Si può scrivere un saggio letterario senza essere pedanti? Cortázar dimostra che ciò è possibile con l’inedito A Passeggio con John Keats.
Julio Cortázar è uno di quegli autori che non ha bisogno di presentazioni. Scrittore argentino tra i più importanti della letteratura sudamericana e mondiale ha legato la propria fama a opere come il romanzo Rayuela, in italiano Il gioco del mondo, il primo libro-game della storia dove il lettore diventa il vero protagonista e ai tanti racconti, come le fantasie animalesche di Bestiario o Le bave del diavolo che ha ispirato Michelangelo Antonioni per il suo Blow-up del 1966.
Ma oltre ad essere stato un narratore in equilibrio tra la dimensione reale e quella fantastica, Cortázar si è anche dedicato allo studio di autori quali Edgar Allan Poe, Arthur Rimbaud e John Keats. E proprio al poeta più rappresentativo del romanticismo inglese Cortázar dedicò, negli anni cinquanta, un saggio che, in realtà, saggio non è: A passeggio con John Keats, opera fino a questo momento inedita in Italia e che giunge da noi pubblicata da Fazi editore e tradotta da Elisabetta Vaccaro e Barbara Turitto.
A passeggio con John Keats. Romanticismo e surrealismo a braccetto
Pubblicato postumo nel 1996, A passeggio con John Keats fu scritto da Cortázar in totale solitudine e fin dalle prime pagine si capisce bene come quest’opera sia lontana dalla forma del saggio:
«Mi diverte semplicemente l’idea di andarmene a passeggio per la memoria sottobraccio a John Keats, e favorire ogni tipo di incontri, presentazioni e appuntamenti. Perché il termine appuntamento non è da sottovalutare, come si vede. Prendo sottobraccio Keats, atteggiamento più naturale per conoscerlo rispetto all’altro, così frequente, in base al quale issano il poveretto su una nuvola, mentre il critico riunisce sedie e tavoli per edificare una piattaforma di cui non c’era il benché minimo bisogno».
Lungo gli undici capitoli che si dipanano lo scrittore argentino evita di abbandonarsi all’ampollosità tipica di tanti accademici in favore di un discorso più informale, che però non rinuncia allo stile che caratterizza l’autore de Gli autonauti della cosmostrada.
Cortázar racconta la vita di Keats e le sue opere, finendo però per creare un parallelo con la sua di vita: i viaggi del poeta inglese lungo la Scozia e lo scambio epistolare con Fanny Brawne si mescolano con le atmosfere di Buenos Aires, i profumi e gli odori delle città italiane visitate dall’autore negli anni cinquanta e gli scambi epistolari che Cortázar aveva con i suoi amici.
A passeggio con John Keats non è il solito saggio zeppo di pedanteria che ci si aspetterebbe da un’opera del genere, ma una narrazione che esula dal semplice zelo per entrare più in profondità tanto nell’anima di Keats quanto in quella di uno scrittore particolare come Julio Cortázar.
Fonte immagine: Fazi editore