Pubblicato da Fazi Editore nella collana Le Strade, Estremi rimedi è un romanzo del poeta e scrittore inglese vittoriano Thomas Hardy.
Suddiviso in tre volumi, per un totale di ventuno capitoli, il romanzo parte dal dicembre del 1835 e il gennaio del 1836 per poi seguire lo svilupparsi degli eventi fino al loro epilogo nell’estate del 1867. È in questo lungo lasso di tempo che si svolgono le vicende – in cui è possibile riscontrare diversi elementi autobiografici dell’autore – che vedono coinvolta la giovane e bella Cytherea Graye la quale, rimasta orfana di entrambi i genitori, decide con il fratello Owen di lasciare la cittadina natale di Hocbridge per recarsi a Creston nella speranza di risollevare le loro sorti vista la preoccupante situazione economica in cui versano.
Qui, Owen inizia a lavorare presso uno studio di architettura ed è sempre qui che i due Graye conoscono Edward Springrove che si innamora della ragazza e ne è ricambiato. Tuttavia, qualcosa impedisce a Edward di coronare il loro sogno d’amore e sarà solo quando Cytherea verrà assunta da Miss Aldclyffe – una donna legata al passato del padre della protagonista e con un comportamento alquanto insolito – che verrà a sapere la verità: Edward è fidanzato e si sposerà con un’altra.
Delusa e addolorata dalla scoperta, la ragazza proverà a dimenticarlo e l’arrivo di Manston presso la casa di Miss Aldclyffe darà inizio a una storia fatta di scoperte e intrighi nella quale tutti i personaggi saranno coinvolti.
Estremi rimedi: “le cose non sono come sembrano”
Hardy in questo suo primo lavoro – dato alle stampe nel 1871 quando lo scrittore aveva trentuno anni – ha dato prova delle sue doti di letterato costruendo una trama precisa, seguita in maniera scrupolosa passo passo, nella quale ogni evento si incastra alla perfezione con quello che lo precede o segue.
A questo si aggiungono i tanti elementi che contribuiscono a lasciare nel dubbio il lettore che, di volta in volta, scopre gli intrighi e i segreti dei personaggi che risultano essere più ambigui considerati i loro comportamenti apparentemente inspiegabili ma cui sottendono motivazioni e interessi ben precisi.
Molte, inoltre, sono le citazioni ad altre opere o figure del presente e del passato di diversa provenienza – lo stesso nome dell’eroina è, per darne un esempio, uno degli appellativi della dea Afrodite/Venere – che arricchiscono ulteriormente questo racconto dalle tinte gialle e noir sfumate con un leggero tocco di ironia.
In Estremi rimedi quello che sembra premere a Hardy è il bisogno di andare al di là delle apparenze perché le cose non sono sempre quello che sembrano; soltanto in questo modo, dopo aver superato le macchinazioni degli uomini e gli scherzi del fato, si può avere la possibilità di raggiungere un lieto fine che, altrimenti, sarebbe stato impossibile avere.
[Fonte immagine: Sito Fazi Editore]