Recensire Scarpe Scarlatte – l’ultimo romanzo del giornalista Antonio Grassi – non è un compito semplice. Non lo è perché già inquadrare il genere è un azzardo: non si tratta né di un libro di fantascienza, né di un giallo classico, né di un saggio sulla mafia, ma di nessuno di essi e di tutti questi questi generi messi insieme.
La trama di Scarpe Scarlatte, di Antonio Grassi
Protagonista del romanzo è Daniele Segretari, poliziotto della Dia di Milano che si ritrova ad investigare su un decesso apparentemente dovuto a cause naturali ma che fa successivamente emergere diversi reati (dai traffici di armi ai trasporti illegali di rifiuti tossici, dalle violazioni della privacy agli stupri e agli omicidi). Soprattutto fa emergere, però – oltre intrighi legati a politici, artisti, manager, preti e paperoni lombardi – una rete di persone apparentemente insospettabili e irreprensibili.
Tra queste vi sono le donne che fanno parte di Scarpe scarlatte, associazione misteriosa – che dà il titolo al romanzo – nata per vendicare le vittime di molestie e stupri.
Una rete di persone, dunque, che parte appunto dalla Rete, perché la vendetta comincia su Internet. Nel corso delle sue indagini, infatti, Segretari scoprirà una sezione del sito di Scarpe Scarlatte accessibile solo a pochi utenti. Qui si trova l’elenco degli inquisiti per reati sessuali non denunciati dalle vittime ma per cui, essendo i reati comprovati, il gruppo che agisce con il nickname “Warrior” richiede pene estreme come la castrazione, il soggiorno in celle con sodomizzatori seriali, l’impalamento.
Oltre ad auspicare vendette e ad invitare le forze dell’ordine e la magistratura a non concedere tregua agli stupratori, il gruppo però – come scopre Segretari – svolge anche una vera e propria attività di intelligence che oltrepassa i confini della legalità. Le “Warrior” violano siti privati e istituzionali e diffondono foto e informazioni personali (nome e cognome, professione, età, numero di cellulare, indirizzo di casa, e-mail, reddito, conto corrente e descrizione dei reati commessi) di tutti gli uomini accusati.
Una scheda altamente dettagliata è riservata a Ferruccio Pianalti, personaggio notoriamente subdolo e privo di scrupoli, sulla cui morte si ritrova ad investigare Segretari. Trafficante di rifiuti tossici, Ferruccio Pianalti è ritrovato morto nella sua auto subito dopo essersi sottoposto a un controllo periodico del suo pacemaker. È il 4 maggio 2013 e solo due giorni prima Segretari aveva ricevuto una busta anonima dal sacchetto bianco e il contenuto misterioso. Al suo interno vi era infatti una miscellanea di lavori scientifici, cronache giornalistiche legati a quelli che potrebbero essere chiamati i primi “Cyber-omicidi”. Segretari non è però l’unico a ricevere quella busta. Di cosa si tratta? E come può ciò essere in relazione con la morte del trafficante di rifiuti o l’operato di Scarpe Scarlatte?
L’autore, Antonio Grassi
Già responsabile della redazione di Crema del quotidiano La Provincia di Cremona, Antonio Grassi in una veste diversa dal protagonista del suo romanzo si è già interessato di politica e di ambiente, temi che fanno da cornice al libro. Scrittore, è autore di tre romanzi gialli a sfondo sociale e ha pubblicato due pamphlet su questioni ambientali: ‘Terre di frontiera-Goflandia e altre storie’ e ‘Forte apache e dintorni’. Il primo racconta la storia di tentativi di aggressione del territorio provinciale. Il secondo, del referendum sull’inceneritore di Cremona.
Scarpe Scarlatte, pubblicato nel 2018, è il romanzo che riunisce i suoi svariati interessi alla luce di problematiche nuove e attuali che, però, hanno radici nel marcio di una società vecchia.
Il commento
La penna di Antonio Grassi è quella di un giornalista che, anche quando inventa, sa quel che scrive e lo rende credibile. Nulla è lasciato al caso. Non i luoghi in cui la vicenda si snoda: Crema, a Milano, a Francoforte, a Roma e a Bologna. Non i tempi: dal 2013 al 2017 tante cose cambiano in Italia e le piccole finestre sulla cronaca politica non infastidiscono, anzi fanno apparire la storia al lettore ancora più vera.
Nelle pagine del romanzo il lettore è portato non solo a seguire le indagini del poliziotto, la sua vita e i suoi amori personali, ma a scoprire una società contrassegnata dalla spregiudicatezza, dal rancore, dall’odio. Una società dove si è disposti a tutto per soldi, potere e vendetta. I personaggi sono tanti e ognuno ha una sua ricca e coerente caratterizzazione: ognuno di loro è rappresentativo di una parte della comunità dov’è difficile distinguere i buoni dai cattivi (sempre se, una linea di demarcazione così netta, esista davvero).
Nonostante la trama sia densa e il volume del libro – con ben 415 pagine – abbastanza corposo, il merito dell’autore è però soprattutto quello di non perdersi tra le sue stesse fila e di non sforare mai nell’inverosimiglianza. Grazie ad un’ironia pungente e mai scontata, la narrazione è dunque fluida e scorrevole. Alla fine non ci si può non affezionare a Daniele Segretari, al suo cinismo, alla necessaria integrità.
Una citazione
“Conosco i giornalisti. Sono insaziabili. Delle locuste. Quando ero vicequestore li avevo addosso tutto il giorno. Famelici, alla disperata ricerca di scoop. In provincia, la morte di un personaggio conosciuto diventa oggetto di conversazione nei bar, nelle piazze. Lo si santifica o lo si crocifigge in base alle simpatie o alle antipatie personali. L’oggettività è per gli illusi. In provincia il grigio è sconosciuto”.
Titolo: Scarpe Scarlatte
Autore: Antonio Grassi
Editore: C.A.SA.