Fallone editore ha da poco pubblicato “Eliodoro” (collana “Gli specchi mercuriali”) dello scrittore salernitano Mario Fresa.
Mario Fresa ha collaborato con diverse riviste italiane, francesi e internazionali come “Paragone”, “Il verri”, “Nuovi Argomenti”, “Caffè Michelangiolo”, “Recours au Poème”, “La Revue des Archers” e molte altre. I suoi romanzi sono presenti in molte antologie pubblicate sia in Italia sia all’estero. Presto, nel 2023, uscirà una nuova raccolta poetica intitolata “Il mantello di Goya“. Nel romanzo “Eliodoro” di Mario Fresa, la letterarietà e il linguaggio sono motivi che caratterizzano l’intera opera.
Eliodoro: tra comicità e confessioni psicanalitiche
“Ed Eliodoro, a questo punto, con la forza del suo solo pensiero, crea l’angelo custode del suo terapeuta. Si tratta di un ambiguo angelo misto: un po’ buono un po’ dottore. Concorre alla disperazione di tutti noi. Un piccolo segreto: prima di diventare terapeuta, era stato, ma solo per alcuni mesi, un Elefante ragazzo. Il terapeuta ride sempre di ciò. Eliodoro si fa più scuro, respira lì accucciato. Il nemico finito nel burrone lo tormenta. Ma vediamo, gli chiede il medico, qual è il suo primo ricordo. Eliodoro chiude gli occhi e l’Elefante ragazzo gli mostra una scuola infettata da certi odori maligni. Il mago riapre gli occhi e descrive all’Elefante, come può, ciò che riemerge dalla memoria”.
Così l’Eliodoro di Mario Fresa introduce il motivo che accompagnerà il lettore nella lettura del romanzo. Si tratta di un testo metaletterario in cui vediamo un dialogo intermediale tra letteratura e teatro. Eliodoro, il protagonista, è un uomo piuttosto impaziente che si affida al Dottor Fliege nella sua ricerca di una salvezza rivelatoria. Spesso nominato “conte”, il Dottor Fliege ascolta le confessioni di Eliodoro: dai racconti legati all’infanzia agli assilli erotici. Nel corso della narrazione vengono presentati diversi personaggi e il tutto viene raccontato con una sintassi che risente delle libere associazioni che vengono alla mente del narratore. All’interno del romanzo, la psicanalisi viene quasi associata ad un’indagine poliziesca, in cui il paziente fruga nell’inconscio per arrivare a fare delle riflessioni sulla sua condizione di uomo e sui soggetti che sono etichettati come mentalmente disagiati, tant’è che viene affermato che “ogni malato ha un talento che non mostrerà mai a nessuno”. Inoltre, non solo troviamo riferimenti ad altri autori, come Joyce, soprattutto nei pensieri liberi della madre di Eliodoro che ricordano il discorso interiore della Molly dell’autore irlandese, bensì troviamo anche riferimenti alla musica, testimoniati dal gatto che ha “il passo mahleriano” o quando viene citata “l’andatura diavolesca tartiniana”. Tutti questi riferimenti alle arti visive e musicali sono realizzati poiché l’autore sta mettendo in risalto la volontà della parola di superarsi, si ingaggiare una gara con queste arti.
Leggere “Eliodoro” di Mario Fresa significa immedesimarsi nella psicologia dei personaggi in modo tale da comprendere i loro pensieri, oltre ad essere un’esperienza interessante, poichè le singole parti che compongono il romanzo possono essere lette in successione oppure un modo rapsodico.
Se sei interessato a questo autore, leggi anche https://www.eroicafenice.com/libri/svenimenti-a-distanza-mario-fresa/