Edito di recente da Marsilio Editori, Baby Blues è il terzo romanzo della scrittrice statunitense Elisa Albert.
Ari è ormai madre da un anno del piccolo Walker avuto dal marito Paul, professore universitario più grande di lei. Trasferitisi dalla caotica New York nella tranquilla ma noiosa provincia americana, lui è sempre più immerso nel proprio lavoro e a fare carriera mentre lei arranca dietro una tesi di dottorato, che sembra essere destinata a non avere una conclusione, e i suoi doveri di mamma. Il vero problema di Ari, tuttavia, non è il suo essere indietro con i suoi progetti personali a causa della maternità, quanto, e anche le persone intorno a lei se ne rendono conto chiedendole continuamente come sta e dandole consigli non richiesti, ciò che prova dal parto – un cesareo che l’ha traumatizzata a tal punto da farle ricordare l’esperienza come se avesse subito una vera e propria violenza – la malinconia che non l’ha abbandonata dalla nascita del figlio. Questa malinconia, baby blues appunto, la perseguita senza abbandonarla mai, lasciandola sempre in bilico tra l’amore incondizionato per il suo bambino e un’intolleranza nei suoi confronti che la porta a desiderare di non averlo messo al mondo.
“A volte sono con il bambino e penso: sei il mio cuore e la mia anima, morirei per te. Altre volte penso: piccolo stronzo, lasciami in pace, così posso tagliarmi le vene nella vasca da bagno e morire serena.”
Questo suo sentire non è riservato soltanto alla sua condizione poiché, in effetti, rivolge la stessa commiserazione, che sfocia più spesso in ferocia che in comprensione, anche verso le coetanee che, come lei, hanno avuto o stanno per avere un figlio. Una pausa, o meglio, un diversivo nella vita di Ari da questo malessere che ha radici e motivazioni altre e più profonde oltre alla gravidanza e al parto, è rappresentato dall’arrivo di una nuova vicina nel quartiere in cui abita. Si tratta di Mina Morris ex bassista delle Mysoginists, una rock band al femminile divenuta famosa negli anni ’80, adesso incinta e in procinto di partorire. Il loro incontro e il modo in cui Ari la considera, quasi idealizzandola come il prototipo di futura madre e amica perfetta, servirà alla protagonista per un cambiamento nella sua vita.
Baby Blues e la malinconia post-parto
Elisa Albert nel suo ultimo romanzo – valutato come uno dei migliori di quest’anno da diverse riviste americane – tratta con un’energia rabbiosa al limite dell’eccesso descrittivo e narrativo quello che diventa un vero e proprio problema per molte donne dopo il parto. Numerosi sono infatti i dialoghi con gli altri personaggi ma, in particolar modo, i pensieri interiori della protagonista in cui l’argomento viene sviscerato più volte e in una maniera talmente cruda da rasentare l’eccesso. Ari è una giovane donna divisa tra ciò che deve, vuole e sente di essere. Il risultato è un’esistenza problematica nella quale non si ritrova più proprio perché incapace di scegliere un ruolo e rivestirlo totalmente senza alcun ripensamento o tentennamento futuro. La sua è la condizione di tante altre neo-mamme che necessitano di un aiuto che, spesso, non riescono a chiedere o non sanno accettare.
Baby Blues è uno di quei libri che va letto fino alla fine senza esprimere giudizi affrettati perché il suo vero significato è nascosto tra le righe e soltanto l’attenzione e l’empatia che riesce a suscitare in chi sa e vuole capirne e afferrarne il messaggio, può liberarne il grande potenziale, che esplode all’improvviso lasciando i lettori senza parole.
—————————————–
Baby Blues è disponibile su Amazon.