMR (Autonomous Mobile Robot).
3) visione robotica, che si riferisce alla capacità di acquisire informazioni visive dall’ambiente circostante, interpretarle e compiere azioni.
Distribuzione geografica delle aziende di robotica
I robot sono principalmente prodotti nel sud e sulla costa orientale della Cina, in particolare nelle province dello Jiangsu e Shandong. A livello cittadino, Shenzhen è la prima che presenta aziende legate ai robot, seguita da Guangzhou.
Il Guangdong è una provincia del sud-est della Cina, caratterizzata non solo dalla maggiore produzione e innovazione di robot in Cina, ma anche dal singolare piano per “sostituire gli esseri umani con i robot”.
Per sostituzione si intende l’incremento dell’utilizzo di robot per attività meccaniche ripetitive, al fine di investire le abilità umane in attività più specifiche di controllo dei processi di qualità. Di conseguenza, potremmo pensare ad un aumento della disoccupazione all’interno delle fabbriche; in realtà questa affermazione viene completamente smentita, poiché l’intento principale non è quello di eliminare il lavoro umano, ma di cambiarlo. Pechino, ad esempio, punta a sviluppare l’educazione e la riqualificazione professionale del personale nelle aziende già a partire dalle scuole superiori e professionali.
Umanoidi: robot con sembianze umane
Si punta inoltre ad avere un aumento di robot in Cina, in particolare robot umanoidi, entro il 2025. Questi robot devono essere funzionali in diversi ambiti: lavori domestici, assistenza sanitaria, aiuto agli anziani, sicurezza, manutenzione e simili.
Un esempio è CyberOne, creato da Xiaomi nel 2022: un robot alto 1.77 metri che riesce a riconoscere ed interagire con le emozioni umane con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Possiede, oltre a ciò, altre capacità umane, quali l’abilità di sollevare e trasportare oggetti.
La produzione di umanoidi potrebbe diventare un importante fattore di crescita dell’economia cinese nei prossimi anni. Per tal motivo, i cittadini cinesi hanno un approccio molto positivo a queste nuove tecnologie, poiché sono consapevoli che l’ascesa del Paese come potenza mondiale si basi anche su questi fattori.
Fonte immagine in evidenza: Pixabay