Candide di Voltaire: trama e analisi

François-Marie Arouet, comunemente conosciuto come Voltaire, è un filosofo, drammaturgo, storico e uno dei principali esponenti dell’ Illuminismo in Francia. Tra le opere di Voltaire la più conosciuta è “Candide ou l’optimisme” (Candido, o l’ottimismo), un romanzo dalla vena satirica. In Candide, Voltaire presenta una feroce critica alla teoria filosofica dell’ottimismo di Leibniz. All’interno dell’opera sono presenti avvenimenti che hanno segnato la vita di Voltaire. Scopriamo insieme i segreti di Candide di Voltaire.

Voltaire: filosofo, drammaturgo e figura chiave dell’illuminismo

François-Marie Arouet, meglio noto come Voltaire, fu una figura poliedrica dell’Illuminismo francese, eccellendo come filosofo, drammaturgo e storico. La sua opera, caratterizzata da uno spirito critico e da un’arguzia pungente, ha influenzato profondamente il pensiero occidentale. Voltaire è ricordato soprattutto per il suo impegno a favore della ragione, della tolleranza e della libertà di pensiero. La sua critica all’ottimismo filosofico trova la sua massima espressione in Candide.

Candide di Voltaire: trama e personaggi principali

Voltaire racconta la storia del giovane protagonista ingenuo e di buon cuore, di nome Candide, il quale vive nel castello del barone Thunder-ten-Tronckh, in Vestfalia. La trama di Candide di Voltaire è un susseguirsi di disavventure che mettono a dura prova l’ottimismo del protagonista.

Il mondo “perfetto” di Candide: l’infanzia in Vestfalia

Fin da bambino, Candide viene educato, insieme alla figlia del barone, Cunegonda, dal precettore Pangloss, fedele discepolo di Leibniz e incarnazione dell’ottimismo filosofico. Pangloss insegna che vivono nel “migliore dei mondi possibili” e che tutto accade per una ragione, anche il male. L’infanzia di Candide in Vestfalia rappresenta un’illusione di perfezione che verrà ben presto infranta dalla realtà del mondo.

L’amore per Cunegonda e l’espulsione dal castello

Candide si innamora di Cunegonda e ben presto scatta un bacio tra i due giovani. Scoperti dal barone, Candide viene accusato di aver sedotto la figlia e cacciato dal castello, considerato un paradiso terrestre. L’espulsione dal castello segna l’inizio del viaggio di Candide attraverso un mondo pieno di sofferenza e ingiustizia.

Le disavventure di Candide: guerra, terremoto e inquisizione

Da questo evento Candide vaga per il mondo, affrontando varie avventure: prima di tutto viene arruolato nell’esercito di Federico II di Prussia e verrà poi coinvolto nella Guerra dei Sette Anni (rappresentata come guerra tra Bulgari e Avari), dove rischia di essere giustiziato. Riesce a fuggire in Olanda, dove viene accolto da un anabattista. Incontra di nuovo Pangloss, sfigurato dalla sifilide, malattia che, secondo lui, ha comunque un fine ultimo positivo. Tutti e tre s’imbarcano verso Lisbona, ma durante il viaggio l’anabattista muore a causa di un naufragio, mentre Candide e Pangloss si salvano. Arrivano a Lisbona, dove scampano anche al terribile terremoto del 1755, ma cadono nelle mani dell’Inquisizione che li ritiene colpevoli di eresia. Pangloss viene impiccato, mentre Candide viene fustigato, ma riesce a salvarsi. Le disavventure di Candide sono un susseguirsi di eventi tragici che mettono in discussione la sua visione ottimistica del mondo.

Candide e il ricongiungimento con Cunegonda

Dopo queste terribili esperienze, Candide incontra Cunegonda, sopravvissuta alle violenze della guerra, ma ora contesa tra un mercante giudeo e il Grande Inquisitore. Candide, in un impeto di rabbia, uccide entrambi gli uomini ed è costretto a fuggire in Paraguay, insieme a Cunegonda e al fedele servo Cacambo. Lì, sperimenta la società utopica dei Gesuiti, ma è costretto a fuggire nuovamente dopo aver ucciso il fratello di Cunegonda, divenuto gesuita. Dopo molte altre peripezie e viaggi (tra cui l’arrivo nel mitico Eldorado), Candide torna in Europa, dove incontra Martino, un filosofo pessimista e incline al manicheismo. A Venezia, Candide è attratto dalla fama del senatore Pococurante, considerato l’uomo più felice del mondo perché ricco e apparentemente senza preoccupazioni. Tuttavia, Candide si rende conto che si tratta solo di apparenza, poiché il senatore è profondamente annoiato e insoddisfatto. Alla fine, Candide si ricongiunge con Cunegonda, invecchiata e imbruttita dalle peripezie affrontate. Nonostante ciò la sposa e con lei, Pangloss (sopravvissuto all’impiccagione) e Martino, si ritira in una piccola fattoria, dove finalmente trova un po’ di pace, dedicandosi al lavoro manuale. Il ricongiungimento di Candide con Cunegonda segna la fine di un lungo e travagliato percorso.

