Britannico di Racine | Recensione

Britannico di Racine | Recensione

Britannico di Racine è una tragedia in cinque atti rappresentata per la prima volta all’Hôtel de Bourgogne nel 1669. Così come Corneille, anche Racine si ispira ai personaggi dell’antica Roma.

Britannico di Racine si basa su una doppia rivalità (politica e amorosa) di due fratellastri: Britannico, il protagonista, e Nerone, l’antagonista. Per quanto riguarda la rivalità politica, Agrippina riesce a far nominare suo figlio Nerone successore dell’Impero, togliendo il posto a Britannico, degno successore. La rivalità amorosa, invece, è dovuta a Giunia, donna per cui Nerone prova un’ossessione così grande che lo porterà a farla rapire. Giunia e Britannico sono però innamorati, ed è ciò che fa scatenare l’azione.

Britannico di Racine incarna perfettamente le caratteristiche della tragedia classica: l’azione avviene in meno di 24 ore, il luogo in cui si svolge il tutto è la corte di Nerone, non ci sono sottotrame e ogni azione violenta non è rappresentata, bensì raccontata attraverso dei récit, ovvero dei racconti sulla vicenda. La storia si apre in media res, nel vivo dell’azione, in cui Agrippina racconta ad una serva, Albina, ciò che è successo, il che permette al lettore (o al pubblico) di capire la situazione.

In Britannico di Racine, il personaggio di Nerone è vittima delle sue passioni e spesso tentenna, cambia idea e si fa influenzare da chi gli sta attorno, infatti è indeciso: non sa se uccidere o meno Britannico. Verso la fine della tragedia, Nerone fa credere a Burro (il suo istitutore) e ad Agrippina che non avrebbe ucciso il suo fratellastro, che farà avvelenare dal suo amico Narciso. In seguito alla morte di Britannico, Giunia si suicida. Le due morti non sono rappresentate sulla scena per non scioccare il pubblico, bensì sono raccontate rispettivamente da Burro e da Albina. Nella scena finale, Agrippina maledice Nerone per tutto ciò che ha fatto, presagendo la sua morte imminente in una rivolta popolare. Con questo tragico finale, vediamo le premesse iniziali concretizzarsi man mano durante la storia.

In Britannico di Racine, una tragedia abbastanza semplice e dalla tragicità interiorizzata, riusciamo a vedere tutta l’influenza della dottrina giansenista: le passioni, che riguardino il desiderio, l’amore o il potere, sono la rovina dell’uomo, in quanto lo portano a commettere dei crimini inauditi. Queste potenze traditrici agiscono nell’essere umano che, ingannato dall’immaginazione e oscurato dalla realtà dei fatti, lo conducono alla distruzione di sé e degli altri. Il pessimismo radicale che si trova alla base della pièce, tipico del Giansenismo, rende Britannico di Racine una delle opere più interessanti dell’autore.

Fonte immagine in evidenza: Wikicommons

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