Emilia Galotti è la protagonista indiscussa del dramma borghese del filosofo e scrittore tedesco Ephraim Gotthold Lessing. Emblema del suo periodo storico-culturale, l’Illuminismo, Lessing ritrae la sua eroina secondo il modello classico di Virginia, dai racconti dello storico romano Tito Livio. Infatti, Emilia, proprio come Virginia nell’antica Roma, è vittima, borghese, per mano del suo stesso sangue: suo padre. Scritto nel 1772, questo dramma restituisce al pubblico il mito classico, in un’ottica settecentesca della nuova emergente classe sociale, la borghesia, e un nuovo punto di vista, il più delle volte dimenticato dalla storia: quello della donna che ne è il soggetto-oggetto assoluto.
Il carnefice di Emilia Galotti: Hettore Gonzaga
Il dramma, suddiviso in 5 atti, si svolge nel principato di Guastalla, ambientato dunque in Italia, e con molte probabilità ispirato alle reggenze delle famiglie Este e Gonzaga. Il principe, difatti, Hettore Gonzaga, è la perfetta rappresentazione dell’uomo di potere dispotico e superficiale, interessato unicamente alla parvenza esteriore, e a conquistare il cuore della bella Emilia Galotti; la giovane borghese diventa l’oggetto estremo del suo desiderio, tanto da arrivare a rapirla, farla sottrarre dai suoi obblighi morali e familiari, e uccidere il suo promesso sposo, il Conte Appiani. Emilia è profondamente segnata dal rapporto ossessivo del principe: si sente spogliata della sua dignità in quanto cittadina rispettabile di Guastalla, in quanto figlia, e in quanto donna.
Il padre di Emilia Galotti: la figura di Lucio Verginio nel ‘700
Lucio Verginio fu il padre di Virginia, la protagonista del mito narrato da Tito Livio nella sua opera più celebre Ab Urbe condita. Egli, tormentato dall’idea che sua figlia stesse per essere disonorata dal potente Appio Claudio, la uccise. Odoardo Galotti imprime nella storia lo stesso destino alla povera Emilia: prima che il principe potesse approfittarsi di lei, egli pugnala sua figlia. Il concetto di morte come salvezza da un disonore troppo grande per la famiglia Galotti emerge esplicitamente nell’ultimo atto del dramma, nella frase che stesso Emilia pronuncia, nel momento della sua uccisione:
«Ha appena spezzato una rosa, prima che la tempesta la sciupasse.»
La volontà, da parte dell’eroina borghese, di sottrarsi alla perdita di dignità e di stima nella rinomata comunità in cui vivono. L’ipocrisia della nuova potente classe sociale diventa la vera carnefice del dramma.
L’Emilia Galotti, in conclusione
Sebbene i temi fondamentali dell’opera del drammaturgo Lessing vogliano diffondere il verbo della filosofia e morale illuminista tedesca, ciò che invece rimane è questa figura controversa di Emilia: vittima, orbene, della società borghese, e non di Hettore Gonzaga, o Odoardo Galotti. La genialità di Ephraim, come in ogni suo scritto, di trasmutare la società tedesca del suo tempo, raffigurandola decontestualizzata e ridicolizzandola, ha ne l’Emilia Galotti la forte iconografia di una donna completamente assoggettata da un uomo si, anche dalla sua famiglia, ma, soprattutto , dai suoi stessi valori, borghesi.
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