Il giornalista Luca Forte si imbatte per caso in una bellissima donna incrociata in redazione, l’architetto Irene Piano. Una donna bellissima e fragile, consumata dalla precoce morte del suo fratellino Carlo tanti anni fa, deceduto accidentalmente in una chiesa durante il corso di catechismo. Sarà l’esigenza di fare luce su alcuni risvolti di questa storia torbida e poco chiara a spingere Luca, e il suo avvocato Giulia Ferri, a scoprire cosa si è tenuto nascosto. Il bottone rosso, edito da Aracne editrice per la collana Tarantole, è un romanzo dell’avvocatessa Francesca Sassano e si muove, non a caso, proprio sull’evoluzione di un evento costruito piano piano sui momenti più significativi di un’indagine che, per motivi insoluti, venne chiusa poco dopo quello che è stato definito un incidente.
Il giallo di Francesca Sassano si sviluppa però alternando questi episodi alle relazioni, di amicizia o d’amore, che i vari personaggi hanno tra di loro. Da una parte infatti troviamo Maurizio Nicotera, il pubblico ministero che si occupa di riaprire il caso, invaghito fin dai tempi della scuola di Giulia, dal forte carattere ma che nasconde una scottante delusione. Dall’altra Luca, dallo spirito intraprendente e sempre a “caccia della notizia”, il quale si ritrova in una breve relazione adultera con Irene, anch’essa vinta dagli ostacoli della vita, il più grande non avere mai saputo davvero cosa abbia provocato la morte del fratellino, un episodio che ha distrutto negli anni la sua intera famiglia.
Giocando con i personaggi, il thriller sembra invertire i classici stereotipi letterari uomo donna, soprattutto in un romanzo di questo genere: mentre ad esempio Giulia e Irene primeggiano nella loro carriera come è dato ad intendersi grazie al loro carattere risoluto, Maurizio e Luca in più occasioni dimostrano di possedere una femminile sensibilità di fronte a risvolti interiori. Lo stesso si può dire di Massimiliano, il prete attuale della chiesa in cui è avvenuto il fantomatico incidente, la cui storia familiare lo ha costretto contro sua volontà al seminario e a vivere una condizione di forzata passività, anche emotiva.
Il torbido caso sul quale, in forma romanzesca, indaga Francesca Sassano
Durante la storia, quasi verso la fine della risoluzione dell’indagine, il lettore viene a conoscenza di una vicenda parallela, quella di Enrico, ormai adulto e allora migliore amico di Carlo, che a causa di ciò che accadeva tra le mura silenziose di quella chiesa ha subito danni mentali irreparabili.
Il dolore che tutti i personaggi provano per la medesima condizione, espresso in modo diverso in ognuno di loro, per quel senso di ingiustizia e omertà di fronte a ciò che la società ci ha imposto che sia un muro insormontabile, Francesca Sassano dà attraverso l’invenzione della letteratura un esito positivo e speranzoso.
La lettura de Il bottone rosso porta inevitabilmente alla memoria ciò che è stato il caso più clamoroso di pedofilia da parte di personalità religiose, in Irlanda, il famoso caso Spotlight venuto alla luce grazie ad alcuni giornalisti del “The Boston Globe” agli inizi del Duemila. Infatti, poco a poco i nostri personaggi sveleranno che la morte di Carlo non è stata accidentale, ma insabbiata perché una scioccante rivelazione non emergesse pubblicamente a danno di chi viene considerato intoccabile, anche secondo la legge, come ci spiega sapientemente la Sassano.