“Finché non aprirai quel libro” è l’ultima opera di Michiko Aoyama, uscito in Italia pochi giorni fa. Edito da Garzanti e tradotto da Daniela Guarino, “Finché aprirai quel libro” è la narrazione di cinque persone che si trovano in un momento delicato della loro vita: grazie al supporto di un libro (e soprattutto di una bibliotecaria speciale) riusciranno a riprendere in mano la loro vita e dargli una nuova direzione, così da iniziare a raggiungere l’agognata realizzazione personale.
Michiko Aoyama è una giornalista, editor e scrittrice giapponese. Ha lavorato come giornalista in Australia, prima di rientrare in Giappone e intraprendere la carriera di editor e scrittrice. I suoi libri hanno ricevuto numerosi riconoscimenti in patria, tra cui il Miyazaki Book Award e il Miraiya Shoten Grand Prize.
“Finché non aprirai quel libro”- Recensione
Tomoka è una ventenne al suo primo lavoro, è addetta alle vendite in un’importante catena di negozi ma ancora non sa bene cosa vuole dalla vita, l’unica sua certezza è che vuole vivere a Tokyo e non vuole tornare nel suo paese; Ryo ha 35 anni ed è contabile in un’azienda di mobili ma con la passione per l’antiquariato; Natsumi ha 40 anni, era una redattrice di un magazine prima di avere una bambina, ora è combattuta tra la sua ambizione di lavorare e il suo ruolo di mamma; Hiroya è un giovane trentenne disoccupato che sogna di diventare illustratore ma soffre di attacchi d’ansia e di un complesso d’inferiorità nei confronti del fratello maggiore dalla carriera brillante; Masao ha 65 anni e da poco è andato in pensione: ha lavorato per più di quarant’anni per la ditta che produce i famosi biscotti Honey Dome.
Queste cinque persone sono tutte accomunate da una persona: Komachi Sayuri, una donna di mezz’età che lavora come bibliotecaria presso una Community House. La signora Komachi ha la sensibilità e l’intuizione di consigliare alle persone il libro giusto che saprà dargli indicazioni su quale direzione dare alla propria vita in quel momento; oltre al libro, ognuno riceverà anche un “supplemento”, un oggetto in lana cardata che la signora Komachi ama lavorare in biblioteca tra una consulenza e l’altra. La signora Komachi non ha poteri magici, né tantomeno i libri consigliati sono amuleti: semplicemente la sua consulenza è in grado di dare la “spinta” necessaria per poter riprendere in mano la propria vita, suggerendo magari di guardare alle cose da una diversa prospettiva o di cambiare atteggiamento verso le difficoltà.
Voi tutti trovate da solo un senso al supplemento che io vi regalo. E lo stesso vale per i libri. Cose che non c’entrano niente con lo scopo dell’autore e le parole che questi ha scritto, è poi chi le legge a legarle a sé con un filo, a ricavarne qualcosa che è soltanto suo.
“Finché non aprirai quel libro” è un romanzo che incuriosisce e affascina; è un’opera ben scritta, con un ritmo rilassante ma allo stesso tempo coinvolgente, in linea con gli altri romanzi della letteratura giapponese, come i libri di Kawaguchi (vedi recensione di Eroica Fenice).
Questo vale per qualunque libro. In ogni caso, più che dire che è lui che ti ha dato la forza, la cosa importante è che tu lo hai letto in quel determinato modo.
Consigliato a chi ama la letteratura giapponese, i ritmi lenti e le narrazioni intimistiche.
Fonte immagine: Sito web Garzanti