Ad occhi chiusi di Gianrico Carofiglio | Recensione

Ad occhi chiusi

Ad occhi chiusi è la seconda opera narrativa di Gianrico Carofiglio, un romanzo giallo descritto dal punto di vista di un avvocato, pubblicato dalla casa editrice palermitana, Sellerio Editore, nel 2003.

Questo giallo giudiziario è basato sull’evoluzione e le peripezie di un processo penale molto rischioso del quale il protagonista e avvocato, Guido Guerrieri, dovrà costituire la parte civile dell’indifesa Martina Fumai. Il romanzo, tuttavia, ci racconta e ci fa vivere le varie vicissitudini della vita del protagonista, non tutte necessariamente legate al processo, nonostante siano tutte interessanti dati per costruire la caratterizzazione del personaggio di Guerrieri, che è apparso già nel primo libro di Carofiglio, Testimone inconsapevole (Sellerio, 2002) , e nel terzo libro da lui pubblicato, Ragionevoli dubbi (Sellerio, 2006). Tutti e tre i gialli giudiziari verranno poi pubblicati in una macro raccolta del 2007, I casi dell’avvocato Guerrieri.

Chi è l’autore Gianrico Carofiglio?

Nasce a Bari nel 1961 da una mamma scrittrice e da un padre ingegnere civile. Si laurea in giurisprudenza, per poi divenire magistrato e politico, posizioni che ha lasciato per essere uno scrittore e un professore dal 2022 a contratto presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, sede di Ravenna, titolare del seminario “Lingua e scrittura giuridica di base”. I libri di Gianrico Carofiglio, con sei milioni di copie vendute, sono stati tradotti in 28 lingue.

Il giallo Ad occhi chiusi: la trama

Come già menzionato, il fulcro della trama è composto dalle vicende dell’avvocato Guido Guerrieri, a cui viene commissionato un giorno dal suo amico poliziotto Tancredi e da una figura enigmatica mai vista prima, quella di suor Claudia, di difendere una donna vittima di violenza domestica, fisica, psicologica, sessuale: la fragile e magrolina Martina Fumai. La vittima era coinvolta in una relazione con il giovane e sedicente Gianluca Scianatico, un dottore che per la prima parte della relazione si presenta come figura pacata ed amorevole. Sin dai primi momenti di convivenza dei due, tuttavia, comincia a cadere la flebile maschera di lui, che intimorisce la compagna, percuotendola gravemente e abusando di lei verbalmente. Nel momento in cui Martina scappa da questa situazione, approfittando del fatto che il suo violentatore fosse a lavoro, e ritorna a casa della madre, Gianluca comincia ad assumere il ruolo di stalker: la pedina, la aspetta sotto casa, all’infuori dell’edificio dove la ragazza lavora, le lascia chiamate ad ogni orario del giorno e della notte. Martina scappa allora in un rifugio per donne che, similmente a lei, desiderano scappare dalle loro vite per le più svariate motivazioni. Fortunatamente, il rifugio è gestito dalla sua sostenitrice più grande, suor Claudia, che la convince a portare a processo l’ex fidanzato. Previamente a Guerrieri, la richiesta di difendere la ragazza in tribunale viene fatta ad altri due importanti avvocati di Bari, che rifiutano per paura del padre del ragazzo: un funzionario influente conosciuto in tutta la città. L’avvocato Guerrieri si troverà ad accettare per orgoglio e per un suo grande vizio: quello di cimentarsi ad occhi chiusi in situazioni che smuovono la sua moralità.

Quali sono i personaggi principali ?

