Generoso di Biase: Nella mente di un superficiale | Recensione

Generoso di Biase

Generoso di Biase, avvocato, scrittore e poeta (esordisce come poeta nel 2020 con A me che sono solo un nano, raccolta di poesie edita Graus Edizioni), dopo la pubblicazione di due romanzi (Farfalle impazzite Edizioni Montag e La finestra Verde, ESI Edizioni Scientifiche Italiane) scrive il suo terzo romanzo, Nella mente di un superficiale, edito da Graus Edizioni.

Il romanzo di Generoso di Biase è il racconto in prima persona di un uomo che scrive sotto forma di diario pagine intrise di vita, attraverso cui racconta la propria quotidianità: una vita che subisce i colpi di una solitudine esasperante, di una mente affollata da rimorsi e sensi di colpa, intervallata da momenti di spensieratezza, o meglio di superficialità, scanditi dagli incontri occasionali e dagli amplessi sessuali che il protagonista, l’avvocato De Chirico, consuma con tantissime donne diverse. Il passato dell’avvocato è segnato da un divorzio e dall’allontanamento da sua figlia, Beatrice, che esprime il suo disappunto, nonché il dolore di sentirsi “abbandonata” da lui, con l’odio che riserva a suo padre, evitandolo per una vita intera.

Nel suo pseudo diario, l’avvocato De Chirico destina, alla fine di ogni giornata, pensieri di affetto e nostalgia verso sua figlia, probabilmente l’unica “donna” che abbia mai amato. Nei continui appelli che fa al lettore, emerge un senso di colpevolezza e insieme un desiderio di essere assolto dai suoi “peccati”: «Ma lo scopo che invece perseguo è quello di rendervi partecipi della mia giornata per condannarmi per il dolore che temo d’aver inflitto e di continuare a infliggere agli altri o, al contrario, per assolvermi».

L’incalzare monotono della vita di un uomo solo, le cui giornate passano da ore in Tribunale o in ufficio, a serate di divertimento e sesso, è reso percepibile dalla scrittura di Generoso di Biase: una scrittura semplice, ma molto ricorsiva, definita (e lo è) troppo orticante ed esplicita nell’utilizzo di espressioni gergali e libere da ogni freno etico-morale. L’intento dichiarato dell’autore è tuttavia quello di esulare dal politicamente corretto, rendendo quanto più realistico possibile il linguaggio utilizzato tra amici o in contesti non formali (di certo un linguaggio quasi mai da assolvere): il protagonista di Nella mente di un superficiale appare a tratti maschilista e privo di delicatezza nei confronti delle donne con cui si rapporta, non si esenta dal giudicare il loro aspetto fisico o la loro condotta sessuale. Appoggiato, in questa sua condotta da viveur, dal suo amico di sempre, Alberto, molto più egocentrico ed egoista di lui, le cui avventure amorose l’avvocato si limita ad ascoltare o assecondare, impossibilitato nel trovare in Alberto un amico a cui confidare i suoi più profondi e seri pensieri. Tuttavia, questo eccesso di superficialità pare nascondere un animo profondamente e sinceramente pentito e indebitato nei confronti di una figlia perduta: «Non sono un buon padre, sono l’egoismo […] Ho smesso di essere padre quando ho avuto la prima volta paura di perdere mia figlia. Quando ho rinunciato a gridarle contro quello che le avrei gridato prima che andassi via. Forse l’avrei persa prima, ma non avrei avuto oggi la consapevolezza di averla tradita non facendo il padre quella volta».

Come spiega Generoso di Biase in un’intervista, quello che fa il suo protagonista è confessarsi completamente: il suo atto di confessione è un vero e proprio “guanto di sfida” per tutte le persone che incontra e per l’ambiente che lo circonda, inoltre i suoi “intervalli di superficialità” sono come una “boccata di ossigeno” alla quale ricorre dopo aver approfondito i suoi pensieri. La sua superficialità è una vera e propria via di fuga da se stesso, ambito in cui ha, come dichiara l’autore, molto successo e che gli “torna comodo” per allentare la sua difficile visione della vita. Un mondo, quello dell’avvocato De Chirico, falsato e inventato da lui stesso, in cui scopre di non aver bisogno di amare nessun altro se non sua figlia: «Io sono diventato qualcosa di completamente diverso da ciò che ero. E per quanto sia da un bel po’ di tempo che conduco questa vita, è ancora poco rispetto a quella vissuta per vari decenni dove trovavo inelegante tutto ciò che faccio oggi».

Osservatore della propria vita e di quella altrui, l’avvocato è anche uno scrittore e i suoi fogli finiranno nelle mani di Massimo, il suo secondo figlio, nato da un’altra donna, il quale tenterà dove non era riuscito il padre, ormai scomparso: riconciliarsi con Beatrice. Si scopre, quindi, con certezza che quel breve diario fosse stato scritto solo per Beatrice, «perché fosse lei a giudicare il papà e non quel fantomatico insieme di lettori che mai avrebbe avuto».

Nella mente di un superficiale di Generoso di Biase è un romanzo sulla libertà di sbagliare, sulla possibilità di pentirsi e sul desiderio che tutti abbiamo di essere assolti dalle persone che amiamo: chissà se Beatrice riuscirà a perdonare, o forse sarebbe meglio dire comprendere, suo padre.

Immagine: Graus edizioni

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