Alfonso Gatto: Il poeta in bicicletta, l’ultima pubblicazione di Massimo Cerulo, docente di Sociologia presso l’Università degli studi di Napoli Federico II e collaboratore del quotidiano HuffPost, analizza la figura del poeta salernitano fra letteratura, giornalismo e ciclismo.
Tale volume è stato oggetto di uno degli incontri del Napoli Città Libro del giorno sabato 15 giugno, presso il centro congressi della Stazione Marittima di Napoli, al quale hanno partecipato anche il docente di Sociologia dell’Università degli studi di Salerno Alfonso Amendola e Paolo Porreca, chirurgo e redattore della pagina del ciclismo del quotidiano Il Mattino. Il professor Amendola e il dottor Porreca illustrano il filo conduttore fra la scrittura di Gatto, il giornalismo sportivo del secondo dopoguerra e il ciclismo dell’Italia di quegli anni.
Alfonso Gatto: Il poeta in bicicletta, pubblicato dalla casa editrice Orthotes di Diego Giordano, ricorda l’esperienza di inviato del letterato salernitano come giornalista del giornale l’Unità per raccontare il Giro d’Italia e il Tour de France.
In primis, dopo la presentazione del volume da parte dell’autore, il chirurgo Porreca ha preso la parola spiegando che tra i suoi autori preferiti (oltre al latino Orazio e al tarquiniese Vincenzo Cardarelli) c’è anche il giornalista torinese Bruno Raschi, al quale si deve l’associazione dell’attività cardiaca al mondo del ciclismo. Proprio tale riflessione avrebbe stimolato l’interesse del medico per questo sport, il quale fece irruzione nella letteratura italiana novecentesca grazie alla prosa di Alfonso Gatto, il cantore delle gesta degli atleti nel 1956 e nel biennio 1958-1959. Successivamente, dopo la lettura di alcuni passaggi del libro Alfonso Gatto: un poeta in bicicletta, è il professor Amendola a prendere parte al dibattito illustrando gli “aspetti sociologici” del volume. Il giornalismo dell’epoca non è quello “Fast and Furious” attuale, che mira «all’effetto e non lascia spazio ai sentimenti, alle emozioni e alle passioni e alle linee fuori circuito per il lato sportivo», piuttosto era qualcosa di più narrativo, anzi “poetico“:
«In uno dei suoi ultimi scritti […] Baudelaire dice [che] si sente “poeta anche in prosa”. Ecco ! Gatto non dimentica mai l’essere poeta. Anche quando fa la cronaca bruciante, lo sottolinea in diversi passaggi Massimo Cerullo, non dimentica mai l’essere poeta e anche i passaggi più ironici sono sempre di grande visionarietà e la sensibilità del poeta è sempre lì. Una delle belle definizioni, già qui abbiamo un aggancio agli studi e alle riflessioni di Massimo Cerullo, ce la dà un poeta salernitano, Alfonso Mele, che ha definito Alfonso Gatto “un poeta con la valigia” e il tema della valigia, del viaggio e dello spaesamento […] è centrale».
Alfonso Gatto, il professor Cerulo ricostruisce la sua figura fra l’attivismo politico, l’impegno letterario e la passione per il ciclismo
Il professor Cerulo ha rivelato che l’interesse per il poeta novecentesco è dovuto ad una visita turistica a Salerno con la propria moglie, durante la quale ha esplorato Via dei Mercanti e il Vico San Bosisio, ovvero i luoghi che ospitano diversi murales dedicati alle composizioni di Alfonso Gatto: «Quindi, decidiamo, grazie alla volontà dell’editore Diego Giordano e Orthothes, di dedicare un sillabario ad Alfonso Gatto e di raccontare in termini sociologici un poeta che, in quel momento, come chiarito dal professor Porreca, è un “uomo di colore”, come definito dall’Unità. Non vi abbiamo detto che Gatto viene ingaggiato direttamente da Ingrao e Togliatti. Gatto scriveva per l’Unità […]. Viene ingaggiato da Togliatti perché […] Gatto è comunista, è stato partigiano, è stato resistente, è stato arrestato per la sua resistenza al fascismo, ma è un comunista molto critico nei confronti del partito. Non può sottrarsi all’invito di Togliatti, però accetta l’invito per raccontare con carta bianca […]. Questo mi permette di chiarire un altro punto fondamentale. In quel momento, il problema dell’Italia (in termini sociali) era che mancava un’acculturazione sociale, […] era un paese distrutto, […], una popolazione triste e il ruolo dei giornali, che erano soprattutto giornali di partito, era di tirare su la popolazione attraverso un fondo di acculturazione sociale».
Infatti, altre grandi personalità della letteratura di quegli anni che aderirono alla missione dell’Unità furono Vasco Pratolini, Dino Buzzati, Anna Maria Ortese e Luciano Bianciardi.
Una narrazione giornalistica che incontra la poesia di Dante Alighieri oppure la pittura di Francisco Goya, Magritte e Max Ernst
Infine, dopo la lettura di un’estratto di un articolo di Gatto, nel quale l’arrivo dei ciclisti a Capri è paragonato a quello dei mille volontari garibaldini che salparono da Quarto durante la Seconda guerra d’indipendenza, il docente dell’Università di Salerno ha illustrato le caratteristiche uniche del giornalismo del poeta salernitano: «È evidente […] che l’obiettivo di Gatto non è quello di fare la cronaca sportiva, non per snobismo ma come atto di necessità. Il suo atto di necessità è quello di scrivere e di ricostruire storie [….]. Una narrazione di storie […] che è anche intrisa di un impianto visivo, più che cinematografico (un tema molto caro allo stesso Gatto, che sarà attore in diversi film) fortemente pittorico. Dico questo fatto di pittorico perché Gatto ha un rapporto con la pittura fortissimo, perché egli stesso è pittore […], è legatissimo ad una galleria d’arte (ancora oggi presente) che inaugurerà assieme a Pier Paolo Pasolini e Vasco Pratolini […]. La pittura torna costantemente negli acquarelli narrativi che lui costantemente fa, […] ma torna anche con degli esempi precisi. C’è un passaggio che Massimo [Cerulo] definisce di natura dantesca, dove lui, nel raccontare queste salite […], lui cita anche una tensione visiva che rimanda al grande surrealismo di Magritte, a Max Ernst, in un altro passaggio rimanda alle grandi tensioni visive di Goya […]. Ci sono tantissimi corpi che vengono raccontati, tantissimi atti di sofferenza e di fisicità perché il ciclismo era (assolutamente) una dimensione di sforzo fisico».
Secondo il parere del sociologo, le pagine di questo volume, che raccoglie diversi articoli redatti dallo stesso Gatto, rivelano una dimensione umana indispensabile per comprendere l’immaginario poetico del letterato e giornalista appassionato di ciclismo.
Fonte immagine di copertina: Salvatore Iaconis