Dialoghi sul post-Covid
Pubblicato a giugno 2020 da Helvetia Editrice, Diversi da prima è una raccolta di «conversazioni oltre il Covid» con personalità eminenti nel panorama italiano in svariati ambiti dalla medicina, allo sport, alla religione, all’intrattenimento e tanti altri ancora. Il libro, scritto da Valentina Calzavara e Daniele Ferrazza, fa parte della collana di Helvetia Editrice intitolata Nuovi territori, la quale si ripropone di scoprire e valorizzare sia nuove penne sia tematiche non comuni, ma si prefigge anche l’obiettivo di aprire spazi di riflessione attraverso le forme del saggio e del racconto.
Diversi da prima, dunque, può essere descritto come una lunga e variegata intervista ad alcuni “personaggi-simbolo” della vasta cultura italiana, tra i cui nomi si incontrano: Paolo Cognetti, Silvio Garattini, Marco Bentivogli, Pippo Baudo, mons. Vincenzo Paglia, Sara Simeoni, Silvia Costa, Alessandra Graziottin e Roberto Ferrucci. Soggetti diversi, appartenenti ad ambiti della cultura ancora più variegati e apparentemente distanti tra di loro. Eppure, tutte queste voci trovano un punto di forza comune nell’esprimere da un lato quel senso di spaesamento causato dal lockdown durante l’emergenza Covid e dall’altro il forte desiderio di rinascita, con tutte le riflessioni annesse di conseguenza davvero molto ampie.
Dopo il Covid siamo davvero Diversi da prima?
Dopo un lungo periodo di chiusura, lontani dal caos esterno, dalle lancette progressiste che scandiscono la vita come se fosse un’asfissiante veloce corsa in macchina, è chiaro che chi più chi meno ci si è ritrovati in un contatto, forzato per quanto necessario, con le proprie coscienze. E Diversi da prima innanzitutto coglie attraverso le sue conversazioni il trauma generato inevitabilmente da quel silenzio che, se ha fatto sentire tutti costretti e frastornati, col senno di poi si è rivelato urgentemente importante.
Dalle voci che animano Diversi da prima, dunque, sicuramente come primo impatto emergono la sofferenza scaturita dalle notizie strazianti che avevano assolutizzato qualsiasi canale di comunicazione; l’instabilità di un presente statico vissuto all’insegna di un passato di cui ormai ci si è resi conto di avere distrutto e di un futuro che non si riesce più a vedere; la paura nell’avere toccato con mano quanto l’essere umano è infinitamente fragile e minuscolo al cospetto dell’incedere di simili catastrofi. Ma, ecco, un altro aspetto che emerge in tutta la sua energia è se sia effettivamente una casualità tale pandemia che ha costretto l’essere umano a ripiegare.
E Diversi da prima cerca di rispondere che, no, non ci si può giustificare sempre dietro alla casualità, sia pure di un evento simile così incontrollabile. Per questo restare chiusi a contatto con la mancanza, l’assenza, il dolore è stato altrettanto necessario in virtù dello smuovere riflessioni profonde, ripensamenti importanti per ciò che circonda tutti. Non può essere un caso che, come spesso si ha avuto modo di vedere in maniera romanzata sui social, per il tempo in cui le strade erano deserte la terra si era come rigenerata.
Pertanto, intervistati e intervistatori in Diversi da prima provano a ripartire da tutti questi particolari che hanno contornato un periodo buio e difficile, per provare a trovare una luce che guidi davvero a un mondo migliore. E la formula che sembra essere vincente per trovare davvero spiragli di speranza pare che sia quella del dubbio: come migliorare, come imparare da tutti gli errori commessi? Il Covid ha davvero cambiato tutto oltre che a stravolgere? Si può davvero cambiare senza ripensare in profondità tutto il sistema politico, economico e culturale, i pilastri che restituiscono le fondamenta della civiltà?
Ph. Ufficio stampa