Bianca come la neve di Mariarosaria Conte (Recensione)

Bianca come la neve, l’adolescenza raccontata da Mariarosaria Conte

Uscito a novembre in libreria, Bianca come la neve è l’ultimo romanzo dell’autrice napoletana Mariarosaria Conte pubblicato da Ateneapoli Editore.

Morena è una ragazza semplice, assennata, studiosa oltre che impegnata in varie attività extrascolastiche e con un gruppo di amici fidati con cui trascorre le sue giornate. Al rientro dalle vacanze estive da Oti, durante le quali si è fidanzata con Davide, più grande di lei di un paio di anni e appartenente alla “Napoli bene”, deve fare i conti con diverse complicazioni che renderanno il rapporto tra i due difficile da gestire.

Se in vacanza i suoi genitori le avevano lasciato maggiore libertà, una volta in città la giovane è costretta a mentirgli pur di ritagliarsi del tempo da dedicare al suo amore. Davide si dimostra paziente, malgrado questa nuova situazione non gli vada tanto a genio, e le propone di conoscere i suoi amici. Una volta entrata in contatto con loro, le insicurezze e l’inadeguatezza di Morena non tardano a emergere rendendola ancora più impacciata fino al punto che, pochi giorni dopo una festa, il suo principe azzurro perfetto come un Dio la lascia dicendole che sono troppo diversi e, per questo motivo, la loro storia non può avere un futuro.

Distrutta e addolorata, Morena si chiude in se stessa allontanando la madre, il padre, la sorella minore Giulia, l’amico del cuore Lorenzo e le amiche di sempre Claudia, Federica e Fiorenza, sprofondando in una acuta depressione che la porta all’anoressia. Preoccupati per le sue condizioni, i genitori decidono di mandarla a vivere per un periodo dagli zii a Roma dove, col passare dei giorni, la ragazza riesce faticosamente a riprendersi. Tornata a Napoli, tuttavia, la aspetta un’altra prova: riuscire a non perdere il prezioso equilibrio ritrovato dopo essersi confrontata con le persone care da lei trascurate durante i momenti bui e con chi ne era stato la causa scatenante.

Bianca come la neve di Mariarosaria Conte: fragilità e forza di un’età delicata

Mariarosaria Conte in Bianca come la neve torna a narrare – lo aveva già fatto nel libro Mare nell’anima pubblicato nel 2015 – della sedicenne Morena che, alle prese con il primo amore, reagisce come molti suoi coetanei lasciandosi travolgere dalle tante emozioni positive e negative che da esso scaturiscono influenzandone e plasmandone in maniera, a volte confusa, il carattere e il modo di comportarsi.

“… Non capivo più niente. Da sempre avevo creduto di essere bianca e pura come la neve che brilla nelle giornate di sole in montagna, tanto simile a diamanti sminuzzati e capace di accecarti col suo chiarore. Forse in me esistevano zone d’ombra inesplorate. Fatto sta che non mi riconoscevo più. Ero smarrita. Perplessa. Triste.”

Il fragile equilibrio emotivo di Morena si spezza con la delusione derivata dall’infrangersi di un sogno, idillico e perfetto, costruito sull’idealizzazione della persona amata che, dopo averle fatto scoprire una felicità inaspettata e meravigliosa, la fa precipitare in un baratro oscuro che la porta all’anoressia. Mariarosaria Conte tratta di una malattia molto diffusa tra i più giovani che, convincendosi del fatto che la causa dell’emarginazione da parte di alcuni coetanei derivi dal loro essere esteticamente “imperfetti”, arrivano a farsi del male pur di sentirsi accettati dal gruppo e dai canoni imposti dalla società moderna. Purtroppo, troppo spesso, il lento decadimento della mente e del corpo di cui restano vittime, diventa irreversibile, portandoli anche alla morte.

Grazie all’aiuto e alla vicinanza di parenti e amici ma, soprattutto, alla maturità derivata dal prendere atto del pericolo da lei corso, riuscirà Morena a trasformare la propria fragilità in una forza inaspettata, nuova, capace di farla rinascere e farle comprendere cosa sia veramente importante e irrinunciabile?

Il grande pregio di Mariarosaria Conte è proprio questo: l’aver trattato approfonditamente un argomento tanto delicato quale è quello dell’adolescenza con le gioie e i dolori a essa legati sottolineando quanto sia importante dare valore alla propria vita e non lasciarsi andare rischiando di perderla ferendo, così, le persone veramente importanti e dalle quali si è amati incondizionatamente a prescindere da come si è (o ci si veda) davanti allo specchio.

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A proposito di Francesca Melis

Calabrese di nascita e sarda di origine sono laureata in Lingue e ho molte passioni: i viaggi, la musica, la fotografia, la scrittura e la lettura. In attesa di insegnare, coltivo il mio sogno nel cassetto di diventare una scrittrice.

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