Aspettando il suo nuovo libro intitolato Il richiamo dell’Isola in uscita il 19 aprile, la redazione di Eroica Fenice ha avuto il piacere di intervistare la travel blogger Anna Pernice e di approfondire l’esperienza di vita alle isole Canarie che ha portato la scrittrice alla creazione di questo racconto, analizzando anche il suo percorso lavorativo e la sua filosofia di vita.
Intervista ad Anna Pernice
Salve Anna! Per prima ci sembra doveroso accennare in parte il suo background: nel 2013 lei fonda il blog Le avventure di Anna Pernice – Travel Fashion Tips, ed avendo la possibilità di viaggiare tanto lei riesce ad affermarsi gradualmente in questo ambito che all’epoca risultava essere quasi agli albori da un punto di vista di introiti economici. La domanda sorge dunque spontanea: Anna Pernice ha in principio fondato il blog ed iniziato a viaggiare per pura passione oppure lei aveva anche già intuito delle prospettive lavorative importanti per il futuro?
Ciao! sì esatto, ho aperto il mio blog undici anni fa quando ancora non si immaginava nemmeno potesse diventare un lavoro. Ho sempre viaggiato sin da bambina, così come ho sempre avuto la passione per la scrittura e la fotografia e così, quando sono nati i primi blog, ho deciso di crearne anche io uno mio per raccontare le mie passioni, non immaginando che in breve tempo sarebbe diventato il mio lavoro. Per rispondere alla tua domanda: no, non immaginavo potesse diventare un lavoro, ma l’ho aperto per semplice hobby, un hobby che ben presto mi ha cambiato la vita e mi ha permesso di girare mezzo mondo.
Il suo racconto Il richiamo dell’Isola, edito da Santelli Editore e disponibile a partire dal 19 aprile, narra di un legame viscerale tra Anna Pernice e le Canarie, in particolare con l’isola di Fuerteventura: da cosa nasce questo profondo amore e l’idea di raccontarlo in un libro? E perché si lega proprio a questo luogo specifico?
Questo legame molto forte con Fuerteventura e le isole Canarie è nato durante la pandemia. Ammetto che prima di allora non le avevo mai prese in considerazione. Ma poi, tra il primo e il secondo lockdown, l’isola di Fuerteventura, come racconto anche nel mio romanzo, ha iniziato a chiamarmi a sé. Sono così partita per un volo di sola andata senza esserci mai stata prima, con l’intenzione di restarci al massimo un mese, ma alla fine me ne sono profondamente innamorata e la mia permanenza si è prolungata di mese in mese, fino a diventare quasi due anni di vita vissuti proprio lì. In questo romanzo ho voluto raccontare i primi mesi sulle isole, l’energia dei vulcani e dei 7 chakra a cui sono legate le 7 isole Canarie e perché mi sono innamorata di queste isole.
Nel difficile periodo della pandemia nel 2020, lei ha dunque avuto modo di poter vivere a pieno la quotidianità dell’isola di Fuerteventura, lì dove i paesaggi lunari e la conformazione del territorio rendono questo luogo quasi estraneo ad ogni altra zona del pianeta: com’è stato per Anna Pernice vivere un momento di isolamento collettivo in un luogo che già di suo permette a chi lo visita di abbracciare la solitudine ed il rapporto con il proprio Io interiore?
Riassunto in una sola parola: è stato bellissimo! La solitudine dell’isola era proprio ciò che cercavo in un periodo come la pandemia, solitudine che ho avuto modo di vivere non tra quattro mura domestiche ma a contatto con la natura: distese di spiagge bianchissime dal mare cristallino, vulcani da scalare, deserti e tramonti mozzafiato! In quel periodo, poi, sulle isole non c’erano turisti, ma solo gli abitanti del posto e i nomadi digitali ed un po’ alla volta mi sono creata il mio gruppo di amici stretti con cui condividere le varie avventure, che sono diventati, come si dice in gergo, la mia familia.
Nel suo libro lei parla molto di Chakra del terzo occhio e del flusso degli eventi che l’ha portata a vivere tale esperienza di vita: si è sempre sentita molto coinvolta nel concetto di spiritualità di un luogo? C’è un viaggio in particolare che, nel corso della sua vita, ha cambiato inesorabilmente l’animo di Anna Pernice?
Si, diciamo che alcuni luoghi hanno delle energie molto forti che a volte riesco ad avvertire, ma le isole Canarie hanno delle energie potentissime che anche uno scettico sentirebbe. Hanno un qualcosa di inspiegabile che attira a sé come una calamita, ed è ciò che mi è successo con Fuerteventura. Appena atterrata sull’isola ho avvertito qualcosa di inspiegabile e, facendo delle ricerche, un po’ alla volta ho scoperto il legame delle isole Canarie con i 7 Chakra, che ho provato a raccontare nel mio romanzo, dove, al di là del racconto della mia avventura, ci sono anche degli appunti di viaggio con consigli utili per visitare le isole Canarie, mappe illustrate, foto e QR code.
Nel suo racconto vi è un importante messaggio secondo il quale è sempre possibile cambiare vita ed uscire dalla zona di comfort al fine di trovare il nostro posto nel mondo: ad oggi lei sente di aver trovato la sua dimensione ideale magari proprio tra i paesaggi delle Canarie oppure è in continua evoluzione, già in attesa della prossima avventura di vita?
Sì, le Canarie un po’ alla volta per me sono diventate casa, ed è il luogo in cui ritorno ogni volta che ho bisogno di ricaricare le energie. C’è da dire che da quando ha riaperto il mondo dopo la pandemia, la mia indole da wanderluster ha preso il sopravvento ed ho ricominciato a girare come una trottola tra America, Asia e Africa, anche se ogni tanto avverto l’esigenza di fermarmi e tornare lì. Al momento direi dunque di aver trovato il mio posto nel mondo: le Canarie hanno catturato il mio animo e quando posso cerco sempre di ritornare in quello che posso definire il mio rifugio sicuro.
Fonte immagine in evidenza: archivio personale di Anna Pernice