Electric Hand di Filippo Maria Mazara | Intervista all’autore

Electric Hand di Filippo Maria Mazara | Intervista all'autore

Electric Hand é il nuovo fumetto di Filippo Maria Mazara che ha per protagonista Manolo, un giovane ragazzo che sceglie di risolvere i propri problemi attingendo al suo videogioco preferito: veste i panni del personaggio da lui sempre amato. 

Abbiamo approfondito maggiormente la questione intervistando Filippo Maria Mazara che ha esaustivamente risposto alle nostre domande: 

1- Qual è la prima ispirazione a cui ha attinto per “Electric Hand”?

Me stesso. Nel 2005, quando ero ancora un giovane studente di cinema delle superiori, agognavo di fare una carriera nella boxe. Però, non avendo voglia di iscrivermi in palestra e tanto meno di farmi deturpare il viso, immaginavo che l’unica scorciatoia per divenire un boxeur di successo potesse venire dall’alto, sotto forma di superpotere. Da questo episodio, già da allora, scrissi una breve idea da proporre in futuro alle case di produzione cinematografica. Storia che vedesse protagonista un adolescente ribelle di periferia, privo di talento e disciplina per la boxe, ma che per “volontà del cielo” si trovasse improvvisamente con una superforza.

2- Quale può essere il tratto comune tra Manolo, protagonista del fumetto, e i giovani d’oggi?

Non saprei dirlo con esattezza. Non sono più adolescente da tanti anni, e la generazione di Manolo credo sia molto diversa da quella attuale in alcune dinamiche sociali. Sia per via del cambiamento di una parte di usi e costumi e sia per l’enorme sviluppo tecnologico, anche in campo comunicativo. Adesso ci sono le piazze virtuali, dove i giovani possono “incontrarsi” online per scambiare opinioni e informazioni, integrandole con tanto di video, foto o link. Recuperando anche successivamente le tematiche, tornando indietro con le conversazioni perse. La generazione di Manolo è quella dei “comitivoni ” nelle bische o sui muretti, dove chi mancava anche un giorno era di conseguenza tagliato fuori da alcune questioni o attività. Ora credo che queste dinamiche si siano trasferite, in larga scala, nella rete.
Il filo conduttore che unisce Electric Hand all’attualità può essere la passione per lo sport, per i videogiochi e il problema del bullismo nelle scuole.

3- Come si è sviluppata la collaborazione con Gabriele Clemente per i disegni? L’opera è riuscita ad essere rappresentata attraverso parole e immagini nella giusta maniera?

Prima del rapporto professionale ci lega quello di amicizia. Conoscevo il suo talento artistico già da prima di sviluppare questo graphic novel. Un giorno, quasi per gioco, abbiamo unito le nostre passioni; quella mia per la sceneggiatura e la sua per il disegno, ed è cominciata la lavorazione di Electric Hand. Lavorazione iniziata a cavallo tra il 2016 e il 2017 e terminata nell’autunno del 2018. Poi è iniziato il pellegrinaggio alla ricerca rabdomantica di un editore. Per quello che volevo ottenere, i disegni rappresentano ciò che avevo intenzione di narrare, anche attraverso un tratteggio sporco e dark, volto a evidenziare la natura misteriosa e cupa della storia, sposandosi perfettamente con i dialoghi. Sarà il responso del pubblico a stabilire se ciò sia funzionante.

4- C’è un particolare motivo per cui il fumetto é ambientato a Roma?

Uno in particolare sì…è che “so’de Roma“. Conoscendo la realtà della mia città, soprattutto quella di alcune periferie, ho voluto realizzare una storia di pura invenzione che parlasse di una parte della mia generazione, dandole un tocco fantascientifico e fiabesco.

5- Il protagonista sceglie di fuggire dalla realtà difficile che lo circonda per vestire i panni del supereroe del proprio videogioco. I giovani, oggi, quale escamotage portano avanti? Secondo lei, di quale “superpotere” ci sarebbe bisogno?

Manolo si nasconde dietro la maschera di un virtuale supereroe del suo universo narrativo, come metafora della propria fragilità interiore e mancanza di personalità, che lo spingono a identificarsi con ciò che non è per lenire il dolore e probabilmente per trovare subito facile accoglienza e apprezzamento. Facendo un parallelismo, penso che attualmente alcuni giovani si nascondano come Manolo dietro maschere. In questo caso parlerei di maschere social, intese come la predisposizione di taluni, a mostrare nelle piattaforme digitali solo una parte della loro vita. Quella che possa dare a terzi una percezione positiva di successo e bellezza. Generando potenzialmente apprezzamenti o invidie esterne. Filtrando, quindi, contenuti che diano un feedback positivo da quelli che invece ledono la propria immagine. Il superpotere è qualcosa che rende unici, al fine di combattere una forza, un’entità o un nemico non battibile con le nostre possibilità fisiche. Se fossimo tutti dotati di un superpotere specifico, esso perderebbe di efficacia. Se proprio dovessi sceglierne uno, direi che “il superpotere” di cui necessiteremmo, in questa società molto frenetica, sia la capacità di fermare il tempo per prendersi un po’ di tranquillità.

6- Quali sono gli obiettivi rispetto alla gestione della pagina Instagram e come sceglie di trasmettere messaggi tramite le vignette pubblicate attraverso i social?

Non ci sono obiettivi particolari per la pagina Instagram. Le vignette sono nate improvvisandomi disegnatore, in attesa di trovare un editore per Electric Hand; ma anche per valutare se i miei contenuti fumettistici trovassero gradimento nel pubblico. Con immensa gioia debbo dire che il personaggio di Ettore da subito ha suscitato interesse nel pubblico. La pagina ora ha sei anni e le storie, fortunatamente, continuano a piacere. Sono anch’esse ambientate in periferia, per i motivi di cui sopra, ma rispetto al graphic novel, hanno un’impronta decisamente più comica, surreale e grottesca. Io le definisco come una sorta di “neosurrealismo fumettistico” o “neofumettismo” (non so se questi termini esistano già), perché cercano di richiamare anche una corrente cinematografica a me cara, che è il neorealismo.

 

7- Il protagonista delle vignette sulla pagina Instagram, Ettore, è il protagonista del fumetto, Manolo, hanno tratti comuni? Se sì, quali e perché?

Entrambi sono ribelli alle regole e conducono una vita che in alcuni aspetti va oltre il limite della legalità. Ma, mentre Manolo è un adolescente taciturno, che ha voglia di riscatto e può essere ancora rieducato e recuperato, attraverso l’affetto del mister Manlio e il nuovo ruolo di un eroe sui generis (Electric Hand); Ettore è oramai un trentenne disilluso e disincantato, inghiottito dall’indigenza e dal degrado del proprio quartiere. La sua vita è attendere il passare delle ore, senza nessuna voglia di realizzarsi in ambito lavorativo e di creare una famiglia, prendendo in giro la vittima di turno e sdrammatizzando su ogni cosa, anche la più delicata.

Fonte immagine: copertina ufficiale del fumetto “Electric Hand” 

Fonti immagini inserite nell’articolo: Vignette di  Filippo Maria Mazara e Gabriele Clemente 

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