La Sony ha sempre rilasciato, durante la sua lunga attività, delle console che sono state di tutto rispetto ma, purtroppo, surclassate a volte dalle competitor. È il caso specifico di una console che, nonostante le sue enormi potenzialità, non è mai stata presa in considerazione al punto tale da effettuare quel salto di qualità che l’avrebbe portata ad essere un must-have per tutta la comunità videoludica e godere del successo che le console successive hanno potuto sperimentare. Si parla della PlayStation Portable – abbreviata con PSP – e del suo piccolo roster di videogiochi, meritevoli ma purtroppo di valore solo per una nicchia ristretta di giocatori.
Piccola, sofisticata, potente: PlayStation Portable
La PSP è stata commercializzata in Europa nel 2005, un anno in ritardo rispetto al rilascio negli Stati Uniti, e portava per la prima volta la potenza della poco più giovane PlayStation 2, la console casalinga definitiva del periodo, nelle mani di chiunque ed in ogni dove. Si potrebbe dire che contestualizzata al periodo in cui è uscita, questa fosse praticamente perfetta: upgrade tecnico, compattezza ed estetica in un’unica, piccolissima console che vanta spin-off di saghe già famosissime in tutto il mondo. La PlayStation Portable era perfettamente paragonabile alla corrispettiva casalinga di seconda generazione: una CPU più veloce del 13% circa rispetto al modello fisso ed un comparto grafico che, pur con qualche compromesso, poco aveva da invidiare alla PlayStation 2. I giochi giravano in maniera impeccabile con una risoluzione che, nonostante un piccolo schermo di quasi 11 cm, risulta gradevole all’occhio. Si tratta di piccole differenze che, giustificate da un prezzo all’uscita significativamente minore – di circa 260 euro – rispetto alle 899.000 lire (460 euro circa) della secondogenita Sony.
La PSP rappresentava – e tutt’ora rappresenta – un gioiello targato Sony che coniuga estetica, potenza e funzionalità che sarebbe potuto essere una valida alternativa a chi non poteva avere una console in casa, dando modo a chiunque di potersi affacciare all’orizzonte videoludico che la casa produttrice aveva da offrire.
Ha senso comprarla nel 2024?
La PSP ha tanto da offrire nonostante la sua veneranda età. Si sa infatti che la grafica non è tutto e i videogiocatori che amano la sostanza trovano nella piccola console un ottimo svago per quando ci si trova fuori casa. Infatti, anche per quanto riguarda l’elenco di videogiochi rilasciati per la PlayStation Portable troviamo le saghe più iconiche che i primi anni del nuovo millennio hanno conosciuto, nonché alcuni celebri spin-off delle stesse. Si può infatti ammirare al tempo stesso la portabilità impeccabile di Tekken 6 per la console taglia pocket, ma anche la bella resa di Tekken 5 Dark Resurrection ma si devono annoverare tra i giochi meglio riusciti anche il divertente Secret Agent Clank, dedicato al piccolo e metallico aiutante del celebre personaggio di Ratchet e Grand Theft Auto: Vice City Stories che porta la Rockstar al vertice anche per quanto riguarda il mercato della neonata console tascabile con un lavoro che al tempo era praticamente impensabile e che invece è stato realizzato in maniera sopraffina.
La PSP è una console che non ha avuto tempo di poter affermarsi nel mercato videoludico, “riducendosi” ad un piccolo mercato di nicchia che conta titoli che sono senza dubbio interessanti e di spessore, ma che sono pochi confrontati a quelli della console fissa del periodo. Nonostante ciò questa rappresenta una piccola eccellenza che vale la pena avere tra le mani, pur caduta troppo presto nel dimenticatoio, per godersi una sana esperienza videoludica degna dello stile dei primi anni 2000.
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