La Pokémon-mania non è un qualcosa di cui ci libereremo facilmente, e a noi va bene così. È dal 1996 che gli adorabili mostriciattoli ci catturano così come noi catturiamo (e adoriamo) loro, a partire dai primi videogiochi usciti su Game Boy, ovvero Pokémon Versione Rossa e Versione Blu. Oggi parleremo dell’ultimo medium virtuale sviluppato da Nintendo e disponibile per smartphone, ovvero Pokémon Pocket “Gioco di carte collezionabili”, in italiano, conosciuto come Pocket o Pokémon TCG (dall’inglese “Trading Card Game”), rilasciato sia su Android che su iOS a partire dal 30 ottobre 2024 in tutto il mondo. Senza esagerare, vediamo perché Pokémon Pocket crea dipendenza.
Il TCG è un adattamento diretto del gioco di carte collezionabili fisico, con le carte apparse in Giappone dal 1996 e nel resto del mondo dal 1998 grazie alla Wizards of the Coast, la stessa compagnia che produce le carte di Magic: The Gathering. Le regole del gioco sono semplici: ci si sfida uno contro uno, ogni giocatore ha il proprio mazzo con venti carte e si inizia lanciando una moneta per decidere chi inizia. Si pescano poi cinque carte dal mazzo e si posizionano le prime carte; una carta “base” in posizione attiva e fino a tre carte in panchina. Ad ogni turno si possono far evolvere i Pokémon, assegnare energie per poter attaccare e usare carte strumento o carte aiuto; il turno finisce quando il Pokémon in posizione attiva attacca, oppure se si decide di saltare il turno. Per vincere in Pocket bisogna mandare a zero i punti vita di tre Pokémon avversari, oppure essere in vantaggio allo scadere del tempo, dato che ogni sfidante ha un massimo di venti minuti di gioco (un po’ come nei tornei di scacchi).
Perché Pokémon Pocket crea dipendenza?
L’aspetto di Pocket che più attira a sé i giocatori è sicuramente quello del gacha, ovvero quella di trovare Pokémon nuovi aprendo le bustine di carte virtuali che vanno per espansioni, esattamente come nel gioco reale. Infatti, è possibile aprire una busta gratuitamente ogni 12 ore, quindi in un giorno ottenere due buste gratis, ciascuna con cinque carte all’interno. Ovviamente non tutte le carte sono uguali: la rarità è segnata su ogni carta, partendo dalle comuni (segnate da un rombo argentato), fino ad arrivare alle carte contrassegnate da una corona d’oro, il livello di rarità più alto. Le carte da una, due e tre stelle nemmeno scherzano mica, con alcune tra le illustrazioni più belle del gioco, e ad alcune è riservato anche il titolo di immersive che, tenendo premuto il touch screen, rivelano delle stupende animazioni a schermo intero, come quelle di Mewtwo-EX, Charizard-EX e Pikachu-EX.
Questa meccanica gacha è ad oggi utilizzata in una innumerevole quantità di videogiochi mobile: Genshin Impact, Honkai Star Rail, Fate/Grand Order per citarne alcuni, ed è creata appositamente per tenere incollato il player al gioco quanto più tempo possibile per poter avere le carte/personaggi (detti “pull”) quanto più rari possibile. Pokémon Pocket non è un’eccezione: all’8 novembre 2024, il gioco conta più di 30 milioni di giocatori, tutti quanti con lo stesso obiettivo, ovvero collezionare tutte le carte del gioco. Un altro motivo per cui Pokémon Pocket crea dipendenza è il suo brand: la familiarità che hanno i Pocket Monsters con tutto il mondo è evidente, così come è evidente l’appeal e l’hype che il gioco, mesi prima di essere rilasciato, aveva già creato. L’ultimo motivo del perché Pokémon Pocket crea dipendenza sta nella sua immediatezza: le carte si accumulano rapidamente grazie alle due bustine espansione che è possibile spacchettare ogni 24 ore, e in più vi sono la pesca misteriosa e i vari eventi, che vengono aggiunti non di rado.
Non possiamo fare altro che consigliarvi il gioco, per collezionare quanti più Pokémon possibili e vincere tutte le vostre lotte!
Fonte immagine: pokemon.com