“Da duemila anni” di Mihail Sebastian, diario di un ebreo romeno

Da duemila anni di Mihail Sebastian, diario di un ebreo romeno

Pubblicato il 25 gennaio da Fazi Editore nella collana Le strade, Da duemila anni è il diario dell’intellettuale ebreo romeno Mihail Sebastian.

Siamo in Romania negli anni ’20 e il protagonista, un giovane studente ebreo dell’Università di Bucarest si trova a fare i conti con il diffuso antisemitismo che sta prendendo piede nel suo Paese così come nel resto d’Europa. Costretto a subire le ingiustizie che i suoi colleghi rivolgono a lui e agli altri studenti ebrei, il giovane tenta, servendosi di un diario, di riportare giorno per giorno quanto ha saputo e vissuto riguardo la condizione che lo affligge per provare a rintracciarne le cause. Grazie alla propria esperienza e all’instaurarsi di relazioni durature e profonde con le persone che entrano a far parte della sua vita, l’io narrante non soltanto apre le porte del suo mondo e del suo modo di pensare al lettore ma fornisce ulteriori punti di vista sul grande interrogativo – rimasto tuttora senza risposta – sul perché di tanto odio nei confronti del popolo ebraico. Quest’odio, che dura ormai da duemila anni, ha radici profonde, talmente profonde da essere diventato una costante per tutti gli ebrei sparsi nel mondo quasi si trattasse di un’estensione naturale del loro essere dal quale non possono più a prendere le distanze.

Da duemila anni di Mihail Sebastian, la remissiva accettazione di un’insensata e infame condizione

Mihail Sebastian, avvocato, autore teatrale e critico letterario originario di Bucarest, grazie a una prosa acuta e densa di complessità e provocazioni, ha fatto del suo diario un’impeccabile testimonianza, oltre che della condizione degli ebrei nei primi decenni del secolo scorso, anche e in particolar modo, dei tormenti interiori da loro provati.

All’interno della sua opera, infatti, vi sono rimandi all’ebreo errante – una figura leggendaria che, dopo averlo deriso non riconoscendo in lui il Messia, fu maledetto da Gesù che lo condannò a vagare in eterno sulla terra – e molte riflessioni più nello specifico sull’intellettuale ebreo

[…] scalzato per ben due volte dal gioco attivo dell’esistenza, la prima in quanto intellettuale e la seconda in quanto ebreo.

Un altro punto ricorrente nella lucida e attenta analisi di Mihail Sebastian sulla situazione in cui versano gli ebrei è legato alla constatazione del loro isolamento dovuto all’allontanamento da parte dei credenti di altre religioni perché contaminati da un peccato ben più serio e, soprattutto, imperdonabile e irreparabile del peccato originale cristiano. Una macchia indelebile che si portano dietro da duemila anni e che li condanna al disprezzo e alla ghettizzazione.

Da duemila anni è un’opera intelligente e ironica, un documento di inestimabile interesse e valore storico, la cui prima pubblicazione avvenuta nel 1934, scatenò reazioni contrastanti e per lo più violente e questo basta a darne l’idea del valore perché, in fondo, soltanto un’autentica verità può risultare scomoda e pericolosa.

A proposito di Francesca Melis

Calabrese di nascita e sarda di origine sono laureata in Lingue e ho molte passioni: i viaggi, la musica, la fotografia, la scrittura e la lettura. In attesa di insegnare, coltivo il mio sogno nel cassetto di diventare una scrittrice.

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