Frammenti d’ambra al novilunio. Monologo in eco di cori è una recente raccolta di versi di Piero Fabris pubblicata per i tipi di Les Flaneurs edizioni.
Frammenti d’ambra al novilunio: il testo
Frammenti d’ambra al novilunio. Monologo in eco di cori si apre con un’introduzione di Antonio Giampietro dal titolo Le frammentate rotte dell’essere: la concreta luce della poesia di Piero Fabris che ci offre da subito le proprie sensazioni: «un mosaico», ci dice, fatto di «cristalli» che l’autore di questa Introduzione vede “ricomporre” «il cosmo leggero»; ma cosa vorrà davvero dire Piero Fabris?
Leggendo la seconda di copertina, saltano agli occhi delle frasi molto interessanti da cui partire: «Il poeta è un solitario chiuso nella sua piccola stanza di parole essenziali» e «Il poeta tra il blaterare di tanti, tace».
Che dice l’autore? Parla di quotidiano, affrescandolo di tinte di sogno, leggere e leggiadre, come nuvole, come tenui raggi di sole nel vento fresco di eterea bellezza e tranquillità dell’animo; ci parla di una realtà, di un mondo fuori da quella stanza di cui ci informava in seconda di copertina, che “scricchiola”, fatto di «schegge affilate» (riprendo qui le parole di Antonio Giampietro) contro cui si staglia, o meglio, esiste e perdura il candore lirico e la travolgente passione di cui la poesia è foriera privilegiata.
Una lirica profetica: così viene definito da Nicola Fanizza nella sua Prefazione (seguente l’Introduzione di Antonio Giampietro) l’insieme di versi di Piero Fabris; una lirica profetica in cui il poeta sarebbe “costretto” a indossare un certo mantello del vero: «sono davvero pochi i profeti, e quei pochi – dice Fabris – che hanno ricevuto in dono il mantello si trovano a indossare «Abiti pesanti inzaccherati dalle tempeste» […] Tutto ciò stimola il nostro stupore».
In chiusa al testo, sono stati aggiunti – come a formare una particolare appendice al testo – alcuni articoli dell’autore, che riportano la data, dando così la possibilità al lettore esperto di rintracciare la genesi di questo particolare pensiero e senso poetico; riporto, a scopo informativo, un breve estratto da Rispetto per la Poesia (articolo del gennaio 2018):
«Di Poesia e Nobiltà dobbiamo parlare, ma tra uomini onesti, adulti e di retta Coscienza, i quali sanno contemplare il cielo con tutte le sue stelle. […] Non è più tollerabile che rivoli di inchiostro torbido lambiscano i greti dei nostri Spiriti …».
Piero Fabris: biografia dell’autore
Piero Fabris, scrittore e pittore, ha curato per Les Flaneurs edizioni, il testo Chiara Samugheo. Un’amazzone della fotografia (edizione del 2017) e il testo Novelle in granuli di sale (edizione 2018); oltre alla pubblicazione della raccolta Frammenti d’ambra al novilunio. Monologo in eco di cori, Piero Fabris è autore di diversi testi fra cui (ne ricordiamo, in questa sede, solo alcuni) Gessetti per tratti incerti (pubblicato nel 1990), Pigmenti D’Arpa. Sistole e Diastole (pubblicato nel 2013), Tasselli in macchia arsa e sfumature di contrasto (pubblicazione del 2016) e Il tavoliere di fiabe e cicoria (pubblicazione del 2017); a proposito di questi testi, mi lascio ad una piccolissima riflessione che mi pare calzare anche per il testo in questione: molti titoli che riportano alla mente quell’abbraccio strettissimo che cinge l’uomo fra poesia, musica, arte figurativa.
Fonte immagine in evidenza: casa editrice