“L’ultimo omicidio alla fine del mondo” (titolo originale The Last Murder at the End of the World) di Stuart Turton, è il suo terzo romanzo. Ambientato in un futuro distopico, in questo romanzo una nebbia fatale ingloba tutto il mondo ed uccide la stragrande maggioranza della popolazione, costringendo pochi superstiti a raggiungere un isolotto protetto da una barriera progettata dalla scienziata Niema.
Qual è la trama di “L’ultimo omicidio alla fine del mondo”?
Dopo che la nebbia terribile e letale ha distrutto la vita sul resto del globo, l’isolotto protetto dalla barriera cerca di fare di tutto per sostentarsi: gli abitanti vivono semplicemente, coltivando, allevando e facendo lavori di manutenzione. Tutti rispondono a tre figure principali, gli Avi: Niema, Hephaestus, figlio di Niema, e Thea. Vivono da poco più di cento anni e Niema, in quanto la più grande e la più saggia, è la più rispettata tra gli Avi, che sostanzialmente fungono da punti di riferimento per gli abitanti dell’isola in quanto hanno vissuto la nebbia in prima persona e sanno esattamente cosa fare per arginarla.
Gli Avi hanno dei vantaggi in più rispetto agli abitanti: non hanno un coprifuoco, sono esenti dai lavori manuali in quanto il loro compito principale è quello della diffusione della cultura pre-apocalittica e la ricerca di un modo per eliminare interamente la nebbia, in più sono più alti, più magri e non muoiono a 60 anni, come invece accade per il resto degli abitanti senza alcuna eccezione.
Gli abitanti dell’isola generalmente sottostanno agli ordini gentilmente impartiti dagli Avi e difficilmente si interrogano sulle differenze e sulle strane regole a cui sono sottoposti involontariamente, quali i coprifuochi (tutti si svegliano e vanno a dormire inspiegabilmente allo stesso tempo), il fatto che i bambini non nascano, ma vengono portati all’interno del villaggio da Thea quando i bambini hanno già l’età di sette o otto anni, il fatto che tutti muoiano esattamente a 60 anni e non si sappia più nulla di loro. Le domande di cui sembra non esistere una risposta sono molte, e tra tutti gli abitanti presenti e passati, ce n’è una in particolare che pone più quesiti di quelli a cui possano essere date risposte: Emory, dai capelli rossi e la testa sempre in funzione.
Lo snodo principale della narrazione arriva quando Niema una notte muore (o viene uccisa?) sotto le macerie di un edificio, una notte in cui aveva precedentemente dichiarato che avrebbe rivelato a tutti gli abitanti le risposte alle loro domande. Sarà il suo ad essere, forse, l’ultimo omicidio alla fine del mondo. La sua morte provoca un malfunzionamento di tutti i circuiti che muovono il rifugio, mettendo in pericolo l’isola rispetto alla nebbia, che piano ma certamente si avvicina. Tutti hanno dimenticato magicamente quanto sia successo la notte prima, la prima notte in cui il coprifuoco non c’è stato. Come è morta Niema? Uccisa dalle calamità, dagli abitanti o dagli stessi Avi? Rimangono 107 ore per risolvere il caso e per fermare la nebbia, prima che tutti gli sforzi dell’umanità vengano vanificati. Emory lavora al caso tra lo stupore delle rivelazioni che pian piano scopre e la consapevolezza che la fine si avvicina.
Cosa funziona del libro?
La narrazione risulta essere minuziosa nelle sue descrizioni, un ritmo ben scandito che ci fornisce i giorni, poi le ore che mancano alla fine dell’umanità rimasta. Sebbene agli inizi sembra esserci un’apparente lentezza nel contestualizzare tutto il villaggio e gli aspetti dell’isolotto sul quale è poggiato, poi è evidente la velocità e l’azione nella macrosezione che prevede la notte della rivelazione da parte di Niema, la sua morte, il countdown alla morte dell’isola. Il lettore proverà sicuramente frustrazione inizialmente, a causa dei troppi, incessanti interrogativi che si pone Emory, che si pongono i lettori, che vengono platealmente sviati dagli Avi, che sanno, ed ignorati dai frustrati abitanti, che sanno di non sapere.
Nella seconda parte del romanzo allora le risposte devono essere cercate e verranno cercate, in quanto la fine è vicina, e ciò che mette il lettore sulle spine rimane la tensione accumulata nella prima parte, che viene rilasciata magistralmente tassello dopo tassello da Turton, che nel mix aggiunge anche la preoccupazione di dover risolvere correttamente tutto prima dello scadere del tempo e prima del malfunzionamento dei sistemi di sicurezza isolani.
Riuscirà la nostra protagonista a salvare l’umanità – o ciò che ne resta – e smascherare gli Avi prima che la nebbia inglobi la Terra completamente?
Lo rivela Stuart Turton nel suo ultimo libro, “L’ultimo omicidio alla fine del mondo”!
L’autore Stuart Turton
Lo scrittore vanta di una laurea in inglese e filosofia all’Università di Liverpool. Dopo la laurea, si sposta per un anno a Shanghai per insegnare inglese, collabora con una rivista a Londra, scrive articoli di viaggio a Dubai. Ora è un giornalista freelance, ma anche uno scrittore di rilievo dopo “Le sette morti di Evelyn Hardcastle” e “Il diavolo e l’acqua scura”.
Lo scrittore Stuart Turton. Fonte immagine: Amazon
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