Partiamo dal protagonista, l’avvocato Guido Guerrieri: un personaggio in sé complesso e realistico, che entra velocemente nei cuori dei lettori a causa della sua spiccata fragilità umana, nei pregi (poco menzionati, ma che senz’altro risiedono nel suo senso della giustizia e la sua intelligenza) e i suoi difetti (che includono la mancata comunicazione dei suoi sentimenti agli altri, confessati in confidenza a noi lettori soltanto, la sua sfrontatezza, la mancanza di pazienza, e l’ossessione incessantemente presentata nel libro verso il fumo).
Protagonista onoraria, Martina Fumai (che, ironicamente, ha un vizio cronico per le sigarette) è una ragazza dal passato psichiatrico complesso, costellato da disturbi che vengono semplicemente acuiti dalle persecuzioni che subisce dal suo ex fidanzato, che tuttavia riesce (o quasi) a superare grazie al supporto offerto dalla comunità, in particolare da suor Claudia, e dall’aiuto giudiziario ed emotivo dell’avvocato Guerrieri.
Gianluca Scianatico è un ometto che, grazie al suo potente retaggio, vive la vita in modalità facile: la sua laurea, il suo lavoro, i suoi soldi, gli sono sempre stati regalati e mai ha dovuto sudare per raggiungere un obiettivo, cosa che probabilmente non fa che aumentare il suo narcisismo e la sua mitomania, oltre che infondere in lui un senso di giustificazione nel trattare male ed abusare degli altri, in particolar modo di Martina nelle mura domestiche.
Suor Claudia è uno dei personaggi più interessanti del romanzo: dall’apparenza dura, il volto inespressivo e dalle poche parole, suor Claudia sembra tutto tranne che una suora. Veste in modo non convenzionale per la sua professione: porta i pantaloni neri, la maglietta bianca e un giubbotto di pelle, tutti sempre accompagnati da una coda di cavallo e l’assenza di velo.
Alessandra Mantovani è colei che aiuta e guida l’avvocato Guido Guerrieri: magistrata molto amica del protagonista, rappresenta la giustizia e la lotta fra il dovere e la vita personale e sentimentale. Riesce ad aiutare notevolmente Guido, nonostante lei stessa stia affrontando una sua sfida esistenziale all’infuori del tribunale.

Cosa colpisce di Ad occhi chiusi di Gianrico Carofiglio?

Il racconto è in grado di rendere Bari una città melanconica, si sviluppa in un’atmosfera cupa e grigia, tra morte, delusioni e flashback. In ciò, la trama non è mai monotona; è anzi molto scorrevole e incalzante, con un ritmo ben soppesato tra i momenti stressanti in studio, quelli irrequieti in tribunale e quelli riflessivi a casa. “Ad occhi chiusi” è un romanzo che intreccia bene il thriller giudiziario, nel quale lo scrittore offre una descrizione chiara e dettagliata dell’ambiente giuridico, in quanto ex magistrato, e l’analisi psicologica del protagonista (e non solo!). Il finale potrebbe essere associato al genere poliziesco, in quanto si sviluppa in una scena di grande tensione e confusione nella quale è forte la presenza della polizia.
Il testo è in grado di farci riflettere profondamente sulla legge italiana e la differenza tra la sua scrittura e la sua realizzazione di fatto con le sue ambiguità morali, la corruzione, le mazzette, lo status sociale; come tutto ciò protegge sempre i più forti e disprezza la parte offesa, specialmente quando si tratta di violenza di genere. In un paese dove aleggia la disparità, è confortevole leggere e pensare a degli avvocati moralmente pii, pronti a battersi per ciò che è giusto senza pensare prettamente al compenso economico.

Con grande sconforto, sebbene Ad occhi chiusi sia stato pubblicato nel 2003, i fatti raccontati, come la violenza non creduta a discapito delle donne, specialmente nel caso in cui il colpevole sia una figura di spicco o di moderata rispettabilità, è ancora tremendamente attuale.

Risulta facile leggere il racconto ambientandolo nei giorni odierni, in quanto anzitutto non esistono elementi che siano in grado di posizionare il racconto in anni precisi, inoltre perché le dinamiche della Bari del 2003 non sono sostanzialmente cambiate, nonostante siano intercorsi più di due decenni. In bilico tra il rammarico e la scrittura ricca di colpi di scena, il libro si presenta come una chicca da non perdere.

Riuscirà la giustizia morale a vincere contro l’ingiustizia morale in questo romanzo ricco di suspense?
Ve lo svela Gianrico Carofiglio, nel suo Ad occhi chiusi.

Fonte immagine: Sellerio editore.

 

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