L’ottimismo di Leibniz e la critica di Voltaire in Candide

L’opera nasce in un periodo in cui Voltaire è pienamente cosciente del male nel mondo. L’autore riversa in Candide le sue esperienze personali e gli eventi storici che lo hanno profondamente turbato: il dolore per la morte della sua amata, l’esilio, la Guerra dei Sette Anni, il terremoto di Lisbona. La critica all’ottimismo filosofico è il cuore pulsante di Candide di Voltaire.

La filosofia di Leibniz: il migliore dei mondi possibili

L’obiettivo principale di Candide è ridicolizzare la teoria dell’ottimismo del filosofo tedesco Gottfried Wilhelm Leibniz. Secondo Leibniz, Dio, nella sua infinita bontà e onnipotenza, ha creato il “migliore dei mondi possibili”. Prima della creazione, esistevano infinite possibilità (le monadi, sostanze semplici e perfette). Dio ha scelto la combinazione migliore, quella che, pur contenendo il male, produce il massimo bene possibile. Le sofferenze umane, quindi, sono parte di un disegno divino più grande e sono necessarie per un bene superiore. La filosofia di Leibniz, sebbene consolatoria, viene messa in discussione dalla cruda realtà del mondo.

La teoria dell’orologio di Voltaire: un Dio creatore, ma non provvidente

Per contrastare questa teoria, Voltaire utilizza, in altre sue opere, la metafora dell’orologio. Se troviamo un orologio, deduciamo che esiste un orologiaio che lo ha creato, perché un meccanismo così complesso non può essere frutto del caso. Allo stesso modo, l’universo, con la sua complessità e il suo ordine, presuppone un “progettista”, un’intelligenza superiore. Voltaire, quindi, ammette l’esistenza di un essere superiore, un “Dio orologiaio”, ma non accetta l’idea di un Dio provvidente che interviene attivamente nel mondo per guidarlo verso il bene, come sosteneva Leibniz. Per Voltaire, il male nel mondo è reale e innegabile, e non può essere giustificato come parte di un piano divino. La teoria dell’orologio di Voltaire rappresenta un tentativo di conciliare la ragione e la fede, senza negare la realtà del male.

Pangloss e la satira dell’ottimismo in Candide

Il personaggio di Pangloss, il precettore di Candide, è la personificazione caricaturale dell’ottimismo di Leibniz. Nonostante le innumerevoli disgrazie che gli capitano, Pangloss continua ostinatamente a ripetere che “tutto va per il meglio nel migliore dei mondi possibili”, trovando giustificazioni assurde e paradossali per ogni evento negativo. Attraverso Pangloss, Voltaire mette in ridicolo l’ottimismo metafisico, mostrando come questa filosofia possa portare a una cieca accettazione del male e a una pericolosa passività di fronte alle ingiustizie. Pangloss è il simbolo di un ottimismo cieco e irrazionale che non tiene conto della sofferenza umana.

Candide di Voltaire: analisi dei temi principali

Oltre alla critica all’ottimismo, Candide di Voltaire affronta altri temi importanti, attraverso una satira pungente e ironica. L’analisi dei temi principali di Candide rivela la profondità del pensiero di Voltaire e la sua critica alla società del suo tempo.

La critica alla guerra e alla violenza

Le scene di guerra nel romanzo sono rappresentate in modo crudo e realistico, mostrando la brutalità, la sofferenza e l’assurdità dei conflitti. Voltaire critica l’esercito, i soldati e i potenti. La critica alla guerra e alla violenza è uno dei temi ricorrenti nell’opera di Voltaire.

La critica all’inquisizione e al fanatismo religioso

L’episodio dell’Inquisizione a Lisbona è una denuncia del fanatismo religioso, dell’intolleranza e della crudeltà di istituzioni come l’Inquisizione, che perseguitavano e condannavano a morte chiunque fosse sospettato di eresia. Voltaire critica aspramente il clero corrotto e superstizioso. La critica all’Inquisizione e al fanatismo religioso è un elemento centrale nella satira di Voltaire.

La critica alla nobiltà e al potere in Candide di Voltaire

Attraverso le figure del barone Thunder-ten-Tronckh e di altri nobili incontrati da Candide, Voltaire mette in ridicolo la presunzione, l’arroganza e la vacuità della nobiltà, mostrando come spesso il potere sia basato su privilegi ingiustificati e non sul merito. La critica alla nobiltà e al potere è un altro bersaglio della satira di Voltaire.

Candide di Voltaire: un invito alla ragione e alla tolleranza

Candide si conclude con il protagonista che trova la pace e la serenità, coltivando il proprio “giardino”. Questa conclusione è stata interpretata in vari modi: per alcuni, rappresenta un invito all’azione e all’impegno nel mondo, per altri è un messaggio di rassegnazione e di disillusione. In ogni caso, Candide rimane un’opera fondamentale dell’Illuminismo, un invito alla ragione, alla tolleranza e alla critica di ogni forma di dogmatismo e di ottimismo irrazionale. Candide di Voltaire è un’opera che continua a stimolare la riflessione e il dibattito.

Fonte immagine: Wikipedia

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