La Don’t Nod pubblica nel 2015 il suo primissimo gioco: Life is Strange. Il videogioco è un’avventura interattiva ad episodi che vede la storia di Maxine Caufield, studentessa dell’Accademia Blackwell nella cittadina di Arcadia Bay. A seguito di un evento specifico, la ragazza acquisisce il potere di poter tornare indietro nel tempo a cambiare degli eventi nel passato.
In concomitanza, rivedrà la sua vecchia amica Chloe in un momento molto particolare della sua vita. Il gioco è stato un fenomeno globale, esplodendo in maniera repentina ed imponente, facendo breccia nel cuore dei giocatori più emotivi che lo hanno avuto in mano e garantendo al franchise il seguito del videogioco.
Life is Strange: il peso delle responsabilità
Il gameplay del gioco è, nella sua semplicità, efficace e di impatto: il giocatore dovrà scegliere di agire in un determinato modo piuttosto che un altro, portando a delle conseguenze nel lungo periodo. La meccanica si basa sul famoso effetto farfalla, secondo cui una piccola azione può avere – per contrappeso – un’enorme influenza sugli eventi futuri. Va da sé che gli eventi e le loro combinazioni possano essere molteplici e garantire dunque una conclusione differente a seconda delle scelte che vengono prese.
Il sistema di gioco è chiaro e conciso e gioca sulle emozioni di responsabilità e senso di colpa che, sin da subito, il titolo instilla nei giocatori. La formula di Life is Strange colpisce direttamente il cuore degli utenti; sarà impossibile non affezionarsi ad almeno uno dei personaggi del titolo, cercando di risolvere tutte le vicende nel migliore dei modi.
Tuttavia, come in ogni gioco decisionale che si rispetti, sarà difficile riuscire, alla prima run, un risultato impeccabile. La storia del gioco è complicata, cupa e tratta temi particolarmente seri, creando una combo di caratteristiche che non permetteranno il giocatore di ragionare in maniera totalmente razionale ma piuttosto pretenderanno che si esponga dal punto di vista sentimentale.
Gli ambienti ed i personaggi
Il mondo di gioco in cui si viene buttati una volta iniziata la storia e sin da subito vivo, immersivo e suggestivo. Gli ambienti, prendendo ad esempio l’accademia stessa, sono densi di persone e di cose con cui poter interagire ed il giocatore si troverà in balia del fluire degli eventi e si lascerà trasportare dagli stessi. I personaggi che la Don’t Nod ha disegnato e sviluppato per questo titolo sono tutti particolarmente caratterizzati.
Ognuno ha le sue storie, il suo passato ed il suo coinvolgimento con la vicenda principale che Max, la protagonista, si trova a dover affrontare. Ogni cosa in Life is Strange è correlata ad altro: un oggetto inutilizzato o non trovato potrebbe essere ciò che sblocca un’opzione di dialogo; una frase detta (o non detta) potrebbe causare un certo tipo di corso degli eventi inaspettato. Life is Strange è l’avventura per e di tutti, che altro non fa che rivelare le nostre attitudini in base alle scelte che compiamo. Non a caso, alla fine di ogni capitolo del gioco, si avrà modo di osservare le percentuali di scelte che i giocatori hanno effettuato globalmente, portando a degli sviluppi piuttosto che ad altri.
Il titolo è d’impatto, nonostante la sua apparente tranquillità. Pur non avendo mai delle scene di azione reale, lo stato emotivo di angoscia e preoccupazione che talvolta riesce a suscitare si poggiano sulle spalle di chi controlla la protagonista come un macigno. La consapevolezza che il finale del gioco dipende esclusivamente dalle proprie scelte rende totale l’immersione nella storia, rendendo Max – alla fine dei conti – un fantoccio di chiunque.
Life is Strange è un titolo che riguarda le vite di tutti quanti e che mette in luce quanto gli esseri umani con i loro pensieri e le loro azioni siano profondamente legati gli uni agli altri. La casa sviluppatrice si è senz’altro addossata un’enorme responsabilità, ma si può dire che i membri del team abbiano portato a casa un ottimo risultato. Il titolo è più che valido, se si è in cerca di lacrime e di forti emozioni e di una storia su cui poter fantasticare potenzialmente all’infinito. Che il genere piaccia o meno, questo videogioco rappresenta un prodotto completo, un’esperienza godibile a tutto tondo di cui la Don’t Nod va giustamente fiera e che i fan, affezionatissimi ai loro personaggi preferiti, portano da ormai quasi un decennio nel cuore.
Fonte immagine: gamedeveloper.com